Corsica e Sardegna unite per risolvere il dramma dei collegamenti.

La Corsica e la Sardegna, le due isole gemelle, accomunate dalla geografia e da alcuni caratteri genetici che appartengono alla tempra e alla fierezza. Due popoli separati da un lembo di mare che vivono da sempre il problema del collegamento, legato a compagnie di navigazione che lievitano tra minima o bassissima garanzia. Impossibile non riferirsi agli ultimi tempi e alle tante disavventure di chi per lavoro è obbligato a affrontare quel tratto di mare di appena 11 chilometri nel suo punto più breve, poco più di mezz’ora di battello.

Le Bocche di Bonifacio, tra Santa Teresa Gallura e Bonifacio, di questi tempi sono palestra di resistenza ad oltranza, una vera sfida che sta costringendo i tantissimi viaggiatori a traversie di ogni sorta. Da spostamenti di rotta imporovvisi a navigazioni superate con gommoni. I camion e altri mezzi grossi lasciati o in Sardegna o in Corsica. Per il trasporto dei mezzi esiste sempre un problema, per i lavoratori settimanali e anche pluri-settimanali, occorre armarsi di estrema pazienza e di un portafoglio consistente. Si va dal salasso attraverso rotte per mezzo Tirreno, a totale disorganizzazione del vettore principale, la Moby, ogni giorno con qualche problema. Ad aprile, a dimostrazione della scarsa se non nulla attenzione della politica regionale sarda, scade anche la convenzione della continuità territoriale. 

Dal 7 febbraio, una situazione penosa. La Corsica e la Sardegna decidono di fare qualcosa.

Il 7 febbraio, la Giraglia, si incaglia sugli scogli di Santa Teresa, la Moby non ha altri mezzi di cui disporre per sopperire alle richieste di chi in Corsica o in Sardegna, ci va per lavoro. I mezzi restano fermi, oltre 200 camion sostano con le merci dentro, mentre ai passeggeri tocca raggiungere le due isole con mezzi di fortuna (o di sfortuna, a seconda dei punti di vista).

In gommone,   per tre persone chiedono 300€ o più. Si fanno i conti con i costi e con i ricavi. Il momento dice perdita. In più disagi a non finire, risparmi che volano via in soggiorni extra e pernottamenti, oltre alla tanta rabbia in corpo. 

La storia dei due galluresi, raccontata a galluranews, però scaturisce qualcosa. Osvaldo Premuselli, che ci raccontò la disavventura sua e del socio, ci richiama per annunciarci qualcosa di positivo.

«Il tuo articolo che racconta la nostra disavventura, ha colpito nel segno. La Moby ci chiama la sera stessa per chiedere scusa. Il tuo pezzo ha sciolto quella prepotenza e la insensibilità dimostrata non solo verso noi ma ad altri 150 che erano nella nostra stessa situazione. Scaturisce una macchia d’olio e tutti parlano e scrivono ora del problema. La politica si interroga. Non credo possa bastare ed è per questo che ti annuncio una iniziativa con gli amici corsi che hanno, come logico, lo stesso problema di noi sardi. Il Bastia, preso per sostituire il Giraglia, ha anch’esso dei problemi, pertanto la situazione è sempre drammatica. Stiamo organizzando qualcosa di grande con gli amici corsi e ti terremo costantemente aggiornato».

Conoscendo abbastanza bene la grinta dei corsi e quella dei sardi, davvero penalizzati da un accordo fatiscente con la compagnia convenzionata, ci si attendono sviluppi e riscontri da questa ennesima beffa a danno di chi lavora. Forza!

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