Tempio Pausania, Amare la nostra terra.

Tempio Pausania, 3 ago. 2016-

La nostra terra, la Gallura. Si, perché quando parliamo di “terra” intendiamo sempre la nostra terra di appartenenza. Esistono vari modi per appartenere alle nostre radici, tutti leciti e tutti motivati da impulsi che nascono dalle bellezze che ci circondano, dai costumi e dalle tradizioni di una millenaria storia. Ogni nostra azione che volge alla sua difesa,  alla conservazione e tutela del suo patrimonio,  ci proietta ancor più in questa empatia. Il legame tra chi ama la propria terra e la terra stessa è qualcosa di viscerale, sortisce effetti splendidi ma è capace qualche volta di una critica feroce e controproducente. Non si difende la propria terra tentando di denigrarne un’altra ma si utilizza il pensiero e l’arte dello scrivere per testimoniare indistintamente che tutta la nostra piccola porzione di paradiso è uguale, tutta va amata e rispettata.

Un lavoro certo non facile, considerando che gli agguati esistono, le trappole per farci cadere (meglio decadere) nell’offesa, sono là che ti tendono la mano, come esche invitanti.

Amare la nostra terra, così come tanti che ne scrivono e ne parlano. Il mio amico Vittorio, cantore delle immagini e delle tradizioni, uno che sposa la sua innata veemenza per la difesa a tutti i costi ad una ineguagliabile vocazione all’esaltazione – giustissima – delle bellezze.

Come il mio amico Nick, che ha dentro di sè l’animo battagliero e fiero dei sardi quando sposa spesso le guerre ai mulini a vento, ma è sempre sul pezzo, sa contare sino a dieci prima di esprimersi e quando scrive gli si legge “L’amore” vero per questa meraviglia che l’ignavia di troppi, la mancanza di volontà e di etica, tentano di rapinarci.

Come Fabrizio, che ne racconta la straordinarietà, la ricchezza e le potenzialità, affacciato al balcone con lo sguardo verso l’orizzonte e gli occhi sull’obiettivo; come Emiliano, che compete con gli scrittori migliori, declamando spesso vere chicche di saggezza, strenuo e colto narratore di questa unica meraviglia che è la Gallura. Il mio amico Gian Martino, sindaco attaccato col cordone ombelicale a questa Gallura, che ne spinge sempre le potenzialità e le descrive con azioni concrete ed efficaci.

Luigi, anima indipendentista, lotte giuste e sempre focalizzate alla nostra libertà, anch’egli motivato e sempre agguerrito contro soprusi e devastazioni del nostro territorio. Uno che non te la manda a dire, perché è coerente con l’impeto tutto sardo dell’autodeterminazione.

Amare la nostra terra, si può e si deve. Urge solo astenersi dalle incitazioni e dalle beghe polemiche, servono solo a bloccare il lavoro sopraffino di tutti i nominati, che a ragione sottendono il loro pensiero all’operatività reale. Gli altri, alcuni tifano, altri denigrano. Il mestiere più antico del mondo, come quello della prostituta. Gli altri, “Quelli che…” fanno parte della filastrocca Jannacciana, stanno a guardare o a pigiare sulla tastiera ad arricchirsi di “molto”, restituendo “poco o nulla”. Anche chi non ha azioni da mettere in atto, a suo modo ama la sua terra. Ognuno, in fondo ama a suo modo.

Spesso manca il collante, quel cemento a presa rapida che ci tenga uniti, non disperda le nostre volontà e le forze, ci faccia gridare e urlare la nostra rabbia contro le ingiustizie, ci stacchi dalle ingerenze della politica inservibile, ci faccia stare tutti orgogliosi e felici di esserci in questo lago di sughere e mare, indivisibili nelle lotte comuni e pugnaci difensori di questo fantastico patrimonio.

Lo scopo, gentili lettori, dev’essere sempre lo stesso, in qualsiasi modo amiate la vostra terra, amatela e basta e fate sempre in modo che la vostra visione rappresenti un intero territorio, non una singola espressione. Se uscissimo fuori dal binario della monotonia del pensiero unico, anche un deragliamento, uno sconfinamento verso le altrui bellezze, ci sembrerà un autentico bagno nelle acque pulite dell’amore per questa nostra terra.

L’individuo che non onora la propria terra, non onora se stesso. (Paulo Coelho)

Antonio Masoni

 

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