Tempio Pausania, “Contro questo potere bisogna lottare e non su facebook!”. Politica regionale allo sbando, presa di mira, dopo la sanità, anche la giustizia.

Tempio Pausania, 20 nov. 2015-

Lo dicevamo due anni fa, che la macchina divoratrice di questa politica europea non si sarebbe fermata dinanzi a nulla. Non fanno testo disoccupazione impressionante, la miseria dilagante dei cittadini italiani, la super tassazione che pensa di supplire alla mancanza di una propria moneta sovrana col fantomatico “debito pubblico”, le centinaia di migliaia di nuovi poveri che stanno boccheggiando, aspettando la fine, la perdita giornaliera di diritti acquisiti e di beni pubblici perduti. Ma tutti, anche davanti all’evidenza, hanno pensato che prima o poi sarebbe intervenuto Terence Hill o Bud Spencer, due cazzotti ben assestati e tutto tornava alla normalità. Non è e non sarà mai così.

Assistere impotenti, ma soprattutto inermi, a questo stillicidio di beni e servizi rende quasi appagati, ci catapulta nell’apatia e nella certezza che “non siamo noi i responsabili”. Invece si, siamo noi e solo noi che scegliamo di che morte morire, siamo noi e solo noi che decidiamo chi ci deve rappresentare, siamo noi e solo noi che ungiamo i politici di turno per i nostri scopi personali.

Intanto, dopo la sanità, tocca alla giustizia mentre brancola nel buio l’attuale amministrazione regionale con la riforma degli enti locali. Che avessero ragione “quelli del forcone?”. Non è più possibile scombinare i piani di distruzione lenta del sistema che pure ci avevano dato modo di capire a che cosa avrebbero puntato. O non mi dite che non vi eravate accorti che saremmo arrivati a questo? Non ditemi che speravate che sarebbe bastato un nome locale di un politico navigato di amministrazione pubblica per la soluzione delle cose? Non, non posso crederci che ci avete creduto! Quando vi si diceva, in tutte le salse e su qualunque argomento spinoso, che Pigliaru, Renzi e company sarebbero stati solo degli esecutori di ordini provenienti dall’alto, dove stavate? Credevate ancora che la politica nobile di qualcuno ci avrebbe evitato il massacro in atto? 

All’indomani della vertenza sanità, che sembra essere arrivata ad un accomodamento con perdita di capitale di servizi, tra cui duole informarvi che il “punto nascita” del Paolo Dettori, è una perdita a cascata che ci impedirà di ottenere futuri progressi e miglioramenti, ora tocca alla giustizia.

E’ di oggi la notizia dell’Unione Sarda del seguente sunto delle intenzioni dell’amministrazione regionale:

Fa piacere leggere queste cose, quando vi urlavamo che il tribunale stava prendendo direzione est per spostarsi a Olbia. Ma no, non accadrà mai…la nostra cultura, la nostra identità, bla, bla, bla…allora stendiamo il tappeto rosso agli assessori quando arrivano a Tempio, città dell’acqua e della pietra. Regalate i vostri voti, per ragioni di appartenenza a politici olbiesi, come avete fatto in tanti. Nobiltà decadute seguendo logiche perverse che attraversano il cielo sopra questa città che aveva tutto prima di questa alleanza sciagurata col nulla. E mentre un senatore se la ride dietro quell’aria da agnellino, dall’altra gongola uno stratega, vecchio navigatore di mari tempestosi, che predica Unità del territorio! Ma dove? Tempio, senza il tribunale, è destinato a scomparire del tutto. Ci resterà il processo a Re Giorgio però! Almeno quello ce lo lasciano. Sigh, sigh…

Ma si! Che si piglino tutto, anche l’acqua che finirà prima o poi nelle mani di qualche privato d’oltralpe, così come già successo in una regione italiana.

Perché, cari lettori, se non si esce fuori da questo inganno dell’euro, se non ci si arriva a capire che nessuno è disposto a venir meno ad esso, così come all’obbedienza cieca al Sistema Potere Finanziario USA/UE, allora ogni giorno vedremo un pezzetto del vecchio nobile mosaico svenduto al miglior offerente, dalla Costituzione Italiana, modello di grande democrazia vera, alle nostre risorse naturali, architettoniche, quelle che ci facevano vivere bene e fieri di riconoscerci in un paese che non è più tale.

La lotta al potere non si fa su facebook, non si deve combattere virtualmente. Bisogna scendere in piazza e protestare con forza e veemenza, con rabbia e decisione. E che si svegli il profeta della Rinascita e suoni le campane prima che i rintocchi vadano sulle note basse del lutto.

Antonio Masoni

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