Caduta di stile, cosi chiamano il racconto dei fatti.

Caduta di stile, quante volte vi sarà capitato di averlo sentito verso il comportamento di altri o magari rivolto a voi stessi. Ma cosa diavolo sarebbe la caduta di stile? Sarebbe lo scivolamento da un “comportamento corretto” (meglio accomodante) verso un altro che non lo è abbastanza. E’ una deviazione da quello che i puristi della lingua italiana chiamano “stile”, equiparandolo a chissà quali valori non bene precisato. E’ il carattere, la cosiddetta fisiognomica, scienza mai definita tale, che pretende di costruire un modello di riferimento per se stessi e per gli altri. Un uomo che ha stile, di solito, non esce mai fuori da quei binari comportamentali che lo attestano tra i normali, come se la stessa normalità fosse definibile. 

Tombini stradali di viale Valentino, due cm sotto il livello stradale
Tombini stradali numerosi in Viale Valentino che gli automobilisti cercano di evitare

Se mi viene rimproverato “hai avuto una caduta di stile”,  personalmente mi suona offensivo perché sembra che qualcosa che ho scritto sia stata contro corrente rispetto a quanto facevo prima. Il che, come nel caso del pezzo scritto ( questo il link), non corrisponde al vero. Tutt’altro, perché semmai è coerente con questo lavoro “gratuito” che faccio per la comunità. Quando mi arrivano delle segnalazioni e le stesse vengono prese in carico, sono il primo che ne attesto la veridicità ringraziando persino l’amministratore che se ne è occupato. Lo ritengo non “stile” ma correttezza. Quando per anni  segnalo vicende che non sono mai state prese in considerazione, e lo scrivo, allora pecco di stile e di conseguente sua caduta. Ossia, per farla breve, scrivere i fatti veri rappresenta una caduta di stile. 

Anni che questo quadro è stato segnalato perché veniva sottratta l’acqua pubblica della scuola(mai risolto)

Accusare qualcuno di “caduta di stile” è una frase fatta che non ha spiegazioni congrue.

Allora, se mi si dice che la mia è stata una caduta di stile quando è del tutto conforme a quanto ho sempre fatto, perché ci si risente quando la definizione la si ritiene ingiusta e del tutto strumentale? Quale sarebbe il dolo, aver scritto che ogni 5 anni la città si toglie qualche grammo di polvere per acchiappare consensi? Accade sempre, con questi e con chi li ha preceduti. Perché, cari amministratori, non ho padroni, né intendo averli e la presunta caduta di stile la confondete con il garbo e il rispetto con cui mi avete incasellato tra le persone ” morbide”. E, credetemi, lo sono ma quando le cose non vanno, perché non devo dirlo? Se poi, addirittura, mi minacciano di non farmi avere alcun comunicato, lo ritengo infantile e capriccioso, fermo restando che per me è la stessa identica cosa.

Non riporto alcune frasi poco cristalline ricevute ma vi lascio ad una sola considerazione: raccontare i fatti, buoni o cattivi che siano, può rientrare in uno stile o fa parte di un sentimento di amore verso la comunità che, semplicemente, cerco di informare di quanto accade?

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