Via Ozieri, in pieno centro storico il degrado e il disagio.

Che ci fossero problemi di degrado in via Ozieri, a 50 metri dalla Chiesa della Madonna del Pilar, già vi avevo riferito. Che mi trovassi a riprendere qualche fotogramma e qualche foto, era normale. Ciò che non appare normale per nessuno è sapere che tutti sanno ma nessuno fa nulla. A cosa mi riferisco? A una situazione di degrado ma anche di disagio di alcuni cittadini che in questa strada vi risiedono.

La Chiesa Madonna del Pilar

La segnalazione di ieri, da parte di una signora che vive nei pressi, lasciava intendere che siamo in una zona che oggi “fa paura”. Mi spiego meglio, sperando di non passare per un discriminatore razziale come oggi si usa chiamare chi obietta su alcune vicende che di umano hanno poco, anzi nulla. Hanno parlato di mondezzaio, a cielo aperto e pare che da qualche tempo a Tempio ci si stia abituando pure a questo sconcio. Mi hanno anche detto di urla, schiamazzi, giorno e notte in questo quartiere. Pure di incendi fuori programma sono informato. Si brucia di tutto, dalla plastica a altri rifiuti, lo si fa quando si desidera e nessuno fa nulla. Successo qui ma anche in altri quartieri.

Preoccupa invece e anche tanto sapere che dietro queste storie, non ci siano solo alcune persone bisognose e povere ma anche individui abietti e pericolosi. Al punto di aver avuto delle raccomandazioni  tipo ” Sta attento, è pericoloso!”. Vuoi vedere che ci vado e controllo?

Via Ozieri

Erano le 16.30 circa quando arrivo in via Ozieri. Il silenzio era totale. Non si muove nulla, non sento un grido, una voce, niente. Eppure so di due persone anziane che restano tappate in casa perché hanno paura di uscire. Vengo a sapere anche che da anni molte persone di Tempio non passano più per queste vie strette e tipiche dei centri storici galluresi.

Mi informo da voce autorevole e senza che dicessi nulla, la “voce” aveva già letto il pezzo di ieri e sapeva di chi si trattasse. Cioè, per meglio spiegarmi, si conoscono queste persone perché recidive ad intemperanze, distruzione di beni altrui, stato di disagio cronico che sembra diventato uno scudo protettivo e fuori da ogni genere di controllo. Queste persone, a quanto apprendo, dove vanno a vivere, si comportano sempre allo stesso modo.

Disordine, abbandono per strada di rifiuti ingombranti, cacche di animali e piatti di plastica per far mangiare penso cani e gatti. Nell’aria un puzzo nauseabondo che in questi giorni in città interessa anche altre strade e quartieri, ma qui è di casa sempre.

“Portati una mascherina”, mi hanno detto. Non arrivo a questo ma quel consiglio era fondato e opportuno. Sapere che dentro quelle abitazioni ci siano persone che oltre al disagio economico vivono anche quello psicologico, fa male. Sono pervaso da uno stato di amarezza, lo stesso che probabilmente, unito a quello di rabbia, vivono tanti vicini di casa e di strada.

Non conosco queste persone, ma per quanto mi sforzi, non riesco a provare troppa empatia. Sono assistiti dalla Caritas, mi hanno detto, e pure le loro case appartengono alla chiesa. Ma cosa c’entra il bisogno economico, le malattie, il disagio, con questo comportamento? Quale rivolta interiore cova dentro gli animi di questi individui da indurre il vicinato ad averne paura? Perché non si interviene con severità e attenzione quando esiste anche un disagio psicologico? Conosco bene il sovraccarico del lavoro dei servizi sociali. E’ un momento terribile e non si fa in tempo a badare a tutto.

Vado via smarrito più di prima. Non ho avuto paura di via Ozieri, ma un senso furioso di abbandono, di istituzioni assenti, di chi deve preservare tutti ma non si preoccupa nemmeno di questa gente. Dentro di me un conflitto tra chi si sente autorizzato a dar fuoco a rifiuti e chi sta “bruciando” l’umanità allo sbando. Aiutateli!

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