«Era un albero, ora non è», abbattuta una quercia in via Limbara.

« Come dire che prima era un albero, ora non è più nulla, solo un mucchietto di trucioli del taglio. La legna, se la son portata via. Fa male perché quell’albero era sano, e mi creda non esistevano problemi di sicurezza».

La foto di copertina è lo stato attuale, dopo il 10 aprile, appena 5 giorni fa. Prima che di mattina si attivasse questa operazione che dicono necessaria, in quanto la pianta pare fosse malata (lo dicono loro). 

La piazza era prima così, sulla sinistra si nota la quercia com’era.

A raccontare è Gianni Alias, ex postino che ha la sua casa nello slargo di via Limbara che è zona di sosta di autovetture di residenti o di avventori dei vicini esercizi commerciali.

Quel che resta della quercia

Una piazzetta che, grazie anche a questo albero che non c’è più, aveva anche una zona all’ombra per le auto durante le calde giornate estive. Ovviamente non è questa la sconfitta, ma un altro albero che non c’è più e che ci ha messo decenni prima di diventare una pianta tipica del nostro habitat ambientale.

Il vicinato ha appreso questa notizia, una specie di intervento che ci si affretterà a definire corretto, come tra i tanti radicali tagli del nostro patrimonio arboricolo definiti indispensabili. Alcune di queste operazioni appaiono giustificate ma tante non lo erano e non lo è nemmeno questa, sempre a parere del vicinato che ha in Gianni il portavoce.

Era un albero, ora non è più nulla.

« Quella quercia era uno spettacolo – dice Gianni Alias -. Un taglio effettuato da privati col consenso dell’amministrazione e del suo assessore all’ambiente. Hanno detto che fosse marcio. Le assicuro che non era marcio. Dicono che sia una questione di sicurezza, ma ritengo che sia una scusa. Non voglio pensare che sia il motivo di farsi legna. Mi fossi accorto, avrei chiamato la Forestale perché per me si tratta di un abuso. Confermo che hanno tagliato con l’avallo dell’assessore al quale, rivolgendolui una domanda sul perché, ha ricordato  quanto era accaduto a Parapinta, dove alcuni alberi erano caduti per il vento forte». 

Era un albero prima che si procedesse all’abitudine di tagliare, sfoltire, secondo principi che dicono “scientifici” ma che in questi anni hanno privato la città di troppo verde pubblico. 

« Guardi la foto che le ho inviato e mi dica se non c’erano altri interventi da fare nella zona. Quel passaggio, ricoperto di erbacce, è la traversina che collega via lImbara con via Bachelet. Secondo lei, c’erano altre cose da fare o era necessario abbattere un albero come quello?».

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