«Queste case sono un disastro», ennesima denuncia sulle abitazioni di via Pertini.

«Queste case sono un disastro», prosegue da quando sono state consegnate la denuncia dei destinatari degli alloggi popolari di via Pertini. Una serie incredibile di problemi che i nuovi proprietari denunciano da tempo. La stohria risale al 2018, esattamente al Natale di quell’anno. Con cerimonia emozionante, l’allora sindaco Biancareddu consegna a 20 nuovi proprietari altrettante chiavi di alloggi di edilizia popolare. AREA e Comune si gratificano l’un l’altro per questo risultato raggiunto. 

Queste case si presentano bene, sono 20 in tutto distribuiti tra via Pertini e Via Togliatti. I problemi sono di là a venire e si manifestano in tutta la loro crudezza. Da infiltrazioni copiose di acqua a tanti altri come allacci elettrici e idrici e persino fognari. Il comune viene investito da un fuoco di fila di proteste e polemiche. L’amministrazione, si scuce dalle responsabilità e cerca di far di tutto per ettere a posto anche ciò che non le compete. Una storia vecchia di ormai due anni con inquilini che ogni giorno protestano senza risultato alcuno. AREA, che ha la sola responsabilità degli immobili, se ne scce a sua volta- Non rimedia alle falle e nemmeno risponde alle tante sollecitazioni dei nuovi proprietari.

« Quando mi affidarono l’alloggio – mi dice una delle proprietarie al telefono – ero felicissima. Dicevano che fossero di elevata tecnologia. In apparenza erano belle ma guardi le foto che le ho inviato  mi dica come sia possibile convivere con l’acqua che oramai ha invaso mezza parete dei muri di casa».

Queste case erano un disastro dal principio.

Le foto che accompagnano questa denuncia sono devastanti e non hanno bisogno di didascalie.

«Nei sopralluoghi effettuati mi hanno detto che avrebbero affidato ad una impresa la soluzione del problema. Passano mesi e nulla, non fanno nulla. A fine 2019 aspettavo che ci fosse un intervento ed invece è arrivato il 2020 e il Covid. Si fera tutto a non certo l’acqua che invade la mia casa. Quando a giugno i lavori sarebbero dovuti ripartire, ecco che mi dicono che non ci sono soldi. La mia casa è la sola che ha proprio l’acqua dentro, le altre possono avere della muffa. Dal sopralluogo fatto pare si tratti di acqua fognaria. Ora, se questo dovesse essere confermato, io devo lasciare la casa. E dove vado? Per ora sono sempre a finestre aperte, estate e inverno. Il lavoro da fare è enorme e non posso affrontarlo a mie spese. Pensi che ho anche perso il lavoro a febbraio a causa dell’emergenza sanitaria. AREA non risponde nemmeno alle sollecitazioni del Comune. Sono disperata e non ho alcuna possibilità di farmi sentire. Pensi che non ho mandato nemmeno l’affitto come formadi protesta. Bene, lo sa che nemmeno mi hanno cercato? Sembrano tutti morti!».

Ora la questione che riguarda questa signora e il suo alloggio invaso da acqua, è sotto la diretta tutela di un legale. Non sappiamo cosa accadrà e come se ne uscirà. Un appello lo si deve fare alla nuova amministrazione che cerchi di farsi sentire con l’azienda edilizia popolare che appare come una scatola vuota. Questa signora rischia di essere defraudata della sua abitazione perché la stessa potrebbe essere bollata come inadeguata da un punto di vista igienico-sanitario. Non ha lavoro e non ha reddito per provvedere a fare lei stessa il lavoro. Dovesse andar via, dove può andare ad abitare? Risposte non facili ma si provi ad aiutare chi a Natale 2018 aveva toccato il cielo con un dito ed oggi è costretta a stare in mezzo all’acqua. E l’inverno è alle porte.

 

 

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