Olbia, la storia antica di un mestiere che sta scomparendo: l’orologiaio. Il racconto di un’arte antica.

Olbia, 4 lug. 2015-

Tra le tante attività care alle generazioni dell’orologio al braccio, ve n’è una che il tempo, nel suo inesorabile progresso tecnologico, ha lentamente usurato come le ganasce di una morsa che si è stretta attorno, secondo per secondo, ora per ora, l’orologiaio. Un mestiere che si sta abbandonando perché ormai gli orologi meccanici, quelli che ci accompagnavano col loro ticchettio, non si usano quasi più, sostituiti dagli amorfi digitali al quarzo o da quelli automatici che del “vecchio” conservano la  fattura. Come se il gesto di “dare la corda” fosse un qualcosa che faceva perdere “tempo” e non un’abitudine che aveva il suo fascino.

L’orologio moderno è cambiato profondamente e chi ancora ne possiede uno di quelli antichi, lo conserva, o lo usa, come una reliquia. Quanti di noi hanno conservato l’orologio della cresima nel cassetto? Credo la maggior parte, anzi ne sono sicuro.

Incuriositi da questa attività in disuso, abbiamo voluto raccogliere il parere di chi ancora questo mestiere lo pratica. I sopravissuti esistono per fortuna, anche a Tempio, ma il mestiere è in declino.

Questa attività che vi raccontiamo, ha una storia un po’ particolare. Tutto è iniziato nella seconda guerra mondiale, nei campi di concentramento inglesi, sede della deportazione dei soldati tedeschi arresisi, dove il signor Antonio Sannitu,  per passione e per lavoro (sopravvivenza), ha potuto affinare il mestiere da orologiaio.

Si deve sapere che gli inglesi, al tempo, erano molto spreconi, e buttavano via tutto quello che si rompeva, ma che era anche riparabile. in questo caso parliamo degli orologi. Venivano buttati nella spazzatura soltanto perchè si rompeva o si perdeva la corona o l’albero di carica. Nei campi di concentramento questi pezzi erano irreperibili, quindi con gli attrezzi a disposizione delle officine inglesi e vecchi raggi di biciclette, il signor Antonio ricostruiva il pezzo a mano, che in fabbrica viene fatto al tornio. Riparava gli orologi, rivendendoli o addirittura una volta sparsasi la voce, effettuava delle vere riparazioni. La sua manualità lo portò anche a realizzare nelle medaglie, immagini sacre incise a mano su lastrine di ottone e argento.
Con sacrificio e passione, era riuscito a mettere da parte dei risparmi, con i quali nel 1948 ha aperto la sua piccola bottega a Berchidda con la moglie Lucia Fresu. Qui iniziò a fare le riparazioni.  cercando, allo stesso tempo, di farsi insegnare il mestiere dai maestri orologiai dell’epoca, che gelosamente nascondevano tutte le loro tecniche onde evitare che altri potessero rubare quel difficile mestiere. La concorrenza è sempre l’ostacolo più difficile da contrastare in alcune professioni. Con la crisi, susseguita alla sconda guerra mondiale, il prezzo dell’oro era molto abbassato, e con il suo lavoro Antonio era riuscito a comprarne, nelle fiere, piccole quantità. Il prezzo di quell’oro nel tempo aumentò vertiginosamente e questo   gli permise di costruire una vera e propria gioielleria annessa all’abitazione, con attrezzature moderne e orologi di grandi marche.
All’interno di questa attività sono nati i suoi quattro figli, Paolo, Armando, Teresina e Alessandro. Ben presto i figli maschi, incuriositi da bambini, hanno iniziato ad armeggiare con i meccanismi delle sveglie, un pò per gioco e un pò per precoce passione. Una volta capito che questo poteva essere un lavoro redditizio, completato anche da una vero e proprio talento, i figli si sono specializzati, Paolo nell’istituto Cesare Correnti di Milano, dove si insegnava a costruire un orologio a mano da un semplice pezzo di metallo grezzo. Armando oltre ad aver frequentato i corsi da orologiaio presso la Eta, colosso mondiale di movimenti per orologi, ha frequentato l’istituto d’arte di Sassari, specializzandosi nel laboratorio orafo. Alessandro ha iniziato lavorando nel negozio con Armando e Paolo a Berchidda, imparando sia il mestiere da orologiaio che quello di orafo. In seguito ha frequentato i corsi con i fratelli alla ETA in Svizzera, ricevendo attestati di Specializzazione.
orologioDopo aver maturato un certo livello di esperienza, Paolo ha mandato avanti la storica e attuale attività familiare a Berchidda in via Funtana Inzas, Armando ha aperto il suo laboratorio prima ad Ozieri e attualmente a Sassari in Via Armando Diaz 15F, ed Alessandro nel 1999 a Olbia in Via Barcellona 48a, L’attuale Infinity Gioielli.
Da qui nasce la collaborazione con Gian Mario Fresi, un tempiese con la passione  del fai da te, una opportuna curiosità e tanta voglia di imparare. Gian Mario, in poco tempo, ha maturato e continua a maturare l’esperienza necessaria per riparare orologi e gioielli. Con sacrifici e i pochi risparmi ha deciso di riaprire l’attivita con la collaborazione con i due centri assistenza di Sassari e Berchidda, affidando le riparazioni di orologi ai 3 maestri orologiai, con i quali si riesce ad effettuare ogni tipo di riparazione nel più breve tempo possibile, grazie al vasto assortimento di ricambi a disposizione dei 3 centri.
orologio1Il nostro lavoro – ci dice Gian Mario – principalmente è basato sulle riparazioni, quindi artigianato, perchè ora le persone non possono piu permettersi di buttare e comprare il nuovo, ma preferiscono riparare quello che già hanno. La tecnologia non ha mandato in disuso gli orologi, il problema semmai  è che ci sono pochi orologiai, e purtroppo non tutti li conoscono“.
Ormai i commercianti e i rivenditori, – continua Gian Mario – affidano le riparazioni ai centri assistenza esterni, spedendo anche fuori dalla regione e all’estero, con costi e tempistiche elevati, un po per politica e un po per gelosia. Persino gli orologi digitali, cioè al quarzo, hanno bisogno di manutenzione da parte di un orologiaio, perché non sempre l’orologio è da buttare. A volte  basterebbe una semplice revisione per farlo funzionare per altri anni.”
orologio2Gli orologi Automatici, son orologi meccanici che si caricano automaticamente al polso, son delicati e richiedono una maggiore manutenzione. Nel nostro negozio, si possono acquistare orologi, gioielli, oreficeria, argento e acciaio, effettuiamo costruzioni artigianali o con semi lavorati, offriamo il servizio di fotoincisione con lo sviluppo della grafica gratuito, rodiatura, doratura e facciamo attività di compro-permuta-scambio oro, la nostra materia prima per poter lavorare. Purtroppo la crisi economica che ci ha colpito ha fatto calare le vendite di Oreficeria e Orologeria, se prima si pensava ad una cosa “pesante e vistosa”, ora la gente cerca la cosa “semplice, vistosa ma leggera”.
Un aspetto interessante di questa attività è che ripariamo orologi di qualsiasi marca e tipo, a partire dai cucù ai pendoli antichi, dagli orologi da polso a quelli da tasca, dai rolex ai breil. In aggiunta a tutto questo, siamo anche in grado di riparare orologi da torre, quelli dei palazzi o dei comuni (interessante questa notizia per il famoso orologio sul comune di Tempio fermo da una vita!). 
Per ovviare alla crisi – conclude Gian Mario –facciamo sconti e offerte speciali su tutto in modo da dare a tutti la possibilità di mantenere quella poca dignità che lo stato italiano, piano piano ci sta levando, quindi di poter riavere funzionanti le cose a cui teniamo di più. Chi volesse venire a trovarci, siamo in Via Barcellona 48a, a Olbia.
La vetrina del negozio di via Barcellona a Olbia.

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