« Non ho avuto i 600€ e non posso accedere agli 800», scrive una lavoratrice stagionale.

«  Assurdo che i 600€ dell’aiuto dello stato non li abbia ancora ricevuti, pare per problemi all’INPS e la mia domanda per l’aiuto della Regione, ossia gli 800€, non posso averne diritto».

Scrive così una donna, madre di due figli, lavoratrice stagionale, che si trova, come altri lavoratori, in una paradossale situazione di disagio economico. La sua lettera, così come tante altre segnalazioni più o meno sulla stessa falsa riga, è un ponte sospeso tra un minimo garantito per la sopravvivenza e la fame assoluta.

Non ci sono altre parole per precisare quanto questa epidemia stia trascinando persone e famiglie già depredate del lavoro e del minimo salariale, verso il baratro. 

«Vivo a Tempio da 20 anni, ho un lavoro stagionale di 7 mesi. Dal 2 aprile ho fatto la domanda per il bonus INPS da 600€. Il personale che lavora come me nel settore delle pulizie, si è visto la domanda INPS bloccata, quindi i soldi non ci sono mai arrivati. Il problema del COVID ha impedito che potessi rientrare a lavorare. La data di rientro del mio lavoro era il 18 marzo ma poi tutte le attività si sono fermate per decreto. Il 4 maggio resta una supposizione di poter riaprie, più una speranza direi che una certezza. Non disponendo di alcuna fonte di reddito alternativo, ho fatto la domanda per il bonus da 800€ della Regione, attraverso il comune di Tempio. Da una impiegata del comune mi si dice che io, seppure abbia la domanda dei 600€ bloccata, non ho diritto agli 800€. I due aiuti non sono cumulabili, o quelli o questi». 

Non ho i 600€ e non posso avere gli 800€ e mi trovo senza alcuna fonte di reddito.

La signora è palesemente arrabbiata, perché viene a sapere che i fruitori del reddito di cittadinanza avranno la differenza tra quel che percepiscono ogni mese e gli 800€. Come dire, una persona col RdC prende 400€ e avrà la differenza con 800€ di altri 400€. Nessuna invidia, sia chiaro ma una semplice e legittima pretesa di avere almeno quei 600 che ancora risultano bloccati.

« Come mi dovrei sentire a questo punto? Con due figli da mantenere? Non posso lavorare e mi trovo senza i soldi dell’INPS e senza altra fonte. Tu Regione aiuti col RdC chi può stare magari fermo tutto l’anno ma impedisci a me che lavoro 7 mesi l’anno, ho esaurito la NASPI (indennità di disoccupazione), di avere quel che mi spetta? Come mi debbo comportare? Nessuno ne scrive e nessuno ne parla».

«Annullino i 600€ che non ho avuto e mi diano gli 800€»

«Annullino allora quel bonus da 600€ e mi diano quello da 800€, almeno posso sopravvivere. Dal comune mi rispondono: vai alla Caritas? Ma si rende conto? Questo non certo perché trovi qualcosa da dire su chi purtroppo  è costretto ai bonus spesa, ma perché non è quella la risposta semmai che si trovi una soluzione immediata.

Mi creda, signor Masoni, la mia fortuna è che ho un carattere forte e non mi arrendo ma non tutti sono così e molti si lasciano andare e peggiorano la situazione personale e delle famiglie. Non è giusto che le persone vengano abbandonate e si pensi ad apparire con ridicoli auguri di Pasqua mentre altrove sono mesi nella disperazione».

Questa la testimonianza di una signora che si trova legata mani e piedi, impossibilitata a lavorare nel suo settore, senza un reddito, che attende la miseria di 600€ che risultano bloccati. Che non può accedere al sussidio degli 800€ perché non cumulabili con lo stanziamento statale e che si sente dire di accedere ai buoni spesa come sola risposta.

E se la povertà già la conosciamo, coi dati impietosi che parlano di tre volte tanto il numero degli indigenti, ci stiamo avvicinando alla carestia.

Benvenuti nell’Italia del dopo Covid, continuate a credere a bracci e braccetti armati di questa sola pandemia di fame che non è certo quella da coronavirus. E’ peggio, molto peggio.

 

 

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