« Bisogna tutelare e far crescere la cultura ambientale e il rispetto». La frase viene pronunciata da tante persone, ed appare un postulato e una condizione imprescindibile. E’ civiltà e riconoscenza per quel che la natura ha voluto donare alla Sardegna.
Ovunque capiti di andare, è la natura stessa che te lo chiede. Spesso siamo noi ad essere sordi alle sue preghiere silenti, ma maggiori sono le responsabilità di coloro che devono occuparsene. Le amministrazioni, è vero, fanno quel che possono, ma l’abbandono e l’incuria, accompagnate alla mancanza di infrastrutture essenziali, non sono carenze di fondi ma poco rispetto per il bene comune. Il gettito IMU per queste abitazioni, è notevole. I soldi vanno spesi e divisi anche con questa perla della nostra costa.
Ne parlo con Ezio Orrigoni, 70 anni ben portati e da 20 anni uno dei tanti residenti stagionali a Costa Paradiso, un angolo di rara bellezza che dista meno di 1 ora di auto da Tempio.
Costa Paradiso appartiene amministrativamente al comune di Trinità e, proprio in questi ultimi tempi, è al centro di una polemica, per fortuna rientrata in parte, dall’appello lanciato da Diana Lanciotti, giornalista e anch’ella residente d’estate qui. La Lanciotti ha voluto esprimere, a nome di un comitato che raggruppa tutti i residenti, l’allarme sui rifiuti, le erbacce ed un sistema fognario risalente agli anni ’60.
Costa Paradiso ha avuto una crescita incredibile di abitazioni lungo la costa selvaggia e rocciosa, tutte a sviluppo basso e perfettamente integrate.
Bisogna tutelare e rispettare un patrimonio ambientale, unico e prezioso.
Costa Paradiso è oggi la croce e la felicità di un turismo attempato ma rispettoso. Circa 2.000 abitazioni e la presenza anche per mesi fuori stagione di tanti proprietari della penisola. Queste persone cercano il silenzio e la natura ma, poiché lasciano tanti soldi come seconde case al comune, pretendono giustamente una maggiore cura dell’intero comparto. Sono lombardi in prevalenza e amano il posto a cui li lega una costante presenza annuale.

Ezio Orrigoni ci passa 5 mesi ogni anno. Faceva lo spedizioniere di dogana e oggi si gode la pensione anche preoccupandosi del futuro di Costa Paradiso di cui è diventato una sorta di Memoria storica. A sua volta, promuove iniziative culturali e, per non far torto alla “parte alta” di Costa Paradiso, gli spettacoli si svolgono anche nella “parte bassa”. quella sul mare. Amico del padre di Alberto Paloschi, li trovo tutti assieme al Jolly Bar di Giuliano Addis. Ha giocato nella seconda divisione svizzera di calcio ai suoi tempi e Costa Paradiso è ormai una ragione importante della sua vita. Lo capisci dalla decisione con cui parla delle carenze del luogo e di come ci voglia poco a risolverle.
«Bisogna davvero tutelare questo paradiso».
Non a caso qualcuno la battezzò Costa Paradiso
L’intervista è disturbata da rumori ambientali ma il succo è nella sua voglia di vedere questo angolo d cielo curato e gestito al meglio per un interesse che non è personale ma appartiene a tutti, sardi e non sardi. Grazie a Ezio e a Giuliano, un gancio importante per queste opportunità.