Migliaia di persone attivate dopo la notizia diffusa dal blog e dal giornale.
La macchina della solidarietà, la sola che mai una sola volta si ferma e che ridà speranza a questa società malata. Asfissiata per la disfatta a tutto tondo dello stato sociale. La sanità barcolla, manifesta crepe e malesseri a ogni piè sospinto, si avvita sulle carenze e le inefficienze e cerca solo di salvarsi col solo sistema che conosce: l’impotenza.
Perché dalle stanza dei bottoni continuano a difendersi con la mancanza di sanitari, con la contrazione della spesa pubblica, con la follia che anche la salute deve avere un bilancio in pareggio. Come dire, se salviamo una persona, con un’altra non possiamo. Sintesi disperata di chi non sa più che pesci prendere, dovendo scegliere tra aringhe e mangiatutto e non tra cernie e dentici. Nel frattempo, mamma regione eroga soldi pubblici per finanziare una struttura privata spacciata per panacea della sanità, quanto meno in Gallura.
Assurdità e disegni prestabiliti di chi persevera nella sua strategia non più misteriosa di sovvertire un diritto costituzionale e trasformarlo in un privilegio per pochi. L’antitesi della democrazia, la sconfitta delle classi sociali medio-basse, alle prese con la sopravvivenza.
Una macchina che non si ferma mai, tutti contribuiscono alla ricerca della soluzione
Sopravvive, per nostra collegiale fortuna, la meravigliosa solidarietà, una macchina che non conosce soste, né incidenti di percorso. Così è stato per la donna 37enne gallurese, affetta da una malattia degenerativa e progressiva che dalla Medicina del Paolo Dettori riceve da mesi amorevoli cure e interesse per un auspicabile trasferimento in struttura sanitaria assistita adeguata alla sua patologia. Tempio non può fare più di quel che fa, lo sanno i sanitari, e lo sanno anche le strutture contattate inutilmente che non vogliono o non possono accettarla. manca in quasi tutti i centri specializzati una figura h24 di rianimatore anestesista. Figura che per il caso in oggetto è salvifica e indispensabile.
I social si attivano, la notizia arriva dappertutto. Quasi 1000 le condivisioni, in due giorni, circa 14.000 persone che leggono questa notizia. Il fatto diventa nazionale, vengo raggiunto da sms privati da ogni luogo e qualcuno prospetta soluzioni possibili. Il tam tam è efficace e produce interesse dalla politica che si attiva e si muove per lo stesso motivo. L’utilità dei social la si scopre in queste azioni che respirano di umanità ed empatia vera.
Gli appelli non sono inascoltati e sono capaci di penetrare in ogni angolino e recesso della nostra anima che riflette sui troppi mali di questa boccheggiante società.
La forza dell’amore e dell’unione.
Il fratello legge, ringrazia a nome della famiglia e della donna che legge e piange di commozione. Sono pagine di vita che toccano anche i cuori più tosti e restii alla compassione. La sofferenza altrui, diviene la nostra sofferenza e vorremmo essere accanto a lei tutti, per darle la forza che manca e l’amarezza per la situazione che attraversa. Emanuela, una lottatrice amica di La Maddalena, scrive:
” Se avessimo trovato la stessa unione meravigliosa per questa donna anche per gli ospedali di Tempio e La Maddalena? Ci pensi Antonio?”.
E’ vero Emanuela, ho avuto lo stesso pensiero da ieri, da quando questa macchina è partita e non si fermerà prima di aver trovato una risposta che prevede una possibilità alla donna. Ho conferma che all’inizio della prossima settimana, ci sia qualche soluzione, studiata dalla famiglia assieme ai sanitari che seguono la donna. Il giornale fa la sua parte e oggi scrive un bellissimo ed esaustivo articolo che sa di amore ma anche di invito a chi di dovere a non abbandonare questa donna e tutti gli altri casi di questi tempi di sconforto per i servizi sanitari che si allontanano. La Maddalena soffre per analoghe disfunzioni che la privano della sicurezza del diritto alla salute. Loro,. come noi, siamo esempi non unici della realtà in atto.
L’invito è per tutti a non cedere mai dinanzi a qualsiasi ostacolo, a rivendicare le ingiustizie, a denunciare senza bavagli, a lottare per i nostri diritti. Lo si evince dal tono compassionevole ma spesso duro nel rimarcare quella che appare purtroppo la penultima ingiustizia.
La macchina della solidarietà attiva
anche il parlamento
Tacciono le campane della politica, per ora. Si sa di alcuni che muovono qualcosa e vogliono risolvere la situazione critica dell’ospedale di Tempio. Appena letto di questa storia, anche Mara Lapia dei 5stelle in commissione salute del Ministero, assicura intervento appena possibile, alla riapertura dei lavori in parlamento, sospesi per il mese di agosto. La sua è una lunga e dettagliata comunicazione che parte da Tempio per arrivare a toccare i rami sfoltiti se non tagliati di questo pessimo momento della sanità sarda. Se Tempio piange oggi per la chirurgia e per questa storia assurda della donna parcheggiata in un reparto, a Nuoro si lavora con appena 6 chirurghi anche nelle attività di complessità elevata e di emergenza. “A Olbia, si lamentano che i loro 12/15 chirurghi con l’aggiunta dei medici del Dettori, appena bastano”. Sono situazioni che non piacciono a nessuno, tanto somiglianti alla guerra tra poveri che si dividono le sofferenze, a chi ne ha di più.
Occorre ribellione consapevole, unione che l’esempio della donna gallurese ha elevato al rango nobile di esempio per tutto. Se la gente e la medicina viaggiassero in sincronia, nessun obiettivo viene precluso. Bisogna crederci e qualche volta lasciare da parte l’ingordigia famelica dei politici che si accaparrano tutto per poi vendersi le soluzioni come trofei e non come semplice dovere.
Non mi stancherò mai di scrivere che qualunque potere, per forte ed invincibile che sembri, dinanzi alla folla consapevole, unita, solidale, trema. Ma queste son storie di altri tempi, di quando il popolo poteva chiamarsi ancora popolo e non seguace dell’accozzaglia che chiamiamo a governarci.