Tempio Pausania, “Il caso Balistreri”, di Gennaro Landriscina. 2^ parte.

Tempio Pausania, 1 gen 2016-

Siamo alla seconda parte di queso importante lavoro di ricerca, a cura di Gennaro Landriscina sul caso Balistreri, figura leggendaria della Tempio di fine 1600. Grazie ai tantissimi cultori della storia di Tempio e dei suoi personaggi che hanno gradito la prima parte. (A. Mas.)

“Perciò  non  mi sento di escludere e perciò di ipotizzare  che questa leggenda  si sia originata tra popolo tempiese, in occasione dell’abolizione in Sardegna della  giurisdizione feudale Civile e Criminale  avvenuta 21-05-1836per volontà di re Carlo Alberto di Savoia e del suo fidato Ministro  don Emanuele Pes, dei marchesi di Villamarina e dei  festeggiamenti avvenuti Tempio nel novembre successivo per la sua proclamazione a città. Leggenda per tanti versi  confezionata trasfigurando e retrodatando l’avventurosa vita del bandito tempiese Giovanni Andrea Parriciatu Ballistreri detto Spugliastru ucciso  il 28 marzo 1831 alle falde del monte Limbara nei pressi di un mulino ad acqua[i] e dettata  dall’ astio nei confronti del ceto nobiliare dominante in città dalla seconda metà del XVI secolo e- Il tutto condito e ben insaporito da una diffusa  ansia popolare per un pervasivo riscatto sociale

Ma torniamo agli ultimi anni del secolo XVII  quando  di fronte all’inaspettato benessere sociale, anche le armi dei cavalleros tempiesi  più esagitati avevano dovuto cedere il passo  ad un’incruenta, seppur vivacissima, dialettica; e poi, dopo la così detta guerra dei nove anni  c’erano stati alcuni provvidenziali matrimoni che seppur combinati con l’obiettivo di concentrare   patrimoni fondiari, commerciali e in bestiame ,  concorrevano  fortemente   ad acquietare, se non a rimuovere del tutto,  antichi e nuovi odi [ii]. Da qui anche la costruzione di numerosi palacios in bloques de granito expuesta( a vista), nelle adiacenze della calle de los Caballeros(attuale via Manno) che dall’antica Iglesia della virgen del Carmen dei RR.PP. Escolapios  portava alle prisiones baronali ( attuale ufficio turistico).

I maggiori  esponenti del  casato dei Pes[iii], avevano anche  ottenuto dal vescovo di Civita e Ampurias monseñor   Juan Battista Sorribas[iv]noto per i suoi forti contrasti con i familiari tempiesi del Santo oficio[v] l’autorizzazione a  seppellire don Antonio Pes,[vi] deceduto in data 11-8-1674 sotto l’altar mayor  della iglesia  di san Pedro apostol ,  ben presto imitati  dal can. Pedro Gabriel-Spensatello[vii]; e questo nonostante avessero lo “ius sepelliendi” nella Iglesia del conbento de observantes di san Francesco, nella Iglesia della Virgen de los desemparados  ubicata nell’attuale piazza Gallura[viii] e sopratutto nella Iglesia di San Antony da Padua edificata propriis expensis nel 1657 da don  Andrès Seraphino Pes Garrucho,  nella sommità di un colle roccioso confinante con le case della famiglia Sanna[ix] e dove los vassallos de la villa usavano riunirsi per  giurare di fedeltà ai procuratori feudali del marquès de Orani[x]. Solo il señor de ganado don Gavino Misorro-Riccio abitava nel rione di Lu Naracu in un   tetro palacio (attuale via Dettori), esposto ai forti venti e abbastanza prossimo  alle case basse dei suoi numerosi parenti  poveri, che in filiere irregolari, si estendevano fino a   via di Lu Runzatu( attuale parte bassa di via Roma), che da piazza delle monjas e ( attuale piazza Gallura) da ls Iglesia della Virgen de los desemparados  conduceva al colle periferico  di San Joseph, ove erano  ubicati l’ horca ( patibolo[xi]) e la omonima piccola Iglesia.

La gran parte dei  pastores e dei massayos  tempiesi abitavano invece ,  nell’antico rione di Monti Masa e lungo la stada che portava al prado  di San Sebastian e al camino real per Terranova. ,  in miseri e bassi  tuguri, costruiti con pietra accuditicha,soprattutto  in vicinanza della Iglesia della Virgen del Pilar[xii]  patrona di Saragozza e alla quale era molto devoto il marques di Orani don  Fadrique  de Silva y Portocarrero (1672-1700)che il 5-12-1688  aveva sposato  doñaJuana Petronilla de Silva Fernandez de Hijar y Pignatelli(1669-1710), figlia e unica erede del VI duca di Hijar, don Jaime Francisco Silva Fernandez de Hijar, vice re d’Aragona dal  1681 al 1692.

Ebbene in questo scorcio di secolo, i principales hombres, i caballeros e i señores de ganado tempiesi miravano ad ottenere dagli Estamentos

1)Potenziamento della collegiata di san Pedro apostol.

2)Incentivazione deL commercio del queso, cueros, lana, vino, lardo, perniles, salchichas, manteca, bestiame

3) Acquisizione  di sacas e di nuov carte ejecutorie de nobleza”

[i]. ASC SS II serie cart. 790 . In data  28-3-1831. Viene sorpreso in un mulino alle falde del Limbara che ancora conserva il suo nome il bandito tempiese Giovanni Andrea Parriciatu Ballistreri dettoSpugliastru autore di diversi omicidi tra il 1830-31 in territorio di Bortigiadas, Aggius e Tempio

 [ii]  G. Mele, Da pastori a Signori, EDES Clio 1994. Don Gavino Pes-Spensatello aveva sposato  nel 1690 doña Gavina Sanna figlia di dott. Gianuario Sanna (abitavano nel rione di San Antonio), mentre il suo fratellastro, don Gavino Augustin Pes, sposava nel 1702  doña Maria Sardo, figlia di don Antonio Sardo, giudice ordinario dell’Encontrada di  Gallura.  Senza contare don Jaime Pes Pilo, figlio di don Gavino Pes Riccio e di doña Anna Pilo e  don Francesco Pes Valentino  che avevano  sposato, nel 1684 rispettivamente   doña Anna Maria Valentino e doña Maddalena Misorro; a parte don Antonio Pes che aveva sposato doña Maria Riccio, don Miguel Pes Riccio doña Angela Maria Pes Sardo

[iii]G. Mele, Da pastori a Signori, EDES Clio 1994 cit. . Il casato magnatizio dei Pes nel 1670 aveva contribuito in maniera  determinante alla cattura del marchese di Cea e dei suoi  seguaci. Probabilmente, c’era stato anche un fattivo intervento del mercante siciliano Antonio Genovès, principale finanziatore delle operazioni militari repressive attuate in Sardegna dal vice re  Tuttavilla.

[iv] M. Careddu. Storia della Chiesa in Gallura. In La Frisaia.n°102-103. Anno XX. Juan Battista  Sorribas ricoprì la cattedra di Ampurias e Civita dal 25-9-1673 al 24-11-1678, data della sua morte a Nulvi .

[v]Archivio Historico NacionalPleito de competencias entre el Tribunal de la Inquisición y el obispo de Ampurias Juan Bautista Sorribas 1675 / 1676Inquisicion1630,Exp.25Competencia y causa de honor del Santo Oficio contra el obispo de Ampurias, Juan Bautista Sorribas, sus ministros y otros por haber amotinado al pueblo, tomado las armas y cerrado las puertas de la ciudad a los ministros del Santo Oficio, injuriandolos el dicho obispo y perdiendo el respeto por escrito al inquisidor

[vi]A.Tilocca, Un’investitura nobiliare nel ‘700 a Tempio, pag.142-149, in Almanacco gallurese, SS, Chiarella, 1993-1994.

[vii] T. Panu, Storia di Tempio e della Gallura. Nuova Stampa Color.Sassari 2010. Cit.. Pag. 150.Il can. Pedro Gabriel Spensatello,  ottenne in data 3-4- 1687  dal vescovo   Francesco Sampero per il fratello Gavino Gabriel Spensatello , il diritto di sepoltura nella cappella del SS.mo della chiesa collegiata di S. Pietro estensibile ai successori, per avere difeso a Roma per sei anni il diritto di Tempio ad essere sede vescovile,

[viii] G. Doneddu, Una Regione Feudale nell’Età Moderna, Iniz. Cult. Sassari 1977, pag. 47, n. 28. I Pes erano molto devoti a S. Francesco d’Assisi e a S. Bernardino da Siena,come ben testimonia lo Ius Sepeliendi da loro detenuto  nella  chiesa conventuale di S. Francesco ed il ricorrere di questi nomi nel loro casato. Avevano  lo Ius Sepeliendi anche nelle   chiese  di S. Antonio da Padova e  della Virgen de los desemparados,.

[ix]G. Mele, Da pastori a Signori, EDES Clio 1994. Cit. Don Gavino Pes Spensatello che aveva sposato nel 1690 doña Gavina Sanna era  con don Miguel Pes Misorro, era uno dei più grossi esportatori di formaggio  negli anni ’90. La loro figlia Maddalena Pes Sanna  sposerà don Antonio Pes Riccio ed ebbe numerosi figli, tra i quali il famoso poeta don Baignu Pes. .

[x] G. Doneddu, Una Regione Feudale nell’Età Moderna, Iniz. Cult. Sassari 1977.Cit Pag.26, nota 12. < Il funzionario baronale delegato convocava al suono del tamburo nella piazza principale della villa tutti i vassall…si recava quindi  > davanti alla chiesa di Sant’Antonio che era il luogo più elevato del centro abitato< e prendeva possesso simbolico di vigne, vidazzoni, paberili e salti, dopo aver ricevuto un pugno di grano, di pietre e di terra. Esaurita questa parte…ci si recava nella piazza della curia per prendere possesso dei diritti giurisdizionali: una forca …il sigillo…le cause correnti civili e criminali, con i registri dell’anno, i bollettini e i verbali.si passava poi nell’archivio di cui venivano consegnate le chiavi…Seguiva infine l’atto di possesso delle carceri…e quello degli scrivani della curia e dei ministri baronali… Lo stesso rituale si ripeteva in tutte le ville del feudo…Il viaggio più difficoltoso era fatto a Longosardo per riaffermare su quel porto e sugli altri punti d’approdo del litorale gallurese-Vignola, Isola Rossa, lixa- i diritti di dogana sui bastimenti e sulle merci in transito>

[xi] M. Bruschi Brandanu, Tempio nella seconda metà dell’800, Ed. Lib. Dessì 1982, pag. 24, nota 7.T. Serra, Violenza criminalità e giustizia dal 1500 al 1871. Zonza Editori. Ca 2007.Pag221, 236. In data 2-7-1827  fu impiccato a Tempio Raimondo Piras di Sassari. L’esecuzione, forse una delle ultime a Tempio fu preparata dal Delegato consultore, don Giovanni Maria Satta ‘ con un apparato che non poteva essere più grande’.

[xii] G. Doneddu, La Gallura una regione feudale nell’età moderna. Iniziative culturali. SS, 1977Pag. 64 nota 9. A.C.T. Nel 1684 erano stati donati alla nuova Iglesia del Pilar numerosi capi di bestiame

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