Tempio Pausania, 17 ago. 2016-
Sono tanti i disservizi, certo non imputabili al personale sanitario del nostro ospedale ma alla devastante politica europea che ha messo in subordine a tutto persino la salute della gente, ma talvolta, e non sono stati sporadici questi casi, vi sono ogni tanto delle parole che esprimono meglio di tutte le altre come si lavora al Paolo Dettori, quali capacità e professionalità vogliono mettere al rogo, privandoci dei servizi che sono sempre stati di eccellenza.
Una nostra lettrice, Rossana Galleri, a cui va il mio ringraziamento sentito per la premura che ha sempre avuto nelle comunicazioni al blog, e che tra le altre cose sta verificando di persona quanto questa lettera corrisponda al vero, mi ha messo in contatto con un’anziana signora genovese che ci ha voluto dire queste sue sincere parole.
“Mi chiamo Rosalba Giorio e ho 78 anni. Sono di Genova ed ero in vacanza a La Paduledda (Isola Rossa) con mio marito, Giancarlo Alberini, 80 anni. Mio marito, in ragione anche di un suo stato defedato per uno scompenso cardiaco – ha un suo passato da cardiopatico (tre bypass coronarici) – ha contratto una bruttissima broncopolmonite acuta. Non respirava più e la notte della crisi abbiamo chiamato l’autoambulanza della protezione civile di Badesi per portarlo in ospedale a Tempio. Da subito, malgrado le condizioni gravi di mio marito, ho constatato la sollecitudine, le premure con cui si sono occupati di lui, tutti, dalle infermiere ai medici del reparto di Medicina. Uomini e donne instancabili, coi visi segnati dal lavoro faticoso, dovuto, mi è stato detto, a turni massacranti e al poco personale disponibile (Cara signora non assumono più nessuno a Tempio!!).
Voglio, con questa mia lettera, ringraziare dal più profondo del cuore tutti, dal personale delle pulizie, che passava in continuazione per tenere un luogo di cure come il salotto di casa, il personale che fornisce i pasti, eccellenti e sempre consegnati col sorriso, le infermiere e i medici, persone capaci, professionali come raramente ho incontrato nella mia vita. E dire che di ospedali ne ho visti! La gentilissima Rossana (il contatto che mi ha fatto conoscere questa signora) mi ha chiesto di dare questa lettera al giornale locale ma, dopo aver sentito il cronista, mi sono dissuasa perché non interessato e poco sensibile a questo mio elogio pubblico. Ho saputo di lei e quindi ho colto questa opportunità del suo blog che so essere seguito in Gallura.
Grazie, lo dica più volte, mi raccomando. Grazie a tutte quelle persone che ci hanno assistito, curato e regalato serenità anche quando sembrava tutto perso. Mi duole il cuore sapere la sorte che sta toccando a questo centro sanitario di eccellenza assoluta, a cosa stiamo andando incontro in Italia. La sanità pubblica non si doveva toccare, è il valore di uno stato civile che si rispetti. E’ la sola difesa che ci resta, specie quando si raggiunge la mia età e quella di mio marito. Che stato è questo se permette che un ospedale possa regredire, mandare altrove i suoi pazienti, sottoporli al massacro di viaggi per raggiungere altri centri, e non considerarli mai dal lato umano?
A Tempio – ora sono a Tempio in un B&B e mio marito si sta lentamente riprendendo in ospedale – non guardano orologi, non scordano nessuno, sanno lavorare, professionali come pochi ne ho visti, sanno coccolare e sorridere ai pazienti anziani. Sanno cosa sia il senso di un lavoro che questa sanità vuole disperdere nella sua essenza a caccia di numeri e risparmi.
Tutto ciò è assurdo, mi creda. La ringrazio di cuore e ancora ua volta Grazie Ospedale di Tempio, Grazie reparto di Medicina del Paolo Dettori, Grazie infinite a questa splendida terra ricca di persone intelligenti e capaci ma soprattutto umane.
Rosalba Giorio,
Genova.