Giorgina Secci, al nono giorno di sciopero della fame.

Lo sciopero della fame per il diritto alla salute del suo territorio. Un esempio di cosa voglia dire la rabbia per quanto sta avvenendo in Ogliastra e in tutta l'isola.

Giorgina Secci ha 52 anni, è una collaboratrice scolastica di Urzulei ma la sua vocazione all’altruismo la induce a dare un contributo all’assistenza sanitaria. Da 22 anni è la presidente dell’associazione di volontariato 118 di Urzulei. E’ anche attivista del Comitato di Lotta, Giù le Mani Dall’Ogliastra.

«  Buongiorno Giorgina, quasi inutile chiederti perché stai praticando questo sciopero da ben 9 giorni»

Giorgina Secci , la foto di oggi, 9° giorno del suo sciopero della fame

« Guarda, sono sempre più allibita da questa amministrazione regionale. Posso capire il ritardo per la sanità ma sino a questo punto mai avrei immaginato. Ci sono i soldi da spendere per l’Ogliastra ma non lo fanno. Da 22 anni con altri volontari gestiamo il soccorso sanitario con l’associazione Pubblica Assistenza Volontari del Soccorso. Partiamo per andare a Talana, faccio un esempio, strade fatiscenti che sembrano ancora sterrate e spesso chiamiamo la guardia medica. Voglio dire che non è giusto avere due paesi scoperti da strutture di accettazione di pazienti in emergenza. Invece, quando partiamo per Lanusei, c’è attesa. Triage, visita e poi? Trasferimento da reparto del PS di Lanusei ad altro reparto, tempo che si perde, spesso un’intera giornata. Ad Urzulei siamo senza guardia medica. 50 minuti per arrivare a Lanusei, 1 ora e poco più per arrivare a Nuoro. A Urzulei il medico di base c’è solo la mattina o la sera. Se viene chiamato, come ovvio, ha altri pazienti da visitare e sposta al giorno dopo. 

Siamo un paese di 1200 abitanti, col centro ospedaliero di Lanusei in difficoltà  come ti ho detto, distante 50 minuti. Solo questo mese abbiamo fatto 17 soccorsi quasi tutti in codice rosso». 

 Giorgina che continua a lavorare ed a prestare la sua opera nel volontariato.

Sin dove arriva la forza e l’abnegazione di chi presta la sua opera nel volontariato? Non ha limiti, è puro sacrificio vissuto come necessità dell’istinto che accompagna e guida certe persone ad esserci comunque, anche con 9 giorni di sciopero della fame, anche a costo di essere derisa da qualche amministratore locale. O di vivere una situazione paradossale in famiglia, dove Giorgina cucina per il marito e per i suoi due figli. Marito e figli in disaccordo con lei per questa scelta che fa il paio con altri coraggiosi lottatori, come Francesco Doneddu, rappresentante dell’associazione dei cardiopatici di Lanusei, che continua il suo sciopero da 15 giorni.

« Io continuo a lavorare e a fare volontariato con l’autoambulanza e a fare il mio abituale lavoro di collaboratrice scolastica. Ho lo stomaco chiuso e anche volendo non riuscirei a mangiare. Mi tengo in piedi con la rabbia che monta sempre più per questa assurda situazione che in Ogliastra stiamo vivendo». 

«Ma come fai a reggerti in piedi, lavoro e assistenza sanitaria?».

« Sono come sazia dal blocco allo stomaco, bevo solo acqua e un caffè amaro la mattina. Pura adrenalina, nervoso, ho i crampi come se avessi mangiato. Sono preoccupata perché io sono di quelle che fanno davvero di tutto per dare una mano, prendo nota e riferisco all’azienda sanitaria quelle che sono le carenze e le difficoltà quotidiane. A Lanusei, al PS sono in emergenza, a Nuoro, dove capita di portare dei pazienti, ci chiedono “perché o avete portato qui?”. Ironica, rispondo ” non sapevamo che fare, ci stiamo facendo una passeggiata”.

Ma è possibile tutto questo? Ma noi dell’Ogliastra,  direi tutti i sardi, ci meritiamo tutto quello che sta accadendo? Sindaco e amministratori che mi dicono che non sponsorizzano il mio sciopero. Come se avessi mai chiesto qualcosa. Insistono anche che a Lanusei l’emodinamica di Lanusei funzioni. Pensa che due pazienti di Urzulei, che nelle condizioni in cui erano non arrivavano nemmeno a Nuoro, sono stati salvati dall’equipe medica di Cagliari che viene una volta al mese a Lanusei».  

Giorgina si augura che questa situazione si sblocchi e si arrivi ad una soluzione.

« Cosa pensi che si smuova con questa iniziativa tua e con l’altra attualmente in corso a Lanusei?».

« Lo spero che succeda qualcosa. Non possiamo andare sempre a Nuoro o a Cagliari, diano la soluzione per Lanusei quanto prima. Sta scoppiando tutto nel vero senso della parola. Le strade sono pessime, abbiamo difficoltà per arrivare ovunque. A Nuoro ci si mette 1 ora e 10′. Anche se ti sposti con l’autoambulanza in codice rosso, devi sempre rispettare il codice della strada.  Mi auguro non solo di riuscire a sensibilizzare assessore e medici ma di continuare, assieme a tutti i comitati di lotta per la Sanità sarda, ad insistere con le iniziative e a non mollare mai. E’ un diritto inalienabile, non ci devono togliere anche la speranza di avere la certezza delle cure, No chiediamo di avere un ospedale sotto casa, ma di poterci recare negli ospedali prossimali e trovarci quanto serve».

Quel che chiediamo, attraverso la condivisione di questa storia, è solo di coinvolgere tutta la popolazione sarda sulle enormi carenze della sanità pubblica. Non si può sempre abbassare la testa e accettare ogni giorno che si perdano servizi e diritti. Non lasciamo mai soli i coraggiosi che lottano al posto nostro. Giorgina è un esempio anche diverso dagli altri. Lei lotta per i nostri diritti, gli stessi che nel suo quotidiano lavoro di volontaria, cerca di rispettare, proteggere, anche col sacrificio di un suo personale sciopero della fame che non le ha precluso di continuare a svolgere la sua preziosa attività. Forza Ogliastra, forza Giorgina, la Gallura in lotta per la Sanità è con voi.

Related Articles