Terzo caso al Paolo Dettori?

Sarebbe il terzo caso di Covid 19 dentro l’ospedale di Tempio ma da parte della direzione sanitaria non trapela alcuna conferma. Il veto, per meglio dire, il bavaglio  agli organi di stampa e di informazione, non impedisce tuttavia che le cose si vengano a sapere da fonti attendibili ma solo che vengano successivamente confermate.

foto galluranews

Qui, anche a Tempio, la situazione potrebbe precipitare se si continua a nascondere la verità perché un improprio provvedimento di censura del Presidente della Regione, ha confinato l’informazione nell’oblio.

Anche la censura è figlia della medesima sprovvedutezza che fa vagare nella nebbia questa amministrazione regionale. Creare un muro, privare la popolazione della necessaria conoscenza di quanto succede, è consono a vecchi regimi fascisti e totalitari.

Il terzo caso, una donna anziana allettata, con patologia cronica, si evincerebbe da due tamponi eseguiti ed entrambi positivi. Immediate le precauzioni che però non sortiscono comunicati o altro per mettere in guardia su possibili contagi.

Ciò, non depone a favore dell’informazione corretta e precisa. Non tanto dei sanitari del reparto di medicina dove si troverebbe in isolamento questa paziente, ma per i sanitari stessi che ci lavorano. 

A cosa, perché e a chi serve celare questa notizia?

Un terzo caso scoperto “per caso”.

Venire a conoscenza per vie traverse di un terzo caso non denunciato, è un fatto grave che lascia interdetti sia gli ospedalieri che l’intera comunità. La causalità che lo fa uscire fuori questa notizia, è anche quella derivazione dello stato surreale nel quale oggi operano i sanitari. I presidi DPI, dei quali  i sanitari stessi necessitano perché non ce ne sono, mette a repentaglio anche la loro sicurezza di lavorare serenamente. Non è possibile che nessuno abbia provveduto a scrivere e denunciare. Siamo nelle mani di un’azienda che pensa a celare le informazioni per dare l’idea che tutto sia gestibile lo stesso. No, non è così e anche questo “dire e non dire”, contribuisce a creare caos e rischi tra i sanitari stessi e in tutta la popolazione

Qualora si fossero attivati tutti i sistemi per allertare familiari e gli stessi sanitari di quel reparto, ogni caso non denunciato e portato alla luce, è sintomatico di una situazione caotica che è sfuggita di mano a tutti.

Non è col silenzio, che tanto piace ad assessore e presidente della regione, che si risolvono i problemi dell’emergenza.

Triste è sapere che questa notizia, alla quale manca solo l’ufficialità, scaturisca dalle paure degli operatori sanitari o di chi gestisce la direzione amministrativa che risponde ad ordini superiori fragili e inutili. Diteci come stanno le cose.

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