Mascherine, tamponi e prevenzione. Si, ma dove, come e quando?

Mascherine, tamponi e l’attività di prevenzione di cui si parla ogni giorno, sono diventati indispensabili dalla stretta sanitaria che ne impone l’obbligo ai dipendenti. Questo è uno tra i problemi emersi in queste due settimane di pandemia, la problematica principale è stata quella di evitare il contagio.

Come fare, oramai lo sappiamo tutti ma quando per necessità lavorative, per il mestiere che si fa, ciò è rischioso, esistono solo i “tamponi faringei” che confermano o escludono il contagio. Lo si è visto all’indomani del primo caso successo a Tempio. Il paziente proveniente da Nuoro non era positivo ma lo è diventato quando si è trovato ricoverato al Paolo Dettori. Dietro quell’esperienza, personale medico ed infermieristico del reparto di Ortopedia, viene sottoposto al tampone. Ne deriva un solo contagiato, un infermiere. Per fortuna la sua situazione è buona.

Una delle tante segnalazioni che arrivano al blog, richiama l’attenzione anche del personale sanitario tutto del Dettori, così come di quello ausiliario che svolge i lavori di pulizia dentro l’ospedale. Tra questi ultimi, vi sono quegli addetti che puliscono regolarmente i locali e gli arredi e lo fanno, giustamente, con in dotazione presidi di tutela, guanti e mascherine. Tutte queste persone, benché abbiano rispettato le norme imposte di prevenzione, possono essere a loro volta, se non vengono sottoposti al tampone, e quindi avere la certezza di non essere contagiati, veicoli di contagio.

Ecco dunque la necessità di prevenire, dietro quel primo contagio, anche tutto il personale sanitario e ausiliario che lavora dentro l’Ospedale. Da notizie, pre bavaglio all’informazione da parte del “regime” Solinas/Nieddu, la problematica è sotto l’attenzione della direzione sanitaria.

i DPI arrivano col contagocce e in città sono introvabili 

Di fatto, anche se non confermata, la voce che presto anche questa necessaria precauzione verrà adottata per tutto il personale del Dettori, corre da qualche giorno. Ovviamente, l’interesse di questa tutela e sicurezza per chi ci lavora, diventa serenità che quei sanitari ed ausiliari avrebbero nella loro vita privata  e pubblica.

Le mascherine arrivano contate, sono poche e riservate a sanitari e pazienti. La popolazione, costretta a casa ma con la necessità di uscire comunque per assistere un familiare malato, per lavoro, spesa o per le altre  voci previste nell’autocertificazione, deve fare i conti con la mancanza di detti presidi. A proposito di auto certificazione, da oggi è prevista una nuova autocertificazione e un nuovo modello (scaricalo qui). Introvabili, chi ne possiede una la usa sempre, senza sapere che dopo un certo numero di ore vanno gettate. Però, avendo solo quella, la usa ancora e ancora.

Come scritto ieri, la Cina le sta inviando e saranno distribuite in tutta Italia attraverso la Protezione Civile. Ma alle persone, diciamo comuni, quelle che escono per quelle predette ragioni di cui sopra, chi le dovrebbe fornire? Certo, se le vanno a comprare, ma dove? Introvabili, ovunque.

«Mascherine e tamponi necessari per essere sicuri anche noi»

« Spero – scrive una lettrice- che questo problema del tampone per sanitari e personale ausiliario venga risolto. Noi, nel sapere che queste persone le incontriamo facendo la spesa, pur nella distanza che ci deve separare, non ci sentiamo così sereni. Loro, magari, nemmeno possono saperlo di essere immuni perché il tampone non lo hanno fatto. Senza allarmismi, ma una certa inquietudine la proviamo. Inoltre, che si dica alla popolazione cosa fare quando si è obbligati ad uscire e non si hanno le mascherine».

Chiudiamo con un messaggio inoltratomi dal Dottor Tamponi, che esula dal discorso, ma in questa fase, come detto, di assenza di informazioni, usiamo questo argomento per estenderlo alle forze di Protezione Civile della città e a chi ha a cuore la nostra salute pubblica.

«Mi permetto – scrive – di estendere attraverso lei un messaggio di ringraziamento alla Protezione Civile Alta Gallura. Basta che alziamo il telefono per avere un loro intervento, e sono qui. Sono indispensabili per noi, per il lavoro che fanno ogni giorno anche a loro rischio e pericolo. Inoltre, un caloroso ringraziamento ad una dita della città per le due confezioni di guanti in lattice che ci ha fornito e alle attività artigianali che ci hanno donato dolci  e altre prelibatezze. Anche questi attestati, rendono conto dell’attenzione e la stima che esistono per il nostro lavoro. Grazie».

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