L’appello di diversi sardi ancora nella penisola: «Fateci rientrare»

Un appello alla regione sarda, che prenda in considerazione i tanti sardi bloccati nella penisola e impotenti a rientrare in Sardegna. Ne scrive uno di loro, che racconta la  storia e il travaglio attuale che  vede moglie e figlia impossibilitate a ritornare, a causa del blocco degli accessi all’isola. Un appello da un sardo ai sardi che ci governano che hanno deciso di bloccare porti e aeroporti. Non si vuole intenerire nessuno, semplicemente far capire che chi è nel continente non è detto che abbia un alloggio o una sistemazione. Tanti sono anche rimasti senza soldi e stanno vivendo una tragedia nella tragedia di questa maledetta epidemia. Scrive Antonio Tiveddu, nativo di Tempio ma da qualche anno è residente in zona Arzachena. 

La regione faccia ritornare i tanti sardi bloccati nella penisola

« Buona sera, come ormai tutti sappiamo la Sardegna ha blindato gli accessi, vietando voli e sbarchi. Una piaga che sta iniziando emergere per tanti ma purtroppo per me e la mia famiglia e per tanti sardi. Mia moglie,  è andata in visita a Torino perché la madre vive lì ed ha approfittato per fare delle visite specialistiche. Non che non abbia provato a prenotarle in Sardegna, ma come sappiamo la nostra sanità regionale è isolana ed ha delle tempistiche piuttosto lunghe. Senza contare che qui la avrebbero voluta operare, invece grazie a Dio non era niente di quel che  sospettavano i nostri amati medici sardi.

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Il problema è che lei aveva fatto i biglietti per la data di domani 15 marzo,  valutando ovviamente i costi dei voli. Di punto in bianco, abbiamo visto annullare il volo che da Torino Caselle la avrebbe condotta ad Alghero.

L’unica maniera attuale per rientrare a casa nostra sarebbe recarsi all’Aeroporto di Milano ed affrontare il viaggio in autobus treno taxi in ogni caso a contatto con terze persone aumentando di gran lunga il rischio di essere contagiata, sia lei che la nostra bimba di tre anni».

Operativa la linea Roma-Cagliari, ma l’appello è aprire qualche volo da aeroporti prossimali

«Non ho i mezzi, non ho più le forze e non so come fare. Se contattare per lanciare un appello e far si che lascino i voli solo ed esclusivamente per i residenti. Per quanto riguarda la partenza intendo, che almeno trovino la maniera di scortarli in maniera sicura all’aeroporto attivo e operativo più vicino. Per assurdo, ci dicono di non uscire di casa ma, secondo l’ultimo ordinanza, l’unica maniera per raggiungere la Sardegna è da Roma a Cagliari.

Mi chiedo,  come faccia una donna da sola con una bambina di tre anni è una valigia più grossa di tutte due messi assieme. Come può affrontare un viaggio così lungo in treno senza incorrere in rischi. Pensateci voi a lanciare un appello per tutti sardi che stanno vivendo questo disagio. Io sto a casa è uno slogan bellissimo, ma mi piacerebbe poterlo fare con la mia famiglia. Riguarda me, come riguarda ogni sardo residente che ha diritto di ritornare a casa propria e dei propri cari. Mia moglie ha un tetto dove poter stare, oltre la voglia di tornare a casa con nostra figlia, ma ci sono molti sardi che si trovano lì senza casa e senza soldi per poter affrontare una prolungata permanenza fuori dalla propria terra

Cordialmente Antonio Tiveddu »

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