Il lettore una tantum, figura sotterranea e in malafede.

Segue la narrazione sino alla seconda parte ma si sente autorizzato a fare analisi critica su tutto.

Il lettore “una tantum” è quella figura di occasionale lettore che si solito si erge a paladino del nulla per screditare qualcun’altro. La sua chiave di apertura nel variegato mondo della informazione, si regge su due pilastri di ricotta.

Il primo, è la sua ben nota presunzione, quella maliziosa arroganza che lo disarciona da cavallo ad ogni sobbalzo di terreno;  l’altro puntello è l’ignorare che dalle dinamiche di questa città si è sempre estraniato tranne riproporsi quando deve dire la sua su cose delle quali mai una sola volta si è occupato.

Il lettore una tantum è colui che non legge mai una sequenza intera di una vicenda, ma la abbraccia quando gli fa comodo per mettere in risalto i tuoi presunti errori. La sua esperienza nell’informazione è tale che della vicenda di cui sopra, ha letto il primo capitolo e si è fermato al secondo, al più al terzo. Trascura, il lettore distratto, le successive narrazioni delle quali ignora tutto o quasi perché mica ha bisogno di seguire per intero la storia. A lui basta la fervida immaginazione. La sua successiva  chiave di lettura è l’analisi puntigliosa di parole, frasi e punteggiatura. Qui da il meglio perché  crede di trovare discrepanze o ipocrisie.

E’ la sua croce, mannaggia:  non ha mai seguito nulla di quanto accade e pensa di farlo limitandosi al paragrafo iniziale del secondo capitolo.

La sua malafede, forse meglio chiamarla  invidia per un lavoro che non è in grado di svolgere, lo conduce sul terreno della chiacchiera e del pettegolezzo. Facile che costui provi anche a dipingere la tela con colori accesi, o sporcarla di infami congetture e soggettive speculazioni sul tuo operato. La sua lente d’ingrandimento, pertanto, si focalizza sulla buccia senza mai controllare il resto del frutto.

Il lettore malizioso

Il Marchese del Grillo, ” io sò io e voi nun siete un cazzo”, ha sempre da dire la sua. Lo fa dall’alto di un curriculum che nessuno ha mai visto, convinto  della sua grandezza solo millantata. Imperversa di rado su facebook, laconico, sommario, diretto, analitico e scrupoloso su temi e questioni di cui conosce poco o nulla. Non ha bisogno di sapere perché lui già sa quel che serve per gettare discredito sugli altri. Il lettore malizioso. che è sempre lo stesso “una tantum” di prima, obietta e ribatte se chiamato in causa. Ogni volta che il suo approccio alla notizia che legge è dettato dalla spocchia che lo caratterizza, si lascia andare alla dissacrazione e al dileggio. 

Dice sempre di essere uno spirito libero, in realtà è una vittima di preconcetti e luoghi comuni, figli anch’essi della sua innata propensione alla ribalta. Che sia in un teatrino di periferia o al Metropolitan. Si compiace tanto di se stesso che scorda di precisare quale sia stato il suo impegno per la città, pari al nulla elevato allo ZERO. D’altronde, sono dettagli che non contano, perché la sua protervia lo induce a distanziarsi da chi fa informazione. Lui ha sempre di meglio da fare, eccetto quando la sua sconosciuta capacità di analizzare le vicende, gli fa sconfessare la sua ignoranza. Non sapendo a cosa attaccarsi, mette l’accento sulla presunta discordanza su quanto legge prendendo capocciate clamorose sui fatti accaduti. Perché è un lettore una tantum, mica segue dal principio le storie successe. Veste rivoluzionario e anti conformista, ma è omologato. Si ritiene alternativo e intelligente ma è scontato quanto un 3×2 al supermercato. 

Pensa: ” Tu sarai anche un libero pensiero ma io ti faccio le pulci perché la tua penna è ipocrita”.

E lo scrive,  affermando cose che non conosce e ribadendo al popolo di facebook che tu sei in contraddizione. 

Alla fine, però, contano solo i fatti e chi li conosce e li ha vissuti. Anche se ” lui è lui e gli altri non sono un cazzo”.

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