Tempio Pausania, La sindrome del politico cinico ed insensibile, di Rita Brundu.

Tempio Pausania, 29 ott. 2018-

In questo periodo in cui i cittadini hanno particolarmente bisogno del sostegno dei politici per risolvere delle situazioni che ledono i loro diritti, in particolare quello riguardante la salute, è spesso palese l’indifferenza e il cinismo delle persone delegate a salvaguardarli e il conseguente, legittimo, risentimento di chi aveva riposto in queste la loro fiducia.

E’ la “ sindrome” del politico egoista, cioè di quella persona che accentra tutti gli interessi verso il proprio “ Io” individuale senza tener minimamente conto degli altri. Non voglio dire, e spero, che tutti i politici siano così; ma in questo scritto voglio fare l’analisi, in particolare, di questo personaggio per spogliarlo della sua immagine che risulta forviante per i tanti cittadini onesti che hanno creduto in lui.

Tutto, come al solito, comincia con il “copione” (chi segue Galluranews sa cosa vuol dire: rimando all’Analisi Transazionale), cioè il piano di vita che ognuno di noi redige nella propria infanzia e che avrà ripercussioni poi nella nostra vita da adulti. Un copione molto simile a quello del truffatore: in effetti, hanno in comune il vizio d’ingannare la gente per raggiungere un obiettivo personale. Tutte le teorie psicoanalitiche sono concordi sul fatto che il bambino viene al mondo con un senso d’onnipotenza. Questo senso viene poi rafforzato dal soddisfacimento dei bisogni naturali del neonato, compreso l’allattamento. Se questi bisogni non vengono pienamente soddisfatti, si sentirà privato di qualcosa; e, psicologicamente, del senso d’importanza e onnipotenza. Privato del piacere, lotterà per ottenerlo; e questo lo potrà facilmente portare ad un conflitto con i genitori che per lui sono la prima fonte di piacere. Conflitto che si trasforma rapidamente in una questione di potere, dove il bambino sarà sempre un perdente data la sua dipendenza di Essere ancora troppo fragile. Quindi questo bambino non farà altro che desiderare il giorno in cui avrà il potere di fare ciò che desidera.

Alexander Lowen, nel suo bellissimo libro “Il piacere”, sottolinea che: “Dato che la mancanza di potere è associata nella mente del bambino alla privazione del piacere, sembra logico che il piacere possa essere ottenuto con il potere”. Quindi la persona adulta che cercherà il successo e il potere a tutti i costi avrà questo tipo di fissazione infantile: vorrà costringere gli altri e l’ambiente a soddisfare i bisogni che gli sono stati repressi. Possiamo quindi dedurre che quando il potere finisce nelle mani di persone che hanno subito tali privazioni nell’infanzia diventa pericoloso: non sarà infatti un potere costruttivo come riescono a detenerlo le persone che hanno avuto un’infanzia felice, ma sarà un potere distruttivo che sfocerà nell’abuso di scopi egoistici.

 Oggi non viviamo più in un mondo ristretto dove i valori, le consuetudini, gli ideali erano sempre quelli e ci venivano trasmessi come degli assiomi. Giusti o sbagliati, erano quelli. Ma, essenzialmente, tendevano verso il giusto poiché derivavano da scelte pragmatiche fatte dai nostri Avi. Oggi viviamo in una società di massa dove c’è un più elevato senso dell’individualità, in cui i due valori importanti si sono ridotti nel rincorrere il successo a tutti i costi e nella lotta per il potere. Per molte persone questo tipo di valori è il segno che distingue l’individuo dalla folla e, per taluni, ha tanta importanza che diventa lo scopo della vita. E l’immagine del successo vuoto, vacuo, diventa una delle forze di coesione della società di massa. Oltre alla spinta per il successo quest’ultima provoca nei suoi membri l’ossessione per il potere. La lotta per il successo nasce dal bisogno di ottenere il riconoscimento, di avere un’identità anche se soltanto pubblica, e di sentirsi importanti. La lotta per il potere ha origine dal bisogno di superare l’interiore senso di impotenza e di compensare il senso d’inferiorità che ne deriva.

In questo contesto sociale il bambino di cui ci siamo occupati, adesso diventato adulto, troverà il terreno fertile per realizzare il suo scopo. E cosa c’è di più semplice oggi per ottenere successo e potere senza far niente? Diventare un politico, semplicemente con il consenso dei cittadini che ripongono in lui la loro fiducia. Dimentica, o forse non ha mai saputo, che il vero successo si raggiunge in varie attività dove le persone hanno delle vere capacità individuali per raggiungerlo; ma per questo tipo di politico ciò che conta è l’immagine. L’illusione. E la strada più semplice per raggiungere quest’ultima è cercare di manipolare i potenziali elettori per poterla avere senza far niente, di regalo. Ottenuto il suo scopo, rivela il proprio egoismo prendendo le distanze dalla folla stessa che lo ha eletto: ha ottenuto il dominio voluto, il disinteresse per gli altri è consequenziale. Ma ciò che non riesce a vedere è il suo fallimento come essere umano. Non riesce a capire che il suo potere ha l’effetto di disgregare i rapporti umani: facendo di sé un’immagine superiore riduce i cittadini all’immagine di semplici oggetti. E come tali li tratta.

Ma il popolo che deve eleggere il proprio rappresentante come fa a capire se è la persona giusta? Non è semplice capirlo, poiché l’immagine che uno dà di sé è, appunto, spesso tesa a condurre fuori strada il cittadino. D’altronde, in tutte le situazioni in cui è in gioco il dominio o il potere, sarebbe un’ingenuità non stare in guardia contro la possibilità di essere ingannati. L’unica arma, secondo me, è per l’elettore la possibilità di dire “no”. Il NO dà all’individuo il tempo di pensare e di decidersi, di modo che l’assenso finale possa essere considerato una deliberazione matura. Quindi “no” a tutti quei politici che sono già stati in carica e hanno dimostrato un potere distruttivo invece che costruttivo; “no” a tutte quelle persone che inseguono il potere solo per la propria immagine. La facoltà di critica e lo scetticismo non comportano l’essere negativi e sfiduciati. La vera critica richiede una visione personale radicata nell’esperienza e sostenuta da un chiaro ragionamento oggettivo.

Ma chi potrebbe essere il rappresentante ideale dei nostri diritti? Secondo me, una persona prima di tutto consapevole di se stessa. Chi conosce bene se stesso ha la capacità di conoscere meglio gli altri: e questa è una qualità indispensabile di chi si mette al servizio di altre persone. Quindi deve scordare la propria individualità per porsi in empatia con gli altri, cercando di capire i loro bisogni e le loro esigenze e facendo il possibile per soddisfarli. Ma, soprattutto, deve avere un’anima. Per me l’anima è ciò che ci unisce all’Anima molto più vasta dell’Universo di cui noi tutti facciamo parte. Se una persona capisce che la propria anima individuale è direttamente connessa con quella del Cosmo, cioè con quella di tutti gli altri…non potrà più ingannare nessuno poiché ingannerebbe anche se stesso!

Vorrei, infine rivolgermi direttamente agli amici che, con spirito di abnegazione, stanno occupando gli ospedali, in particolare quello di Tempio al quale Galluranews è particolarmente vicina, soprattutto con la costante presenza di Antonio. Capisco la vostra delusione dopo la visita di alcuni personaggi della politica da cui vi aspettavate almeno una parola buona, ma che hanno continuato a proiettarvi la loro immagine fredda e cinica.

Riflettete attentamente: un’immagine è un’illusione e, come tale, destinata a scomparire; per lasciar spazio alla delusione, alla depressione, al vuoto. E questi, credetemi, saranno i sentimenti e le sensazioni che resteranno alle persone che vivono esclusivamente di questa falsa configurazione della realtà. Niente di più. Voi, invece, siete delle persone vere, reali, e come tali non potrete mai scomparire. Conoscete i veri sentimenti che, nonostante i problemi che incontrerete, vi porteranno verso la soddisfazione e l’autorealizzazione. Sarete sempre integri moralmente e fieri della vostra anima connessa al resto del mondo. Forza ragazzi!, vi abbraccio.

Rita Brundu

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