Chiude con un bilancio positivo la terza edizione della vetrina dell’editoria sarda “Qui c’è aria di cultura” Soddisfazione di organizzatori e Aes
Qui c’è aria di cultura.
Si chiude con la lectio magistralis di Bachisio Bandinu l’edizione della kermesse dell’editoria isolana “Qui c’è aria di cultura”, la fiera diffusa del libro inserita nella cornice dell’“Isola dei libri”.
Si è conclusa con la lectio magistralis di Bachisio Bandinu, autore de “La scena nascosta (come ci vediamo), pubblicato da Il Maestrale, l’evento diffuso di promozione dell’editoria sarda “Qui c’è aria di cultura”.
Nel libro è indagato il versante linguistico dell’identità dei sardi. Per Bandinu, il modo in cui il sardo prende la parola è un indice del suo profilo identitario, orgoglioso e sofferto nello stesso tempo: “La negazione appartiene profondamente al parlare sardo, tant’è che, quando parliamo, tendiamo a dire in sardo che le cose brutte sono semplicemente non belle. Questa ritrosia, questo impaccio è l’effetto di dominazioni secolari che hanno provocato un blocco. E così, nel negare, abbiamo imparato a minare ciò che affermano i dominatori”. E ancora: “Il parlare laconico dei sardi era prima silenzio, oggi è mutismo; ma chi non parla oggi non esiste; una volta il silenzio era linguaggio e rimanda a quel dire sotterraneo che fa sì che i sardi non dicano, ma, in un certo senso, mandino a dire”. Una relazione, quella di Bandinu, che ha fatto da degno suggello all’intera rassegna, al termine di una serata caratterizzata dalla partecipazione di altri due autori.
Il primo, Fabrizio Raccis, poeta cagliaritano e studioso di Edgar Allan Poe, ha guidato i lettori presenti allo Spazio Faber facendo luce sugli aspetti meno noti e su quelli più discutibili delle tante biografie dello scrittore inglese. “Il mio è un interesse nato negli anni del liceo. Al libro pubblicato con la casa editrice Catartica ho dedicato dieci anni di ricerche. Mi sono così confrontato con il cliché di uno scrittore che dicerie e calunnie hanno raccontato come maledetto e ubriacone”.
Qui c’è aria di cultura, si parla anche della longevità degli anziani ogliastrini
“I saggi raccontano” è invece il repertorio di testimonianze sul fenomeno della longevità degli anziani che vivono in Ogliastra, di cui ha parlato con grande passione Gisella Rubiu. Nel libro, pubblicato da Taphros, l’analisi di un fenomeno – la longevità sei sardi dell’interno – che ha anche dei tratti di internazionalità, visto che alcuni Comuni dell’Ogliastra rientrano nella geografia delle poche “blue zone” sparse nel pianeta. “Longevi si diventa – ha dichiarato la ex preside di Villagrande Strisaili – e alla base c’è una saggezza alimentare atavica. I nostri antichi sapevano come mangiare, mai esagerando; dovremmo perciò ascoltarli. Quel che dicono non è poi così diverso da quello che sostiene Greta Thunberg”.
È stata invece affidata agli organizzatori l’ultima edizione sulla vetrina dell’editoria sarda “Qui c’è aria di cultura”, organizzata da Comune di Tempio Pausania e Associazione Editori sardi (AES) grazie al sostegno dall’assessorato regionale alla Cultura e all’Istruzione guidato da Andrea Biancareddu. Lo ha voluto far presente nel suo discorso di commiato l’assessora comunale alla Cultura, Monica Liguori, con l’intervento che ha aperto la terza giornata della kermesse coordinata da Francesco Giorgioni. “Il nostro ringraziamento – ha dichiarato – va rivolto alla Regione e, nello specifico, all’assessore alla Cultura Andrea Biancareddu, che ha il merito di aver fatto sì che questa importante manifestazione si sia svolta a Tempio per tre anni”. Una sottolineatura che anche il sindaco della città gallurese, Gianni Addis, fa sua, rimarcando la positività del bilancio finale della manifestazione:
Qui c’è aria di cultura, un evento articolato di incontri
“È stato un programma articolato di incontri anche su temi di attualità. Un appuntamento molto apprezzato da chi ha la passione della lettura, oltre che un’occasione per valorizzare il mondo della piccola editoria di qualità e affrontare i problemi del settore”. Soddisfatto si dichiara anche Andrea Biancareddu: “Manifestazioni importanti come questa contribuiscono a consolidare il ruolo di Tempio tra i punti di riferimento della cultura isolana, essendo, non a caso, città insignita di titoli e riconoscimenti che attestano al suo interno un’alta percentuale di lettori di tutte le età”.
A Simonetta Castia, presidente AES, è affidato il giudizio degli editori sardi: «La terza edizione di “Qui c’è aria cultura” ha segnato il ritorno in presenza degli eventi di promozione dell’editoria isolana, dopo due anni di interruzione forzata. Un ritorno alla normalità che va letto in senso costruttivo, all’insegna della normalità di dialogo tra pubblico e privato, con la consapevolezza che questa sia la strada per la creazione di una solida infrastruttura culturale».