Visite interdette ai ricoverati in ospedale, uno scandalo.

L'assurda regola che vige in alcuni reparti e strutture di impedire l'accesso ai familiari.

Le visite dei familiari ai ricoverati presso strutture ospedaliere o RSA restano ancora interdette.

Non vale per tutti i reparti del Paolo Dettori ma per la Medicina è fatto divieto assoluto. Non se ne capiscono le ragioni, pur capendo che si tratti di un reparto con prevalenza di ricoveri di anziani e vecchi, particolarmente sensibili, come noto, ai contagi. Se i contagi ci fossero, però.

Non sapendo, come tutti sappiamo, che la Sardegna è a zero di contagi da tempo (tranne qualche recente caso). Quanto accade oggi è inverosimile, trattandosi di persone che hanno bisogno di rivedere i propri cari dopo tre mesi di questa epidemia che è conclusa. Stessa situazione  nelle RSA e nei ricoveri per anziani, dove permane il veto di rivedere i propri parenti. Il dolore dell’assenza, un dramma quando si ratta di persone di età avanzata o molto avanzata, è inimmaginabile per chi non lo vive.

Vogliamo che i nostri genitori anziani o vecchi muoiano di solitudine?

L’episodio accaduto ad una donna di Tempio, Liliana, è emblematico.

Visite interdette nel reparto di Medicina

« Mia mamma ha quasi 96 anni, era ricoverata a Sassari per 15 giorni a causa di una bronco polmonite. Lei si trova nella casa di riposo di Aggius ed ha avuto questi problemi non legati, fortunatamente al Covid. A Sassari, a qualsiasi ora, potevo chiamare per sapere di lei e ho sempre avuto risposta e soddisfazione dal personale, molto premuroso. Qualche giorno fa è stata dimessa ma si è sentita di nuovo male e l’hanno portata al Pronto Soccorso del Paolo Dettori. Aveva necessità di una TAC ma prima doveva essere sottoposta al tampone. Ne aveva già fatti tre, di cui uno all’Istituto e due a Sassari. Le regole, sono che se ne deve fare comunque un altro prima di essere ricoverati. Trascorre l’intera notte al PS.  L’esito arriva, ovviamente negativo, e mamma viene sottoposta alla TAC e dopo, i serata,  ricoverata in Medicina. Io resto senza notizie. Non riuscivo a parlare prima della tarda serata con un medico. Chiedo al medico se mamma aveva mangiato qualcosa, a lei basta del latte. Il medico risponde che non ne avevano in reparto». 

Il corridoio del reparto di medicina del Paolo Dettori (foto Natalina Casu)

«Chiedo se posso salire per portarle del latte e il medico mi autorizza a portarle del latte, dei biscotti, il cambio, ecc. Una concessione, dal momento che le visite non sono ancora aperte ai familiari. Al telefono chiedo il giorno dopo se potevo portarle del cibo e mi dicono di si ma stavolta non mi fanno accedere al reparto. Il pasto riesco a consegnarlo, dopo un’attesa di ore, alle 15.00 quando apprendo che mamma aveva mangiato».

Visite interdette anche in tutte le case di riposo e nelle RSA

«Chiedo che le venisse messo in frigo e dato il giorno dopo. Tutto, tenga conto, senza che io riuscissi a vedere mia madre e dopo sollecitazioni dalla portineria. Dalla porta vengo mandata via, ingresso vietato. Trovo il tutto assurdo e ridicolo, dal momento che è mia madre e che l’avevo vista il giorno prima per il latte. Oggi, mi si dice di chiamare per le notizie dalle 13.00 alle 14.00, allo studio medico non rispondono. In reparto, mi dicono di chiamare direttamente verso le 14.00, dal momento che era in corso una riunione del personale. Provo altre volte in reparto ma non risponde nessuno. Mi piacerebbe sapere come funziona questo reparto e come deve fare una figlia per sapere della madre o meglio perché non mi viene permesso di vederla. L’ansia che ho è terribile, e non sapere di mamma mi destabilizza ancor di più». 

«Vedrò mia madre dentro una bara? O me la faranno rivedere ancora viva?»

« Approfitto del suo spazio per sollecitare anche il sindaco di Aggius per consentire l’accesso ai nostri cari nella casa di riposo (stessa situazione in tutte le RSA). Ditemi com’è possibile non vedere una madre o un proprio caro per tre mesi dai primi di marzo. Questo isolamento mi dicano a chi e a cosa serve, dal momento che in Sardegna non si sono più rischi. Questi famosi”ordini dall’alto”, da chi devono arrivare per poter vedere i nostri cari in ospedale o nelle case di riposo? Mia mamma la dovrà rivedere dentro una bara o ho ancora la possibilità di vederla viva?» 

 

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