La ricostruzione ripartendo dalle macerie. Sanità allo sbando.

La ricostruzione di un livello accettabile di sanità pubblica, diventa man mano che si va avanti, impossibile e illusoria. Non c’è bisogno di essere aquile per vedere come il processo di lento smantellamento del settore, sia costante e tocca tutta l’Italia, isole comprese. Chi non ha ancora intuito che a monte ci sta un disegno neoliberista, di privatizzazione del comparto, di lucro sulla nostra pelle, o è cieco o non vuol vedere.

Appare strano che nessuna forza politica, da sinistra a destra, lo esprima in maniera compiuta perché, posso assicurarvi, che tutti sanno che quello è il fine ultimo. Così come sanno che sta scomparendo pezzo per pezzo ogni riferimento  della costituzione italiana. La sola carta che ci garantiva la certezza dei diritti, pagati a duro prezzo dopo il secondo conflitto mondiale.

L’allarme per quanto accade ogni giorno non sorprende più. Vero è che ognuno piange per il proprio ospedale; ma è vero anche che nessuno può godere se altrove si perdono servizi, reparti o interi nosocomi lasciati alla loro misera fine. 

Il disegno sanitario attuale prevede pochi centri e una marea  di ambulatori territoriali sparsi anche abbastanza male nell’isola che si troveranno sempre di più con carenze mediche, di presidi di base e di riferimenti di centri ospedalieri capaci di assistenza specialistica. Un’emergenza avrà di base mezzi a terra sempre più scadenti e poco attrezzati. Pochi di numero così come elicotteri che sono di stanza in tre aree definite. Il problema dell’elisoccorso, alla luce anche di inspiegabili ritardi già documentati in alcuni casi, è anche quello di costi esorbitanti.

Non meraviglia che i mezzi dei VVFF,  prima  elitari per questo servizio, li si veda atterrare in  prossimità di ospedali della Sardegna (da poco a Nuoro). Questo dopo che il loro servizio ha avuto una fine immeritata.

Ricostruzione a seconda della bandiera

La sopravvivenza della dignità  è messa a durissima prova da mancanza di lavoro, povertà estreme e disfatta a tutto tondo dello stato sociale, la vera forza di questo paese. In ballo c’è l’offerta sanitaria di un’isola vastissima con pochi abitanti, strade da far rabbrividire, distribuite pessimamente in oltre 24.000 Km². Rimediare alle storture di una riforma sanitaria che ha mostrato da subito tutte le sue incongruenze, non è semplice. Non lo è per diverse ragioni. La prima è che esistono problemi oggettivi a monte, la mancanza di medici che è un dato nazionale critico che peggiorerà nei prossimi 10 anni. Si calcola in circa 20.000 medici in meno in Italia.

La seconda, è perché il disegno di chi ci governa oggi, a livello regionale e nazionale, è uguale. Si scivola lentamente e inesorabilmente verso la deriva della sanità privata, anche attraverso aiuti esterni esteri (Mater Olbia).

La perdita della nostra facoltà di spendere  moneta, è finita da quando l’Italia aderì al cervellotico piano europeista di cui ancora non si sono pagate le maggiori perdite. Sobbalzo quando sento parlare di riduzione degli sprechi da parte di chi ci ha fatti andare in questa fornace che ci sta pian pianino distruggendo. Ma quali sprechi? E come non considerare spreco 150 milioni di € per finanziare un doppione della sanità pubblica costruita da privati? Un doppio spreco perché da un lato amplia l’offerta di specialità esistenti. dall’altra riduce ancor più la spesa sanitaria pubblica. Problemi che non esisterebbero se ogni ospedale venisse potenziato con la spesa pubblica oggi costretta al pareggio dalla asfissia economicida.

Le conseguenze sul piano social saranno delittuose, sarà come dire a un povero, ad un anziano, non possiamo curarti perché non hai soldi. Si, ci sono le assicurazioni, è vero, come negli USA. E chi detiene il controllo delle finanziarie e delle assicurazioni? Sempre le stesse lobbies affaristiche che stanno dietro la sconfitta della sanità pubblica. Fantasie? Quando ve ne accorgerete sarà troppo tardi.

Strane alleanze, improvvisi dietrofront, sostanziale analogia tra questi e quelli.

La ricostruzione. All’indomani dei primi effetti della riforma Arru, cadono come birilli servizi sanitari ovunque, si chiudono reparti, si riduce la spesa per favorire altri servizi come elisoccorso, sostanzialmente quel che si evince è disperazione della gente, ritardi cronici e mostruosi per visite e appuntamenti. Dall’ex assessore parole e basta persino dinanzi al prefetto di Sassari al quale sottoscrive impegno senza mai parlare di tempistica. O quando lo fa, disattende mentre continua a sostenere che l’affare Mater Olbia non c’entri nulla con la sanità pubblica. Ovvio che non è così, dal momento che una struttura privata, a regime convenzionato, ha ben 205 posti letto che devono essere sottratti  ai vari ospedali del distretto, Olbia, Tempio e La Maddalena. Soprattutto Tempio e La Maddalena, pagano più di altri questo crimine, seppure quel che viene tolto si tenta di farlo passare come inevitabile. Ma di cosa stiamo parlando? Avere venduto letteralmente la sanità ai privati, avere fatto finta che nessuno avrebbe perso nulla mentre da 5 anni non abbiamo visto altro che perdite e ospedali vuoti? Era questa la riforma? 

Le alleanze strane sono una caratteristiche della attuale politica che non sorprende più nessuno. Nella stessa votazione votano a favore, pisdazzini leghisti, uddiccini, piddini. Un finanziamento di una struttura privata vede anche i democratici favorevoli. Che coincidenze strane. I dietro front poi! Consiglieri che ricevono corpose e documentali prove di questioni giudiziarie poco chiare, ne prendono atto, spostano di una settimana l’impegno del voto e poi, come allegre comari, sposano felicemente la causa privata. Tra loro, porca miseria, anche chi deve proteggere salvare il nostro ospedale. Ligio ai dettami della tessera, decide oer il suo partito.  Esempi che riecheggiano nella memoria di tanti fra noi.Vero Mario? Morale, questi e quelli uguali sono.

La ricostruzione passa per la cancellazione della riforma Arru

Sarebbe il primo passo verso la ricostruzione, cancellare quella riforma sciagurata che ci ha portati a questa fase. Quanto sembra, su anticipazioni del nuovo assessore Nieddu, già riscritto deve tener conto che peggio di come stanno attualmente le cose, non può essere. Nessuno vuole la luna ma una dignità accettabile di risposte alle perdite degli ospedali minori, Tempio e La Maddalena. Nelle intenzioni dell’on. Lapia, che domani sarà a Tempio, c’è addirittura un potenziamento del Palo Dettori. Se la Lapia che è deputato dei 5stelle e referente del mistero per la Sardegna, prende in mano la situazione, aldilà anche dei suoi proclami su facebook, che sia lei a interrompere lo scempio in atto. Che si provveda a riaprire i servizi che la stessa legge Arru ci ha lasciati, che risolva il caso della donna 37enne che attende una RSA per andare a curarsi adeguatamente, e infine che questa regione che vede oggi il miraggio del Mater Olbia come salvifica via per una migliore sanità,  consideri che dietro ci sono indagini in corso e a breve potrebbe essere inficiato anche quel che alcuni consiglieri e assessori hanno considerato una trionfale vittoria.

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