Tempio Pausania, Una vicenda giudiziaria su “sottrazione di minori” che ieri ha conosciuto una pagina importante.

Tempio Pausania, 6 apr. 2018-

A porte aperte al Tribunale di Tempio, si è svolta ieri mattina l’udienza sulla vicenda di cui da tempo ci stiamo occupando e che riguarda il reato di sottrazione di minori. Davanti al giudice Pastore, sono stati ascoltati i testimoni delle parti in causa, il signor Gianni Deperu e la signora Vanna Mudadu, ex consorte del Deperu. Il reato di cui è accusata  la Mudadu, sassarese, secondo l’accusa rappresentata dall’avvocato Mario Perticarà è ” sottrazione di minori”, nel caso specifico le due figlie gemelle della coppia, oggi quasi 9 anni.

Per risalire alla storia, questi i link dello scorso settembre 2017 (LINK) e del primo articolo che raccontava la vicenda che risale al 13 maggio del 2016 (LINK). Estrapoliamo alcuni passaggi della vicenda.

Gianni Deperu, origini luresi ma residente a Tempio, è sposato con Giovanna Mudadu, 44 anni sassarese, che lavorava all’epoca dei fatti a Tempio. Dalla loro unione nascono due gemelle che oggi sono temporaneamente in affido alla madre col padre che le può tenere  per due giorni e mezzo alla settimana, dal venerdì dopo la scuola e sino alle 20.00 della domenica. Inizia il via vai di queste bambine, del padre e del nonno che ogni settimana devono andare a Sassari a prenderle poi riportarle dalla madre la domenica. Uno strazio, soprattutto perché le bambine non sono mai state consenzienti e si sono sempre opposte a lasciare l’alveo familiare tempiese. Al padre il 12 giugno del 2013, furono sottratte le sue figlie, due gemelle, dalla moglie di Sassari con cui lo stesso abitava a Tempio. Due bambine gioiose, allegre e piene di vita che si ritrovano in quella maledetta giornata senza un padre e senza l’amore dei nonni. La sottrazione dalla loro abitazione delle bambine, fu architettato dalla donna e da altre compici, tra cui una collega di lavoro (la donna lavorava in un supermercato), che misero in piedi una premeditata sceneggiata proprio fissata per quella data del 12 giugno 2013. 

Ieri, come detto, l’udienza a porte aperte, davanti ad una folla enorme, che ha ascoltato per quasi 4 ore le deposizioni dei vari testimoni della storia, alcuni della parte lesa (Deperu) e altri dell’accusata (Mudadu). Un clima abbastanza acceso, dove l’avvocato Perticarà ha cercato di dimostrare come la sottrazione di minori sia stata premeditata  col “favoreggiamento” di alcuni complici della madre che, in seduta finale, potrebbe diventare “concorso”. 

Sono stati sentiti il parroco Don Gianni Sini della Salette di Olbia, Alessandro Ricco, entrambi a favore del Deperu che era presente in aula così come presente era la signora accusata del reato Giovanna Mudadu, ex moglie del Deperu, che non rilasciato alcuna dichiarazione. Il Deperu è difeso dall’avvocato Mario Perticarà del foro di Tempio mentre la signora Mudadu è difesa dall’avvocato Dario Annunziata di La Maddalena. A sostegno del Deperu anche l’avv. Monica Liguori, presente ieri in aula, che segue la parte civile della storia.

Testimoni dell’accusata sono stati la signora S.S. di Tempio, i coniugi sassaresi Romanazzi Fabrizio e Sagoni Carmela e l’Appuntato Scelto dei carabinieri di Sassari Enrico Giorgi. 

Durante la lunga udienza, durata come detto  circa 3 ore e mezza, si è parlato di tutta la vicenda legata alla sottrazione delle due bimbe accentrando l’attenzione sulla premeditazione dell’azione, preparata dalla madre e con il favoreggiamento degli altri complici e tutto a totale insaputa del padre che, al momento della subdola azione, non era presente sul posto perché impegnato a lavoro.

Spesso, quando queste storie diventano processi e allungano enormemente il bilancio psicologico delle vittime, si scorda che coinvolti ci sono dei minori che abbiamo anche conosciuto di persona “non potendo non notare” come le bimbe stiano benissimo quando si ritrovano nella casa paterna e come stiano soffrendo quando la domenica, finito il brevissimo soggiorno a Tempio, dal padre e dai nonni, debbano far ritorno dalla madre a Sassari. Da un punto di vista umano, non stiamo valutando la storia da quello giudiziario, ciò che abbiamo sentito e visto, basta per dire che in questa storia, che trascende da quanto accaduto tra marito e moglie, non si sia pensato al benessere delle bimbe ma si è voluto, come sempre, mettere in risalto la figura materna anche quando la stessa, almeno a valutare l’accaduto, abbia infranto la legge arrivando ad un reato grave e mettendo nel piatto della bilancia accuse insensate e fuorvianti contro la figura paterna. 

Il tempo è galantuomo, e la verità verrà a galla. Già dalla prossima udienza sul processo contro la signora Mudadu che sarà ad ottobre, si potrà avere maggiore chiarezza sui fatti accaduti che  appaiono peraltro ben determinati.

Che la legge faccia il suo corso ma che si pensi a queste due dolcissime bimbe che vogliono stabilità e amore.

Antonio Masoni

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