Rinviato al 16 aprile il giudizio per sottrazione di minori.

E’ rinviato al 16 aprile 2020 il processo per sottrazione di minori a carico di Giovanna Mudadu, sassarese, ex coniuge di Gianni Deperu, origini luresi ma residente a Tempio. Una storia infinita, risalente al 2013, quando la donna decise di abbandonare il marito portandosi via le due figlie gemelle, che quest’anno compiranno 11 anni. Trovate la ricostruzione del caso, dal suo burrascoso inizio, in diversi articoli apparsi su questo blog.

A questo link potrete ricostruire la storia così come emerse dal racconto del padre del 13 maggio del 2016 , e le successive pagine della vicenda che in questi anni sono state raccontate (link 1link2).

I fatti dicono di sottrazione di minori, premeditazione, calunnia e procurato allarme,  reati per cui fra circa 4 mesi la donna dovrà rispondere. Il resto di questi penosi 6 anni, sono denunce e contro denunce, archiviazione  e proscioglimento con formula piena sui reati  a carico dell’uomo, sino alla recente decisione delle due bambine che allo stato attuale, il padre e i nonni possono vedere solo ogni 15 giorni.

Una macchina infernale che stritola anime e sostanze, depaupera e sgonfia le risorse economiche, avvinghia e distrugge serenità e pace familiare. A Tempio, come a Sassari, ovunque si abbiano da vivere vicende legate alla lentezza della giustizia, restano solo le macerie di persone che devono arrivare al traguardo ma non hanno più la forza per farlo. Restano appesi e sospesi a date e rinvii, quando non, come accade da qualche mese, allo sciopero degli avvocati. 

In mezzo, le anime più deboli e fragili, bambini innocenti, costretti  a sdoppiarsi e vivere due vite diverse. Una, dove la giustizia ha deciso che debbano restare, l’altra dove loro vorrebbero. Sino all’età di 12 anni, quando loro stessi possono essere ascoltati e decidere con chi stare, anche se solo la maggiore età (18 anni) stabilisce la volontà del figlio di andare con chi vogliono.

Il 16 aprile, la decisione sul reato di sottrazione di minori

Il 16 aprile sarà chiamata a giudizio la signora Mudadu (giudice Bonante e P.M. Maria Antonietta Bacciu). Il Deperu nel corso di questi 6 anni ha subito le denunce della ex moglie, tra cui Atti persecutori e Stalking. La donna sostiene che è aggressivo, la minaccia e la ingiuria. “La rabbia dell’uomo”, dice la donna nella sua denuncia, “si sfoga con calci ai piedi, mi rinchiude nel ripostiglio della casa, aggressioni e continue minacce” “difende le sue figlie e maltratta me”, dice nella denuncia che sta alla base del suo abbandono del tetto coniugale e contestuale pianificazione della  sottrazione delle figlie (2013).

Poi ” messaggi deliranti continui, giorno e notte”. La fuga con le figlie a Sassari, con l’aiuto di altre persone che risponderanno di concorso in sottrazione di minori, è solo il primitivo gesto che darà adito a questi lunghissimi e pietosi anni di battaglie legali, udienze e totale perdita della serenità interiore di tutti.

Le accuse della donna smontate dalle indagini della DIGOS. Ora si attende il 16 aprile

La donna a Sassari vive, a suo dire inquieta e sempre attanagliata dalla paura delle possibili ritorsioni dell’ex marito. Si affida ad un Centro Aurora di Anti violenza sulle donne di Sassari, si fa aiutare da psicologhe.

Tutto questo castello di accuse esposte nella sua denuncia, viene però smontato dalla DIGOS di Sassari che vigila sulla presenza del Deperu quando viene a Sassari a prendere le bimbe per la collocazione turnaria settimanale, a residenza alternata. La DIGOS, a firma di Francesco Ponti, invia ammonimento al Deperu, difeso allora dall’avv. Paola Vagnoni del foro di Sassari e Elvira Useli, sempre del foro di Sassari. Nell’ambito penale, Deperu è assistito da Mario Perticarà del foro di Tempio. Le memorie difensive, trasmesse alla questura di Sassari, dei  legali, però dicono altro. Infine, anche il dottor Errico, della DIGOS emette, alla fine delle indagini, il rigetto delle accuse della donna. Deperu viene prosciolto con formula piena.

La storia ha altri capitoli, altre denunce e successive archiviazioni, ma il focus restano quelle due bambine. Sullo sfondo, una separazione burrascosa, un padre che non si arrende, una madre che continua imperterrita a mantenere la sua posizione nonostante le sue accuse siano state rigettate. E ora dovrà rispondere anche di calunnia aggravata. Non se ne esce, insomma, quando due persone interrompono un matrimonio e decidono che l’oggetto del loro contendere sono due figlie. Ora pacchi postali, ora strumenti di ricatto.

Si confida nel 16 aprile quando lo si spera, un capitolo della complessa vicenda, verrà determinato e giudicato.

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