Il Giardino, la riapertura dello storico locale

Il Giardino, primo ristorante e primo albergo della città, riapre con una nuova gestione. Nato nel 1926 per opera di Giovannino Conconi, ha attraversato alterne fortune negli ultimi 20 anni. La notizia del suo rientro nei ranghi che appartengono alla storia di questa città, non può fare che piacere.

« Sono felice di aver investito in questo pezzo di storia che appartiene alla mia famiglia» – dice Fausto Spano, proprietario e discendente della famiglia Conconi, nipote del suo fondatore. «A Tempio ci sono le mie radici, mia madre era la figlia di Nonno Giovannino Conconi. Per me è una dimostrazione di gratitudine verso questa città. Qui ho mantenute salde le mie origini perché di fatto mi considero tempiese pur vivendo a Sassari da sempre. Questo locale ce l’ho nel cuore, ci trascorrevo ogni anno le mie vacanze. A Tempio mi sento legato non solo perché ogni anno racconto il Carnevale ma perché ho qui anche parte della famiglia e tantissimi amici».

Fausto è la voce televisiva del Carnevale.  Giornalista di Videolina, da tempi remoti racconta la sfilata, che sia quella della domenica o del martedì. La sua telecronaca è in realtà conoscenza dei costumi e delle tradizioni galluresi di cui descrive ogni minimo particolare. Per certi versi, non sarebbe Carnevale senza la sua voce e il suo coinvolgimento anche emotivo.

Ha sempre creduto nel ristorante Il Giardino, nel cuore della città storica, a due passi da Piazza Gallura, immerso nel selciato e nelle pietre di un paese che lentamente muore e avrebbe bisogno di ricucire il rapporto con se stesso e con la sua fierezza. Questa nuova avventura, è una scommessa, un tentativo di riproporre un pezzo importante della nostra storia per offrirlo al turista, alla gente che spera in una rinascita e attende sussulti di appartenenza alla propria cultura, da tempo assopiti.

Ci credono i due gestori, Paola Sechi e Massimo Desini, 21 anni di ristorazione in Francia.

Il Giardino, cucina della tradizione sarda e genuinità

Paola e Massimo, sono tornati dalla Francia un anno e mezzo fa. Il richiamo delle origini è sempre forte, a volte deflagra come esigenza primaria, una necessità assoluta di respirare il suolo natio per trovare nuovi stimoli e obiettivi diversi. Entrambi, hanno una vita nella ristorazione ma quando hanno avuto la possibilità di prendere in considerazione questa proposta, hanno fatto i bagagli e son tornati a Tempio. Lei è nata a Tempio, lui nato ma da piccolo emigrato in Francia. A stento parla l’italiano ma sa parlare benissimo il dialetto, oltreché il francese.

Paola Sechi e Massimo Desini

Due brave persone, che raccontano parte della loro storia e dei motivi che li hanno spinti a ritornare. Hanno già avviato un B&B non lontano dal nuovo ristorante e oggi hanno inaugurato questa nuova avventura del Il Giardino. Ci credono e puntano sulla tradizione culinaria sarda con qualche aggiunta di cuisine di classe. Le pizze si possono avere ma saranno gourmet, come dire alta classe e al massimo per una decina di coperti. Come dire, non puntiamo sulla pizza perché a Tempio sono già tante le offerte.

La chef Gianfranca Dettori, coi due titolari e il personale di sala e di cucina

La chef, Gianfranca Dettori, specialista della cucina tradizionale e non solo, ci da l’opportunità di capire come si fanno i filindeu, una specialità solo sarda, originaria di Lula (Nu). Lo fa in esclusiva per noi e ci spiega anche qualcosa della sua cucina improntata sui prodotti sardi genuini e tipici.

Massimo « Non siamo venuti a fare concorrenza, anzi. La nostra proposta sarà semmai integrativa a quanto già questa città propone. I prezzi decisamente abbordabili»

Il Giardino e la storia antica di un locale ristrutturato

Sono diversi gli spazi ricavati all’interno, oltre quelli già esistenti. Dentro ci trovi cantine che sono diventati spazi per mangiare, accolti dal calore del passato che esce fuori dalle pietre a vista. Un mix perfetto di antico e moderno a tocchi leggeri e mai invasivi. Si respira ancora l’odore di locali adibiti ad altro e dei quali sono rimasti dettagli lasciati agli ospiti come memoria che mai viene ostacolata dalla ristrutturazione. Persino il pavimento, a vista, di solo cemento con uno strato di resina, rammenta le vecchie cantine delle case  di Tempio. Di lato, pochi orpelli, le arcate in pietra e l’intonaco volutamente grezzo alle pareti, sposano tavoli sobri e arredi semplici che non disturbano l’occhio, anzi, rendono piacevole l’accostamento.

 

Della vecchia costruzione si recupera il possibile, comprese finestre in ginepro che ricordano quel prezioso legname (lu nibbaru) diventato oggi protetto. I portabotti delle cantine, in granito, diventano supporti per tavolini. Un vecchio tronco, le gambe di uno dei tavoli dove si mangia. Le luci sono sobrie e accattivanti, da serate intime ma circondati dal calore del passato e della bellezza che qui si coglie.

L’ampia sala principale, e le cucine tutte nuove, si integrano alla perfezione con tutto il complesso. Gusto e tradizione, fusi insieme per rendere piacevole il soggiorno, bontà del cibo a parte.

Una iniziativa coraggiosa, certo, ma anche una volontà di mutare il trend negativo che si sta attraversando da troppi anni. 

Di seguito il video con i dettagli del locale,  le interviste ai due nuovi gestori, alla Chef e al proprietario del locale, Fausto Spano.

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