Nuchis, “Sia maradetta la crisi”, ritratto di una situazione attuale, a Nuchis ieri di scena la commedia sassarese.

Nuchis, 24 set. 2016-

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La chiesa di Cosma e Damiano, scenario della festa patronale di Nuchis – foto galluranews

Primo giorno della Festa Patronale di Nuchis, dedicata ai Santi Cosma, Damiano e Isidoro e primo atto dei festeggiamenti civili di queste quattro giornate che prevedono un ricco programma.

In scena ieri “Maradetta la crisi“, una divertente commedia sassarese della compagnia teatrale “La Quinta” di Mario Olivieri e Eleonora De Nurra, con la regia di Grazia Olvieri e il testo di Marco Pintus.

foto galluranews

Due atti di vita quotidiana, di contorno alla persistente crisi economica che piega le resistenze di Mastr’Antuninu, capo cantiere edile di comprovata bravura ma di altrettanta e ben nota testardaggine. Sullo sfondo, la sua fede politica che lo veste di rosso e lo fa scendere in piazza a manifestare, protestare e combattere, con le buone o con le cattive. Al centro sempre di colluttazioni e scontri con le forze dell’ordine, mai soddisfatto di prenderne sempre, continua indefesso a far affidamento sulla sua irruenza e sulla sua cocciutaggine (che diventa prepotenza) per risolvere la “crisi”.

foto galluranews

I tempi sono mutati, lo sappiamo, e sullo sfondo si affaccia un’altra vicenda che cade come un macigno sull’uomo e sulla moglie: le tre figlie sono innamorate di tre giovani, amici tra loro e “strani”, a detta del padre, cioè due extracomunitari e Franco, impresario sassarese educato e affabile ma che ha trascorso la sua vita fuori. “Di peggio di questi, dice il padre, ci sono solo li sussinchi o li castiddani (abitanti di Cagliari).

Mastr’Antuninu è testardo, non vuole per le sue figliole tre uomini di quella specie, nonostante Franco sia un brillante impressario, Chan, un cinese proprietario di una catena di negozi a Sassari e dun ristorante e Ahmed, egiziano, sia laureando in Medicina.

L’intemperanza del capo famiglia fa ben presto i conti con la legge. Sconvolto dal fatto che il suo datore di lavoro si voglia servire di extracomunitari per far andare avanti il lavoro edile e non ha bisogno più di lui come capocantiere, lo fa andare ancora una volta in escandescenza sino ad una colluttazione con le forze dell’ordine. Viene arrestato e finisce a Bancali, in carcere. Passano mesi e la famiglia con Maria, bravissima l’attrice nel ruolo, riprende serenità. Le figlie continuano a vivere la loro storia d’amore con i tre uomini. La sorpresa giunge proprio dai tre uomini che aiuteranno Mastr’Antuninu ad uscire di galera e a fargli riprendere la propria vita con un lavoro che proprio Franco, l’impresario, gli farà avere nel suo cantiere.

Il bellissimo epilogo va festeggiato ma il capofamiglia, in pieno stile sassarese, non vuole banchettare con le modernità che gli sono proposte. Deciderà lui. Avanti dunque col “zimino”…. e tutti vissero felici e contenti

Un bel quadro familiare in questa allegra commedia dialettale che il pubblico ha apprezzato tanto. Mario Olivieri, vecchia conoscenza del teatro dialettale sassarese, è sempre una certezza così come la sua compagnia. Bello il testo di Marco Pintus e anche molto bravi gli attori, calati in ruoli di ordinaria quotidianità con disinvoltura e buone doti interpretative.

Antonio Masoni

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