Nascere al tempo del coronavirus « Cosa deve fare mia figlia?»

Scrive un padre, futuro nonno, mettendo il problema di questa emergenza sanitaria.

Nascere oggi, o meglio pensare di far nascere il proprio nipote nel nostro presidio ospedaliero, è proibito. Lo è perché una scriteriata legge nazionale impone di far nascere solo dove i parti superano le 1000 unità. Questa sciagura, ha costretto le mamme dei bambini di Tempio e La Maddalena a rivolgersi altrove, Sassari e Olbia soprattutto. Questo attuale quadro esiste e risposte alle richieste di deroga, chieste in grave ritardo, magari scritte male, non ve ne sono.  Si intende impedire la riapertura (tale sarebbe) di un punto nascite chiuso dal lontano aprile 2018. Quasi due anni che le future mamme si debbono recare a Olbia o a Sassari per tracciati e quant’altro. Qualche mese fa, prendendo atto della ennesima sciocchezza, alcune aperture ci furono e tutta la fase pre-nascita, si riesce a farla in loco. Ma nascere? No!

«  Lo reputo un atto folle – scrive un futuro nonno -, mia figlia va in scadenza attorno al 20 di questo mese. Sappiamo tutti che esiste un’emergenza sanitaria che oggi restringe spostamenti. Mio genero non guida, ad esempio. Spetta a me portarlo a Olbia. L’altro giorno ci siamo spostati in quattro, io e mia moglie, mio genero e mia figlia. Ora, chiedo, come mai vista l’attuale emergenza, non è possibile far nascere mio nipote a Tempio, evitando così contagi, arrivo di elisoccorso per il trasbordo all’ultimo istante e le difficoltà insite in un parto?»

«E’ vero – conclude – che allo stato attuale il P.S. di Olbia risulta chiuso e Tempio e Nuoro stanno facendo il lavoro anche per i pazienti che normalmente vanno a Olbia? Perché allora non riaprire il punto nascita facendo spostare, se occorre, qualche ginecologo da Olbia per le prossime nascite? Non credo che tutto non si possa fare, anzi, credo proprio sia fattibile e attuabile. Che avvenga in deroga alla deroga chiesta, poco male. Almeno in questa fase di emergenza, è un’azione di buon senso».

Nascere al Paolo Dettori sarebbe atto illecito in questo momento di emergenza sanitaria?

Alle difficoltà di tutte le donne di questi quasi due anni, si aggiungono anche problemi di altra natura, disposizioni che appesantiscono spostamenti di nuclei familiari ma anche della struttura sanitaria che deve accoglierle. Non è una provocazione quanto scrive il futuro nonno, anzi!

Il reparto di Ostetricia durante la visita dell’on. Lapia

Non viene chiesto l’impossibile ma qualcosa che al momento sarebbe un’eccezione consapevole, visto che il reparto è tutt’ora aperto e risulta dotato di attrezzature per parto in sicurezza. Ma qui mi fermo, perché i burocrati delle stanze oscure, mi dicono che non è tua competenza stabilire cosa sia la sicurezza in un reparto nascite. Hanno sempre una risposta apparentemente chiara pur manovrando e disponendo di regole e atti che stabiliscono in barba a buon senso e bisogni legittimi della popolazione.

Nieddu, se è vero che esisti, batti un colpo!

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