Padru, Una domenica così…con gente speciale che conosce la parola solidarietà.

Padru, 21 gen. 2018-

Giovanni Puggioni, Luigino Cossu e il Coro Gabriel

“Una domenica così, non la si può dimenticar”, recitava una canzone del passato, e mai come questa domenica quasi primaverile  ci potremmo scordare di una bellissima serata trascorsa a Padru, nella RSA Smeralda, una delle tante strutture che sono la cerniera di quell’abito stretto che spesso pesa abbottonare, tale è la difficoltà oggettiva di conoscere e saper essere di aiuto ad una sofferenza che molti dimenticano che esiste e che invece ha, di tanto in tanto, dei forti respiri al limite della commozione. Era voluta, l’hanno voluta quelli del Coro Gabriel, officina di bel canto ma anche passione vera e sostanza quando si tratta di essere vicini a chi non chiede nulla, anzi, qualche volta non riesce nemmeno a parlare. Eppure, quando si ha la fortuna di essere uomini non solo di spiccato talento ma soprattutto carne che pulsa e vive per regalare un sorriso, ecco che vibra, come un violino nel vento, la forza di essere altro, non solo canto e suoni, ma solidarietà e amore. Gli ingredienti per un tuffo nella vicinanza fraterna verso chi soffre, ha avuto un risultato eccellente, sorretto dagli stessi ospiti che hanno gradito quel momento atteso per sentirsi partecipi attivi di quella strana alchimia di musica e emozione, di stupore che leggevi nei loro occhi, quelli ancora in grado di capire ed anche in quel frastuono meraviglioso per chi non ha più la fortuna di essere partecipe, se non con gli occhi, di una domenica insolita e speciale.

L’avevano costruita per lui, ma poi è stata per tutti, per noi spettatori immersi in quel mondo ovattato  che a malapena ne conosciamo l’esistenza e per le stupende operatrici e operatori di questa struttura che, per chi non ne ha conoscenza, non svolgono un lavoro come un altro. Serve pazienza, amore, dedizione, comprensione e una buona dose di sano ottimismo. Una festa alla fine, con sprazzi di entusiasmo e canzoni che in tanti hanno cantato.

I protagonisti sono stati tutti, i cantanti e musicisti del Coro Gabriel, Marco, Franco, Nico, Gian Mario e Adelino, Giovanni Puggioni e Luigino Cossu, i veterani Maria Teresa Pirrigheddu e Mimmia Muntoni, persino Andrea Columbano, cultore della poesia gallurese, che ha divertito assieme alla moglie con una poetica quasi cabarettistica che ha molto vivacizzato la serata.

Tutti assieme, in un perfetto momento di solidarietà e bel canto, seguiti da orecchie e occhi che brillavano per una domenica davvero speciale.

Luigino Cossu e Giovanni Puggioni

“Allora il 27 c’è la Shoah se ve lo siete scordati” – ci dice Eleonora, inglese, ebrea, qui da 10 anni. Una cultura pazzesca, sulla soglia dei 90 anni, ancora in grado di esprimersi alla perfezione e di raccontare qualcosa del suo lavoro di critico d’arte. “Sa, io facevo lo stesso lavoro di Sgarbi”, colpisce quando  lo dice perché ben altra classe e raffinatezza in lei fanno da contorno ad un viso ancora bello e pieno di gioia per questa serata che non finisce mai di apprezzare.

Non ci stancheremo mai di ribadire che c’è bisogno sempre di più conoscere realtà diverse dalla nostra, provare a sentire cosa altri sentono e capiscono, per poter aiutare a sviluppare quel senso profondo di amore per gli altri che latita altrove. Qui no, qui persino l’aria respira di fraternità e amicizia, i dolci sono serviti a accrescere di bontà la serata, l’afflato creatosi tra ospiti occasionali e quelli che qui dentro ci vivono anche da molti anni e tutte quelle ammiccanti dita che tambureggiavano sui braccioli delle sedie a rotelle, seguendo il ritmo e la spensieratezza del finale trallallero. Tanti gli amici. avvertiti di questo concerto. anche da Tempio, che hanno voluto esserci per lui ma anche per tutti gli altri. Bello avere amici speciali, ed  oggi ce n’erano davvero tanti.

Antonio Masoni

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