Il padrone delle chiavi, è luogo comune, apre ogni porta. Avrebbe nelle mani tale presunta potenza finanziaria da pensare che ogni atto, qualsiasi azione, gli venga sempre appoggiata e sostenuta. Poco conta che la semina produca o meno frutti esclusivi e buoni, perché quelli più succosi se li mangia lui.
Non da agli altri,ma fa credere di farlo, pensando che comunque sarebbe lesa maestà se gli rompessero le uova nel paniere o lo si incalzasse per manifesta prepotenza, arroganza e menzogna. Chi ha in mano le chiavi, come noto, ha pieni poteri, riconosciuti o meno che siano, per impadronirsi di tutto, del sole in inverno e della vivacità decadente in estate.
La misura della decadenza di un paese, è data dalla intraprendenza del padrone delle chiavi che imperversa in ogni paese e nessuno gliene chiede conto. Non importa quale sia l’amministrazione o il governo locale, regionale o nazionale, il padrone delle chiavi conserva il segreto di cento bandiere e tessere alla bisogna.
Sa destreggiarsi q.b., abilmente e con chicchessia, destra e sinistra sono concetti inutili e controproducenti, inservibili. E su questo, ma solo su tali presupposti, ha il mio total assenso.
Il padrone delle chiavi sa tutto e conosce tutto e tutti, abile come pochi a chiedere ed ottenere in virtù di una singolarissima idea dell’impresa che sa distribuire e talvolta moltiplicare come Gesù. Ricordate il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci? Roba simile.
Il padrone delle chiavi comanda, agisce, impone, possiede cento volti e cento maschere
La decadenza nella quale vive il paese, fa si che al padrone delle chiavi non occorra più di tanto “fare” ma “esserci”. Millantatore ed incantatore di serpenti, giocherellone come pochi altri, egli sa conquistarti e accattivarsi la tua attenzione come un mago, senza mai rivelarti il trucco che nasconde nelle mani. Impossibile non restarne ammaliati, egli è colui che fa, produce PIL, crea lavoro, da sempre qualcosa ma, di solito, è sempre di più quel che prende. Una maschera, il padrone delle chiavi la possiede sempre e per qualsiasi circostanza.
Non entrate mai in concorrenza con lui, perché perdereste sempre. E’ un asso come prestigiatore e ottiene ciò che vuole anche a costo di chiedervi scusa se vi ha offeso.
Il padrone delle chiavi è uno, nessuno, centomila, il personaggio del romanzo di Pirandello che passa per folle e cerca di fornire un’altra immagine di se. Sa indietreggiare di un passo ma subito dopo avanza come un carrarmato per riavere indietro quanto pensa gli abbiate tolto. E lo rivuole con gli interessi, perché al padrone delle chiavi nulla può essere mai levato pur nella piena legittimità. In qualche modo, il padrone delle chiavi vi tiene per i coglioni ma a voi questo non importa.
Adorare il dio delle chiavi è quasi un obbligo. In puro stile decadente ed inconsistente, il padrone ha tutte le chiavi della città, per cui non lo ferma nessuno e tutti ne hanno stranamente paura.
Pur essendo uno come tanti, nessuna particolare istruzione, come un RAS sa vendere il suo teatrino omnia saecula saeculorum ed ottiene sempre quanto cerca.
Ogni riferimento a persone o fatti espressi in questo pezzo, è da ritenersi puramente casuale. Se pensate che in questo quadro possa essere individuato qualcuno, ciò non è di mia personale responsabilità. La narrazione nasce da fatti realmente accaduti qui ma anche in cento altri luoghi e con diversi personaggi. Ogni luogo ha un padrone delle chiavi e ogni posto ne subisce l’ingerenza e la tracotanza.