Cantieri edili, opportuna la sospensione.

Sui cantieri edili in Italia esiste  poca omogeneità dell’azione governativa per quanto riguarda l’epidemia da coronavirus. Se in qualche regione sono stati sospesi, con opportuni decreti dell’amministrazione regionale, in Sardegna pochi ne parlano  e nulla si è deciso.  Il problema invece, è importante, vista la possibilità con cui gli addetti ai lavori possono entrare in contatto col virus.

Scrive Alessandro Cordella, titolare di una piccola azienda di ponteggi.

«Il governo non assume decisioni riguardo la sospensione dei cantieri edili non indispensabili o urgenti, nonostante le associazioni di categoria lo abbiano chiesto a gran voce il 13 u.s.

Una infinità di persone in Sardegna, si parla di piccolissime imprese, operano nell’edilizia, spostandosi da casa ai posti di lavoro. Ci si sposta su  furgoni, di solito, che non consentono certamente di mantenere le distanze di sicurezza previste dalle norme di contrasto al corona virus.

A questo si aggiunga la vita di cantiere nel normale svolgimento delle attività, tra colleghi anche di diverse imprese operanti. Ancora oltre i continui contatti con le rivendite di materiali edili. Insomma, una filiera che coinvolge decine di migliaia di operai e operaie. La diffusione del virus, seppur ancora sotto controllo, peggiora di ora in ora.

Bisogna fare in modo che si possa prevenire un grave peggioramento della situazione. Molte imprese non stanno sospendendo le attività perché in assenza di un documento, si esporrebbero a delle penali. Si é costretti a scegliere se sospendere e senza scudo a fallire oppure rischiare di contrarre e diffondere questo maledetto virus.

Stiamo parlando di 25mila addetti (un esercito) in giro per l’isola, mentre si chiede di restare a casa e si tenta di contenere la diffusione del virus, e di 11mila imprese in massima parte artigiane».

Cantieri edili e presidi introvabili

Alla questione sollevata da Cordella, si unisce anche un altro problema irrisolto, a Tempio come in tanti altri centri della Sardegna e d’Italia, quello dei presidi di sicurezza. Sono le indispensabili mascherine per la protezione individuale (DPI), che non si trovano nelle farmacie, e sono così difficili da reperire nella forma ma soprattutto nella sicurezza, prevista per una maggiore tutela.

A poco servono quelle leggere, anch’esse difficili da trovare, che non rappresentano uno scudo efficace contro questo virus. Nei cantieri sono indispensabili, come in qualsiasi altro luogo. Si lavora in esterno ma anche all’interno di case, quando si lavora a stretto contatto con colleghi o altre maestranze presenti nel cantiere stesso.

Sempre Alessandro Cordella, scrive su facebook al riguardo delle mascherine di protezione.

 

 

 

 

 

 

 

 

«Obbligare le persone all’utilizzo dei Dispositivi Protezione Individuale, sapendo benissimo che non se ne trova mezza, é oltremodo ridicolo e pericoloso. Le amministrazioni Comunali in collaborazione con la Protezione Civile, devono attivarsi per reperire, organizzare e distribuire, quanto necessario ad evitare il contagio, invece di sfornare in continuazione ordinanze con su scritto: state a casa. Noi stiamo a casa, voi state al vostro posto, svolgete il vostro compito: organizzate la difesa delle comunità!»

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