Tempio Pausania, 18 set. 2018-
I preparativi si erano intensificati, già da una settimana su Millantar si lavorava senza sosta, nulla era lasciato al caso, Fake City era un brulichio di netturbini, decoratori di interni esterni e dei cessi, e anime pie del sacro intestino della Santa protettrice del pianeta, Santa Terenzia da Mogadiscio, divinità che era anche la protettrice dei villaggi IDEEDELCACCHIO, ormai esempio nel cosmo di buona coltura, da tempo presi a modello ed esempio anche dalle altre costellazioni. Eccezion fatta, come al solito, dagli abitanti di Detra che non si erano abituati ancora al fatto che tutto doveva passare per una panzana.
Fake City, alla vigilia del compleanno del Re, risplendeva a nuovo, anche nella provincia ribelle del nord est dell’isola Ichnusa, si era rifatta la ceretta a quel che restava degli incalliti coyotes e si era tentata una risalita per tappare le falle del sistema criptocentrico che stava marcando crepe vistose e zerocentriche.
Tutti si erano dati da fare, persino i cuoricini erano stati colorati di rosso intenso, ancor più acceso, per ribadire lo sviscerato e fantastronzico amore verso colui che da 3 anni e oltre stava letteralmente prendendoli per il naso, in una sequenza imperfetta di paraculismi egocentrici e testicolari.
“Bello e impossibile”, gridavano le teenagers di Millantar che agognavano un incontro col messia, ai loro occhi una divinità da adorare. “Sei nell’anima Re!! Woww…si è affacciato, guardate….ha tolto il naso dalla finestra per salutarci….qui…qui….siamo qui Re, guardaciiiiiiii….”, mentre si strappavano i capelli per quell’uomo che aveva cambiato il loro destino per sempre. Manco fosse la rock star di Millantar, Billy “Fuffy” , per il quale stravedevano tutte le ragazzine dai 60 agli 80, il Re è era una vera celebrità che pochi avevano avuto l’onore di conoscere e di poter annusare direttamente. Noto anche come “Ascella”, il Re emetteva un odore quantico, fottico in tutto e per tutto, e aveva cambiato anche i postulati della Bubbola, il testo sacro. In un capitolo a parte, un’appendice marcia del libro, parlò della nuova religione che stava per soppiantare la pseudo religione cattotruffaldina con una nuova filosofia di vita meglio nota come Religione Brodaica, una specie di piscio biancastro con degli annessi che venivano di tanto in tanto ad allungarne il contenuto. Una melanzana, un cavoletto di Treviso, una carotina del Veneto Meretriciano, quelle rosse e fottiche ma dal sapore dolcissimo, erano la base della nuova Religious Trend che si stava imponendo nelle case, nei bistrot, nella case di tolleranza, nei distributori di pompe dove il monopolio, come noto, era di Sora Ninfa.
Era tutto pronto e la gente era accorsa su idiotbook aspettando la fatidica ora. A mezzanotte sarebbero esplosi i mortaretti di festa, stappate decine di bottiglie di spumante millantariano, a base di notoss e piscio della bassa valle delle Ande Piemontesi e si sarebbero aperti persino i salottifici Clen Clen, chiusi da tempo per mancanza di mugneca, meglio nota, come quidcoin. Un’apertura simbolica per qualcosa che non era mai servito a nulla se non a creare false ideologie perché di quidcoin manco in 1000 anni se ne sarebbero visti.
“Ecco ci siamo” – gridò Suorpaolina, da poco estromessa dalla sua missione di fustigatrice ufficiale, dopo la sua elezione a Miss Ban, era stata retrocessa a Miss K lorina, per la sua nota e fastidiosa disuria compulsiva, “mancano pochi secondi…in alto i calici!!! 3…2….1…..Buon compleanno REEEEEEEEEEEEEE”
Le campane suonarono a festa ininterrottamente per 12 anni, il tempo per allungare un pochetto il brodino e prendere del tempo per distrarre ancora la massa di boccaloni, come il recidivo Gonzon. Gonzon era noto per essere il fischiaderetano del Re, sempre solerte a spifferare le verità di Detra e fare in modo che il Re preparasse le contromosse. Gonzon credeva talmente nel progetto che aveva affidato le sue fortune al n. 11, su indicazioni del Re in persona. Tutto era 11, dal numero dei figli, da quello delle gonze che si era sposato, alle sue conoscenze numeriche, finanche alla sua casa che misurava 11 mq con un bel monolocalino con cesso annesso.
La festa fu in pompa magna e già la Sora prendeva il sopravvento..lei quandosi trattava di pompe era sempre lì a vendersi i suoi prodotti etici e morbidi senza eguali nel mondo di Millantar.
Fra Gandolfo da Norcia, sempre in prima fila quando si trattava di mangiare, per l’occasione, si vestì come Demis Roussos con una lunghissima tunica rosa pallido con pizzo sui bordi, cappellino a cono in testa e trombetta e organizzò l’immancabile trenino “Ollellè, ollallà, faccelo vedè, faccelo toccà…..ehhhh. meu amigu Charli…..ehhh, meu amigu Charli “. Suopaolina, dopo l’ufficialità della data, mise in bocca la sua nuova dentiera anasfittica che la faceva sembrare un bombon sessi (senza denti le usciva così la parolina). Truffarelli, riesumato per la circostanza gioiosa, salì sul podio della piazza a inneggiare con una scoreggia che di epocale non aveva nulla, sovrastata da quella ben più consistente del vate dell’isola Ichnusa, Max Carciofini, detto il Pirla, vegliardo ma insaziabile costruttore del paradiso della fuffa migliore. Remo Leccomeglio e Giovanna Larussavic inseguivano con la pistola i pochi silenziosi millantariani che non avevano più nulla da mangiare e se ne erano stati in disparte a guardare tristi la festa.
Alle 24.01, apparve lui, Re Tarlok, il Mecenate, La piazza si ammutolì di colpo. Solo un rutto, venuto da chissà dove, spezzo l’incantesimo. Era Gaius, il detrattore di corte che aveva subito umiliazioni e dita amputate (i diti medi delle mani e dei piedi) reo di aver oltraggiato a più riprese le iniziative di corte.
Tarlok, vestito come Othelma, alzò al cielo le mani e il popolo iniziò la sua solita minchiafarsa che recitò più o meno così.
“Fratelli carissimi, in questo giorno propizio di San Maurizio, voglio ringraziare tutti voi, dai mattoni refrattari ai blocchetti della struttura a piramide inversa, i soli che presto, molto presto, avranno la card goldfake dorata a pin impossibile, piena di ben 1500 punti nebbia, da spendere nella nuovissima Italiaseiunflop”.
“Viva il Sire!!”
“Calma – placando la folla che inneggiava al suo nome – ” fratelli carissimi, tempo al tempo. E’ venuto il giorno, per me fausto…”
” …caz, ma si chiama Fausto e nessuno lo sapeva” interruppe il solito Gonzon.
“Shhhhhhhhhhhhhhhhhh”, urlò il popolo indicando con sguardi che sembravano strali il disturbatore ” Fa silenzio Gonzon!!”
“…ehmmm mettete un tappo a quella bocca che ha osato interrompere il mio monologo…dicevo, fratelli, presto, molto presto, in una data magica e quantica, l’11 11 11, avrete la data in cui finalmente potrete spendere i punti nebbia…”
“Imperatore delle galassie fuffiche e fottiche, la mi scusi ostrega ” urlò Bidone il barbaro, sempre a precisare quanto fosse nato idiota perché allattato da una cammella svizzera e non veneta ” Ma il terzo 11 cosa vuol dire? “
“Taci, imperfetto tumore orbo e cieco, ti porterò davanti ai giudici anche a te, perché hai diffamato il mio verbo. Prendi nota, Maialetti che a breve ci divertiamo con sta gentaglia. Ehmmm, proseguo sempre che non ci sia qualche altro curioso che voglia fare altre domande onchiche (letteralmente da tumore)”, la folla si zittì e piombò la paura come sempre,
” Dicevo, in quella data nella città magica di Stocaz, in Mesopotamia, avrete la data della card. Ciò, a dimostrazione che avremo superato ogni ostacolo che ne ha impedito ogni possibilità. Agogno un mondo in cui tutti potremo barare a carte, investire i quidcoin in ogni negozio aderente, in qualsiasi bancarella del pesce, ovunque. Dico questo in memoria di me, andate in pace, Amen!”
“Amen? E cosa vuol dire amen? La messa è finita o tipo Augh degli indiani?”
“Capisci una sega te, Amen vuol dire che possiamo finalmente mangiare!”
” Ma, mangiare ora per la festa o mangiare in futuro?”
“Del doman non v’è certezza, mangiare ora”.
Per la festa tutti avevano portato qualcosa da casa, chi le salsicce di iena, chi il pane fatto con le mani ma senza farina, chi la frutta del giardino, more e lamponi, banane e altre cibarie, chi lattuga acquaponica, chi tinche e carpe del lago, gustosissime al naturale, senza oli o grassi, chi aveva portato il fratello e la sorella (si sa come sono i pitocchi!).
Al picnic, seguirono giochi per bambini, la gara tradizionale di rutti e scoregge, l’immancabile Karaoke della Fuffy Music e il palio delle pietre rotolanti. Sul pendio del vulcano Ruttor, si facevano rotolare dei grossi blocchi di pietra lavica solidificata giù per il pendio. Il rotolone che arrivava prima vinceva un bacio del Re, desiderato come quello di un papà buono. Eh si, cari amici, il Re era come un papà buono e il tempo del tempo senza tempo lo avrebbe evidenziato ancora una volta.
Chiuse la serata con le fatidiche parole che tanto piacevano ai millantariani.
“Da domani riparte il Ciarlanesimo Human e Dishuman caravan Tour, saremo a evidenziare ancora per 1, 2, 100 anni. Oggi, per me giorno di evidente importanza, annuncio che sarò presto nel partito che ho contribuito a far nascere e morire per un nuovo etico, altruista, mondo migliore”
Antonio Masoni