Le misure contro il coronavirus del Paolo Dettori. Intervista a Elio Tamponi.

Nessun caso sino ad oggi ma tanta attenzione e prudenza. Nel frattempo, il Paolo Dettori non viene considerato per eventuali casi di infetti.

Le misure adottate dal presidio ospedaliero del Paolo Dettori, sono in atto da qualche giorno. La macchina organizzativa messa in piedi da Sanità e Protezione Civile, per quanto riguarda il nostro ospedale, funziona benissimo ma l’attenzione non si deve attenuare. Vigono norme comportamentali indispensabili per arginare l’epidemia a cui nessuno si deve sottrarre. Il piazzale del Pronto Soccorso ha cambiato volto, l’accesso passa attraverso tende appositamente studiate per le diverse fasi del pre triage e del triage vero e proprio. Un filtro eccellente che rende sicuri sia gli utenti che gli stessi sanitari, da tempo in prima linea, con turni di 72 ore con brevi pause.

Abbiamo parlato di questo momento delicato per la salute pubblica col responsabile del Pronto Soccorso, il dottor Elio Tamponi. Le parole arrivano chiare  e precise, danno il quadro attuale del momento. Nessun allarmismo ma sempre vigili e attenti nel mettere in pratica tutte le misure cautelative e di prevenzione dal contagio.

La Protezione Civile Alta Gallura, Forza Paris di Olbia e la Protezione Civile Genieri di Trinità, sono presenti assieme al corpo sanitario. A loro spetta occuparsi, sotto direttive dei medici, della logistica. Preparati, sempre ligi e pronti a qualsiasi intervento si rendesse necessario. Encomiabile anche la loro operatività, instancabili sempre e accomunati con la popolazione in questa emergenza.

 

Misure responsabili di tutela ma anche qualche interrogativo

Il Paolo Dettori al momento, come tutti sanno, presenta determinate altre problematiche. Dinanzi alla classe dei sanitari, all’altezza e disponibili in ogni situazione, si contrappongono vecchie e nuove carenze che andrebbero valutate, specialmente oggi che ci troviamo questa inattesa emergenza. Non è improbabile che possano anche  esserci anche dei casi di persone col coronavirus.

Dal momento che qualche politico ha chiesto l’aiuto del Mater, sul cui futuro pesano ben altre questioni che non quelle sanitarie, perché l’azienda non usa i locali del Dettori per allestire in emergenza pazienti da intubare e quelli affetti da coronavirus su cui  è necessario il ricovero senza ausilio del respiratore?

Al Dettori esistono i posti letto e i locali vuoti, resti di riforme scellerate del sistema sanitario sardo. Il quinto piano, con la divisione di medicina, ha l’intera sezione che prima era medicina uomini, totalmente vuota. Sarebbero ben 28 letti. Ma ci sarebbe anche la RSA di Mantelli, che rappresenta un’altra cattedrale nel deserto da diversi anni. A parte la sezione Hospice, ha locali splendidi e vuoti disponibili. 

Altra ipotesi, spostare il blocco chirurgico al quinto piano e utilizzare il quarto, oggi di Ortopedia da un lato e dall’altro Chirurgia e Otorino. Nel reparto di Chirurgia si può allestire un padiglione per infettivi. Sarebbero sempre soluzioni temporanee ma che renderebbero il Dettori un ospedale utilizzabile senza ricorrere al Mater per questa epidemia.

Le misure vanno bene ma sulle soluzioni possibili vige il silenzio

Altra soluzione per attenuare il deficit di organico medico, sarebbe attingere non solo dalle scuole di specializzazione ma no sarebbero sufficienti. Ben diverso il numero dei laureati in medicina, 450 medici laureati e abilitati. Medici che andrebbero affiancati nel primo periodo ma poi sarebbero delle guardie mediche avanzate all’interno dei reparti

Le soluzioni per affrontare questa specifica emergenza esistono anche nel nostro territorio. Ci sarebbero anche i criteri di buon senso. parola sconosciuta in coloro che decidono, per supplire alle carenze sanitari negli organici.

Quel che ancora non esiste è l’esplicita volontà di affrontare la problematica nella sua interezza, senza perdere tempo e venendo incontro ai sardi e alle loro necessità di sanità pubblica che funzioni. 

Da oggi anche la Pediatria ha chiuso il reparto perché un medico è in malattia. Si tratta di una momentanea sospensione. Vengono garantite le prestazioni ambulatoriali mattino e sera ( dalle ore 08.00 alle ore 20.00) con i due medici al momento disponibili.

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