Il narcisista patologico è la quarta e ultima parte dell’argomento manipolazione di cui si è occupata la nostra Rita Brundu, ex insegnante, laureata in pedagogia ed esperta di psicologia e comunicazione. La manipolazione è stata suddivisa in quattro capitoli e comprende anche una cosiddetta manipolazione benevola che di seguito viene raccontata. Il narcisista perverso o patologico, è invece un tipo di persona che è stranamente di moda in questi anni. Anni in cui l’osservazione delle mille anime dell’uomo, hanno rivelato inquiete caratteristiche di taluni personaggi, spesso in vista da un punto di vista mediatico.
La manipolazione benevola
Ma, per fortuna, della manipolazione possiamo farne anche un uso utile e favorevole, volto al benessere delle persone. Abbiamo già asserito che, nel momento in cui comunichiamo, siamo tutti dei manipolatori, poiché l’interazione umana non può prescindere da questo. Nessuna comunicazione può essere neutrale. Quindi, se siamo tutti dei manipolatori…anche voi lo siete! Pensateci: lo siete se, come genitori, educate i vostri figli; se, come insegnanti, manipolate i ragazzi per guidarli nell’apprendimento di una disciplina…e anche quando, ad esempio, volete liberare un vostro amico dalla dipendenza del fumo e fate di tutto per convincerlo.
Manipoliamo gli altri anche quando li aiutiamo a risolvere un problema, ad ampliare la loro intelligenza e la loro libertà di pensiero e… potremmo citare tanti altri esempi. Meno male, però che il nostro obiettivo ha un’impronta positiva! La finalità è, sempre e comunque, far sì che le persone stiano meglio; non dobbiamo far altro che essere utili e agire nel loro interesse. Ed è sempre manipolazione benevola se per facilitare i rapporti evitiamo l’uso del ricatto, della coercizione e della forza; se cerchiamo di trattare gli altri come soggetti e non come oggetti e, soprattutto nella relazione di coppia, privilegiamo un dialogo aperto e sincero per stabilire un legame basato sulla fiducia.
Ho tratto le informazioni per questo scritto dal libro di Christophe Carrè “ Le armi nascoste della manipolazione”, inserendo anche esempi e considerazioni personali. Per quanto riguarda il “narcisista perverso” ho attinto anche da altre fonti autorevoli.
Il narcisista patologico o perverso
E’ un manipolatore che, a quanto pare, possiamo trovare facilmente al nostro fianco nella vita di tutti i giorni. Il narcisismo è già riconosciuto come un disturbo della personalità, caratterizzato da egocentrismo e poca empatia. Tutti abbiamo un sano e naturale amor proprio, ma quando l’ammirazione diventa ossessiva ed esclusiva…si cade in un’alterazione vera e propria. Il narcisista perverso arriva ad essere un vero e proprio terrorista nelle relazioni, con una tendenza a soddisfare le proprie necessità senza tener conto di quelle degli altri.
Esalta ed ammira se stesso in modo eccessivo e per Marie France Hirigoyen è “un predatore, sicuro di sé, capace di distruggere la sua vittima per diventare il padrone del rapporto e fare dell’altro il suo oggetto, senza alcun rimorso, alcuna pietà, e perfino con un certo piacere”. Riconoscerlo non è immediato, ed è facile cadere nella sua trappola poiché all’inizio del rapporto è seducente, carismatico, affascinante. Nella fase della seduzione mostra un falso sé, mentendo, recitando un ruolo. Di solito è un uomo (le donne sono in minoranza) che si avvicina alla sua vittima per manipolarla, col fine di sottometterla e renderla dipendente.
Il suo obiettivo non è di amare, ma di ingannare, ipotizzando un futuro piacevole che mai realizzerà. Spesso utilizza violenza fisica, psicologica o sessuale per raggiungere un controllo completo all’interno della coppia. Crea nel partner dipendenza indotta colpevolizzandolo e giocando sulla sua insicurezza, e lo denigra e svaluta nelle sue reazioni ed emozioni. Per lui il sesso non ha limiti, tutto è permesso perché non ha regole morali; si mostra poi distaccato e, passata la finzione iniziale, si sottrae agli abbracci, ai baci, alle coccole. Le tattiche usate dal narcisista sono principalmente la menzogna, la dissimulazione, l’umiliazione, rifiuto della comunicazione, dipendenza affettiva…l’elenco potrebbe essere lungo. Se la vittima non reagisce potrebbe cadere in una sofferenza e afflizione tanto gravi da cadere in depressione e, addirittura, pensare al suicidio.