«Mio figlio ha rischiato di morire», sfiorato il dramma per le deficienze del Paolo Dettori

Poteva finire nel dramma l'ennesimo episodio legato alle troppe carenze del nostro ospedale

« Mio figlio di due anni ha rischiato di morire e tutto a causa della mancanza della pediatria, così com’era prima». A raccontare questo triste episodio, Sonia, madre di quattro figli ed un quinto in arrivo. Il piccolo, come lucidamente ci scrive, ha davvero rischiato la morte a causa delle troppe deficienze della sanità territoriale. La pediatria, come noto, è tra quei reparti che si son visti, da un giorno all’altro, svuotati di medici, obbligati a ridurre l’operatività e, soprattutto, a non prendersi in carico, così come accadeva in precedenza, casi anche disperati. Sonia, descrive così l’accaduto.

« Mio figlio Samuel di soli 2 anni aveva la febbre da alcuni giorni ed era sotto terapia di Nurofen. Il 17 dicembre,  è rimasto praticamente addormentato dalle 10 del mattino alle 23:30 di notte senza mangiare, bere, né svegliarsi. A marzo, sempre di quest’anno, a causa della febbre ha avuto un black out cerebrale e anche quella volta abbiamo chiamato il 118 che, anziché arrivare, hanno mandato la protezione civile dopo mezz’ora. La protezione civile non è servita a nulla in quanto, meno male, il bambino lo ha rianimato mio marito ! All’epoca ci hanno chiesto se volevamo andare con la nostra macchina a Olbia perché qua non potevano vederlo perché ormai erano le 20:00. Ci è andata bene !»

«Mio figlio tre giorni fa ha rischiato la morte»

«Questa volta – continua la madre – invece, venerdì 17 scorso, ho telefonato alle 14:00 in ospedale per chiedere se poteva essere visto con urgenza. Non reagiva a nessun stimolo e ho avuto paura. Mi è stato risposto di portarlo l’indomani mattina alle 8:30 al Pronto Soccorso !

Per fortuna il suo pediatra mi ha risposto tutto il giorno. Abbiamo provato anticipando la somministrazione di Nurofen di qualche ora. Mio figlio, tuttavia, continua a non reagire e alle 21:00 la febbre da 38,5 e salita a 40. Lui era viola in tutto il corpo, stava per avere un altra crisi come la volta precedente. Il pediatra mi risponde di dargli l’antibiotico ma, essendo ormai le 21:00, le farmacie sono chiuse. Cerchiamo la farmacia di turno su internet e andiamo anche di persona alla farmacia che ci indica che la farmacia è quella di Pinna. Chiamiamo, ma il telefono risulta spento!»

«Mio figlio in attesa di un antibiotico che siamo costretti ad andare a prendere a Sassari»

Il racconto assume i toni del dramma. Sonia e il marito si rendono conto che è una questione di tempo e  che il bambino  necessita del farmaco per non morire.

«Il pediatra ci dice di chiamare i carabinieri che anche loro ci aiutano nel cercare la farmacia aperta.  Ci procura il numero della farmacia aperta che, però, è purtroppo sprovvista del farmaco. A quel punto mio marito chiama Sassari dove le farmacie sono aperte fino alle 22;30 e si mette in macchina per comprare il farmaco ! Mentre mio marito cerca il farmaco, e lo trova, i carabinieri continuano a cercare altre farmacie. Il loro operato, al solito encomiabile, garantisce che sarebbero disposti anche a portarmi il farmaco a casa. Io, resto in attesa a casa.Ho  un altro figlio di 4 anni e non potevo di certo spostarmi perché la macchina con i seggiolini l’aveva mio marito che era a Sassari.

Finalmente Samuel  reagisce e si riprende dal suo stato vegetativo! E’ salvo e   fuori pericolo».

«Oggi mio  figlio, domani chissà chi toccherà mentre l’amministrazione pensa ad altro»

«Ma è possibile -conclude Sonia- che il sindaco visto che è il primo cittadino, e quindi responsabile sanitario per quanto accade nell’ospedale, non si sia mai chiesto quanto dista Olbia e Sassari da noi? Perché, finché va bene tutto va bene. Ma, se succede il peggio cosa devo fare? Forse è il caso che anziché pensare al carnevale, a Rinaggiu, al trenino con tutte le feste ed impegni, è meglio  far funzionare l’ospedale. Credo sia molto ma molto più importante ! Non tutti hanno la corsia preferenziale!»

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