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Dati falsati nel progetto che sfregerà Saccargia

Basilica di Saccargia

Un’interrogazione parlamentare dell’on. Francesca Ghirra  porta il caso a Roma.

Progetti raffazzonati fatti con copia-incolla

Si lavora per lo più in silenzio. Sere e notti intere sulle carte, sui progetti, a mettere in rilievo le innumerevoli falle, le norme disattese, le leggi aggirate.
Non c’è mai abbastanza tempo. I predoni hanno fretta, corrono: i fondi del PNRR, quelli che dovremo restituire con interessi salatissimi, non bastano per tutti. Bisogna accaparrarseli il prima possibile, quanto più possibile. E allora si stilano progetti raffazzonati, con dati falsati, spesso copia-incolla di altri progetti che riguardano altre zone e altre regioni.
Sarebbe grottesco se non fosse tutto tanto tragico.
I convegni pubblici sono solo la punta dell’iceberg. Ma anche dietro le assemblee informative c’è tantissimo lavoro, anche se non si vede.

Perché si fa? Perché qualcuno DEVE farlo. Perché se tutti si girassero dall’altra parte non ci sarebbero più speranze per la nostra terra. Si fa indipendentemente dai risultati, a prescindere dall’approvazione altrui, trascurando spesso anche la propria vita. Si lavora in piccoli gruppi mentre i più stanno a guardare, o si limitano a darti una pacca sulle spalle: «Bravi, bravi, fate bene, continuate così».
«E tu?»
«Ah, io non posso, non ho tempo».
È quasi comprensibile. L’etichetta di “polemico” non piace a nessuno. E poi non bisogna pestare i piedi a quel politico… non si deve disturbare l’amministratore… non si può tradire il Partito.

Dati falsati anche nel progetto che sfregerà Saccargia

Ogni tanto, però, arriva qualche risultato.
Come quello ottenuto dal Coordinamento Gallura contro la speculazione eolica e fotovoltaica e il Comitato Sarcidano, che grazie ai loro tecnici hanno scoperto una grossa falla nei progetti eolici sia a terra che in mare: la “producibilità”.
In pratica è la quantità di energia che verrà prodotta, e che dev’essere dichiarata per giustificare la sostenibilità e remuneratività dell’impianto. Per giustificare la sua stessa esistenza, insomma, e dunque il suo finanziamento pubblico.

E come si fa a stabilire quanta energia si produrrà? Si posizionano i cosiddetti “anemometri”, cioè i misuratori di vento, nei luoghi dove si vorrebbero erigere le pale, riproducendone le condizioni.

Ma qualcuno di voi ha mai visto gli anemometri al largo della costa di Olbia, o di La Maddalena, o di Siniscola? Eppure in quel tratto, secondo gli speculatori, dovrebbero essere innalzate 250 pale di circa 300 metri.

Come hanno fatto a stabilire quanta energia produrranno?
Hanno usato dei “modelli” virtuali, prendendone uno a caso, naturalmente quello più conveniente alle aziende. Il risultato? Dati assolutamente inattendibili.

Pale su SaccargiaLo stesso è stato fatto per il cosiddetto repowering, ossia potenziamento, delle pale situate a poca distanza da Saccargia, che secondo i progettisti dovrebbero ora arrivare a toccare quasi i 200 metri d’altezza, sfregiando per sempre uno dei panorami più conosciuti e amati della Sardegna.
E come se non bastasse, dalle mappe allegate al progetto di repowering stranamente sono scomparsi sia la basilica di Saccargia sia il nuraghe lì vicino. Così chi dovrà approvare non si farà problemi.

L’interrogazione parlamentare dell’on. Francesca Ghirra

Ecco, questa cosa non è andata giù al Coordinamento Gallura e al Comitato Sarcidano: «Il fenomeno della distorsione, se non falsificazione, dello studio del vento è una consuetudine nei progetti eolici presentati in Sardegna, a terra e a mare. Eclatanti sono le nostre denunce – anche attraverso le osservazioni sul portale MASE – sull’assenza totale di anemometri nell’area interessata dagli impianti off shore del nord est della Sardegna».

Perciò ne hanno informato i 16 parlamentari sardi che siedono a Roma, chiedendo un intervento.
In 13 hanno ignorato, per ora, la missiva. Tre invece hanno risposto: si tratta dei senatori Antonella Zedda e Giovanni Satta (entrambi di Fratelli d’Italia) e della deputata Francesca Ghirra (Alleanza Verdi e Sinistra).

E proprio Francesca Ghirra ha presentato nei giorni scorsi un’interrogazione al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). A questo link il testo.

La notizia, anche se in pochi le hanno dato il rilievo che merita, ha un gran peso.
L’interrogazione riprende la richiesta, fatta dai due comitati, di “annullamento in autotutela” del progetto già approvato per il potenziamento del parco eolico Nulvi-Ploaghe, presentato dalla società ERG Wind Sardegna Srl. Un progetto che comprometterà irrimediabilmente la Basilica di Saccargia con 27 aerogeneratori alti circa 180 metri, al posto degli attuali che sono alti 76 metri.

Invece la Regione Sardegna tace

La richiesta dell’annullamento in autotutela si basa sulla rilevazione di dati distorti e a-scientifici nello studio anemometrico presentato dalla ERG Wind. Naturalmente potrebbe essere fatta anche dalla Regione Sardegna, anzi avrebbe enormemente più forza. Ma da quelle parti TUTTO TACE. Perché?

Un abbraccio per Saccargia

 

 

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