Tempio Pausania, “Abbiamo paura per il nostro ospedale, e non vogliamo far nascere un secondo figlio in un altro posto”. Le testimonianze in voce di una dozzina di madri.

Tempio Pausania, 5 nov. 2016-

Lo scopo era incontrarsi, a distanza di qualche mese dalla nascita dei loro primi figli. I contatti tra loro non si sono mai persi, si sono sentite e sono diventate amiche e con loro i loro compagni. Magari, il futuro riserverà anche delle belle amicizie anche a tutti quei bimbi che erano oggi con loro, un sabato assieme a raccontarsi questi primi mesi di vita dei loro figli, le esperienze dell’allattamento al seno, un comune destino che le ha viste saggiare la qualità del Paolo Dettori e di quella eccellenza che è il punto nascita e la ginecologia. Si sono trovate oggi, a mangiare assieme ma anche a  manifestare  la loro seria preoccupazione di cosa accadrà di quelle strane voci che circolano nei corridoi e che paventano l’imminente chiusura del reparto.

Mentre  i loro bimbi cercavano avidamente il caldo abbraccio e quel prezioso latte, loro provavano a dire qualcosa, vorrebbero essere utili alla causa, unire la loro voce a quella di altre, magari di un territorio intero che stenta ancora a capire cosa sta succedendo e cosa ancora dovrà succedere. Signori, il black out, per quanto possano dire il contrario le sirene aziendali, è quasi pronto. A breve mancherà la luce anche sulla pediatria e sulla ginecologia, questione di tempo, solo di tempo. 

Ci tenevano queste madri a raccontare a me e al blog di cui conoscono il fine, quello di essere dalla parte di chi il disagio lo vuole mettere in luce, senza apparentamenti di sorta, senza nascondere il proprio libero pensiero e provare a dirlo, senza presunzione di essere il solo né il più autorevole. Basta però, cari politici locali, con le sole parole, bisogna agire. Chiamare a raccolta la popolazione è stato fatto, facciamolo ancora, consci che forse non servirà ma facciamola sentire la voce che urla e che disprezza quanto accade. A La Maddalena stanno per piovere macigni, su una popolazione di oltre 11.000 abitanti sta cadendo una bomba sulla sanità, chiudono in barba a tutto, alla insularità e al disagio dei collegamenti, alla sorte di chi anche in quella bellissima isola gemellata con noi per questa triste comunanza sanitaria, rischia di morire per mancanza di tempestivi interventi, che può partorire in traghetto prima di raggiungere Olbia, che deve affrontare la malasorte che pare toccata solo a loro e a noi, mentra altrove, pur con una popolazione ridotta, si vedono incrementati servizi e possibilità di cure.

Ospedale Paolo Merlo - La Maddalena
Ospedale Paolo Merlo – La Maddalena

A La Maddalena si sciopera il prossimo 12 novembre, una manifestazione che vede coinvolti tutti, che dovrebbe essere un monito per questa azienda che sta portando al termine il suo compitino di sfasciare la sanità pubblica a vantaggio del Mater Olbia, degli interessi milionari e di quel gruppuscolo ristretto di benestanti che la sanità se la pagano qui, altrove, dove e come vogliono.

Questa era la sinistra italiana? Questo era il governo che avrebbe traghettato l’Italia fuori dalla merda dov’è caduta? Come dice Paolo Barnard, non è vero che i governi sono in mano alle lobbies finanziarie. Se un governo vuole non accetta di svendere la sua nazione agli interessi di pochi. Quindi, la politica la vediamo inservibile ma solo perché vuole esserlo e poco importa se a rimetterci sono sempre le stesse persone, i poveri, i pensionati, i malati, i giovani, i disoccupati cronici. A loro non gliene frega nulla, ma nulla eh!

Vi propongo ora il video con una immagine fissa di Luras sullo sfondo. Ciò che conta non sono le immagini ma le voci di queste donne, di queste 7 madri (erano presenti una dozzina in tutto) che hanno voluto raccontarmi della loro  esperienza al Paolo Dettori quando hanno messo al mondo i loro figli. Era la prima volta, sono neo madri, chissà se al Dettori la potranno ripetere! 

Anche questo documento audio sarà a disposizione dei due avvocati che stanno curando l’esposto in Procura contro la chiusura dei servizi essenziali del nostro ospedale. Grazie a tutte le donne, le madri che hanno voluto testimoniare questa loro rivendicazione e questo attestato di profonda e sincera gratitudine per il personale medico e paramedico del Paolo Dettori.

Antonio Masoni

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