Tempio Pausania, Cara Paola…..in merito alla visita al Museo del Presepe.

Tempio Pausania, 7 luglio 2014-
Cara Paola,
come ti avevo promesso sono stato stasera a vedere il Museo del Presepe, nella chiesa di San Francesco. Una chiesa ed un quartiere a me cari visto che a due passi sono nato oramai 57 anni fa. Conservo di quella piazza i ricordi più belli, quando c’erano ancora gli olmi e il campetto dove si stava tutto il giorno a giocare a pallone e, qualche volta, anche a sgraffignare qualche prelibata verdura o ciliegia nell’orto a valle di Frati Capponi. Che ricordi e che tempi!
A Tempio usiamo dire:”Sei invitendi la trotta a bì”, quando qualcosa che viene chiesto (anche se tu non lo hai fatto) decidiamo di farla più che volentieri. E così è stato. Le immagini che allego a questa lettera sono solo pochi minuti che non rendono merito di ciò che ho visto coi miei occhi. In un attimo ho respirato quella magica atmosfera del Natale che tu, come nessuno a Tempio, hai saputo rendere magico. Certo, ti conosco abbastanza per sapere di te che dietro il tuo dolore si nasconde una grande sensibilità che colgo ogni volta che parlo con te. In altre parole, lo avresti fatto lo stesso, magari con Monica accanto. Ti dicevo, mi sono immerso nel mio Natale, quello di quando ero piccolo e, pur in una famiglia poco avvezza alla religiosità della festa, il Natale era per noi una festa di albero, presepe, regali e gioia. Ecco, quel Natale ho rivissuto pur dentro la calda serata di Luglio. Devo farti una confessione, ero solo e questo mi ha colpito in negativo. Mi sono chiesto: perché così poca gente viene a vedere queste meraviglie? Perché sono meraviglie, costruite col cuore prima e poi con abili mani che spaziano nella fantasia o nel rigore della natività. Ce n’è davvero per tutti i gusti. Da solo dicevo, ma con me c’erano tutti quei piccoli grandi capolavori lasciati in dote ad una città che ancora non ha saputo valorizzare l’impegno di chi li ha costruiti né la tua ostinata caparbietà di lasciare sempre un segno tangibile del tuo operato e che metti ogni volta a disposizione della città. Peccato mi sono detto. Questo museo, in un scenario splendido, attorniato da statue mute che tramandano spiritualità, con la cornice degnissima dei lavori del Liceo Artistico, meriterebbe molta più considerazione. Io, povero peccatore, poco incline ai richiami della chiesa, mi sono sentito dentro uno spazio di vita, anche tra pezzi statici e attorniato da simbologie sacre. Che bello questo museo Paola! Un signore intorno alle sette entra e osserva i lavori. Caspita, non sono solo! Era il custode che ha atteso, senza dire una parola, che terminassi di riprendere e poi ha chiuso quando sono uscito. Che persona a modo, silenziosamente garbato e credo soddisfatto della mia presenza. Bello salutarlo, ricambiato, con un “buonasera, grazie”. Sai sempre scegliere le persone Paola che sono come te, gentili, sensibili e attive.
Cara Paola, a nome mio, facendomi interprete dell’intera città a cui stai dando tantissimo in quasi un decennio di attività dell’associazione, io devo dirti grazie. Grazie perché ci sei e esisti, grazie per quel che stai continuando a fare, per la tua gioia di sorridere sempre alle avversità e per dare una speranza anche a chi non la pensa come te. Conoscendoti, questo museo, come tutte le altre cose, sarà sempre la penultima cosa. Sempre ci sarà nei tuoi pensieri un’altra operazione da portare a termine, ancora un altro esempio di come solidarietà e sensibilità paghino sempre nella vita. E lo farai sempre come tutte le altre, col sorriso, con la dolcezza e con l’attenzione che ogni iniziativa merita.
Grazie Paola e un abbraccio dal tuo amico Antonio.

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Video del museo del Presepe

L'ingresso al Museo e alla chiesa di San Francesco.

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