Tempio Pausania, “Il caso Balistreri”, di Gennaro Landriscina. 3^ parte

Tempio Pausania, 2 gen. 2016-

Ecco la 3^ parte di questo importante lavoro di ricerca, a cura di Gennaro Landriscina, sul caso Balistreri, figura leggendaria della Tempio di fine 1600. Ieri abbiamo pubblicato la seconda parte di 8 sezioni che facilitano la lettura

Da qui las súplicas[i], presentate dal sindaco di Tempio don Juan Antonio Riccio e dai quattro figli di don Antonio Pes agli Estamentos convocati nel 1688 dal Virrej don Niccolò Pignatelli, duque di Monteleon tutte tese ad ottenere diritti e guarentigie ed al contempo ufficializzare la  supremazia  religiosa e politica della villa  nel nord est dell’isola, anche alla luce delle recenti sentenze del Tribunal de la Rota Romana[ii]. (Da tenere anche  in debito conto che dall’8-4-1686 al 1687 aveva ricoperto la carica di Gobernador del cabo de Caller y Gallura don José de Litala y Castelví[iii] , virrey ad interim dall’8-4-1686 al 1687[iv]  molto noto a Tempio per aver  visitato in data 11-5-1683  il santuario Virgen de nuestra Señora de  Lugar Santo  , per aver tradotto  in tale occasione in gallurese alcune cansones spagnole[v] e per aver messo sotto inchiesta Brancas Sotgias[vi] e Nicolosino Mossa[vii] entrambi di Calangianus e familiari del santo oficio .)

Purtroppo, el Consejo de Aragòn si mostrerà sempre evasivo e reticente, anche se per la traslazione della diocesi di Civita da Terranova a Tempio  e para facilitar el logro de esta istancia era stata assicurato l’ interessamento dell’ embajador a Roma, cardinale Pio di Savoia

E poi era appena  deceduto a Nulvi in data 15-11-1688  monseñor  Francesco Sampero, mentre il  successore don Miguel Villa non aveva ancora preso possesso della sua nuova  carica.

Ora, queste risposte interlocutorie nei confronti di una comunità, che tanto  aveva meritato in questo scorcio di secolo per la cattura del marchese di Cea, possono essere in gran parte spiegate con lo stato di estrema confusione politica  presente  in quegl’anni in Spagna a causa delle fragili condizioni psichiche del giovane re Carlo II[viii], non disgiunte da una disastrosa crisi economica e finanziaria  a stento tenuta a bada dal plan de estabilizacion( ammortamenti e taglio dei costi) y devaulacion portato avanti  soprattutto nel regno di Castiglia dal valido don  Manuel Joaquín Álvarez de Toledo Portugal conde de Oropesa(1688-1691).Purtroppo , dopo la morte il 12 febbraio 1689 della bellissima  Reina Maria Luisa di Borbone y d’Orleans(1662-1689) erano riprese le ostilità con la Francia e con esse le incursioni barbaresche nel nord-est dell’isola.Per non parlare del cosi detto banditismo sociale [ix], spesso  fomentato, da pastori corsi al soldo degli emissari  francesi e a stento tenuto a bada dai milicianos tempiesi posti al comando di don Gavino Misorro

Occorrevano perciò urgenti rimedi o quantomeno  soluzioni operative, capaci di garantire sicurezza nelle campagne e un normale proseguo dei commerci con il continente.

Ma a Madrid c’era ben altro a cui pensare, soprattutto alla luce dei complicati intrighi dinastici intessuti dal  cardinale Louis Fernandez de Portocarrero Bocanegra y Moscoso-Osorio [x] e dalla Reina viudaMaria Ana d’Austria, entrambi preoccupati di trovare in tempi brevi  un erede sufficentemente condiviso per il trono d’España, visti i  tentativi infruttuosi di  re Carlo II  ad aver   figli nonostante si fosse risposato nel 1690 con Maria Anna del Palatinato Neuburg Wittelsbach.[xi] Del resto dopo la vittoria delle armate francesi ad Orbassano in data 4-10-1693, la situazione militare era  così compromessa da costringere Venezia, il Ducato di Savoia e lo Stato Pontificio ad allearsi  in una Lega Santa per proteggere i confini orientali, ormai pericolosamente minacciati dalle truppe islamiche.

Da qui le nuove istanze rivendicazionistiche presentate dai Caballeros   e dagli hombres principales tempiesi [xii]  nel corso degli Stamenti convocati  a Cagliari in data 26-11-1697 dal virrej, don Josè de Solis y Valderrabano, , conde  de Montellano

Fortunatamente le ostilità trovavano  una apparente  conclusione col trattato di pace stipulato a Chateux de Ryswich in data 1-9-1698, che  pur  considerato dagli storici effimero e temporaneo,   era stato sufficiente a trasformare nuovamente per qualche anno  il mar Tirreno, in una vera e propria oasi di pace e di benessere.

Vista l’importanza delle suplicas presentate al Virrej, conde  de Montellano in data 15-4-1698 [xiii]  ritengo cosa utile riportarle  nel loro testo integrale in lingua castigliana [xiv]  , se non altro perchè  viene citato, come stemma araldico della Gallura[xv]

[i] P. Tola, Codex Diplomaticus Sardiniae, .Tomo II, Documento L 7.  Pag. 367, TO. 1861.

[ii]M. Careddu, Civita e ampurias unite e distinte( e rivali) secondo sentenza, in  CM3 anno VII n.4 Pag.25. Il contenzioso giudiziario tra il capitolo   di Ampurias e la  collegiata di Tempio, durò ben 63 anni , costando al clero tempiese, 8000 scudi.

[iii] A. Piga, Nobili briganti.. Ediz. della Torre, Giugno 2013. Pg. 63 La Grande Enciclopedia della Sardegna, volume III. 2007, Ed. la Nuova Sardegna Spa, a cura di F. Floris. Don José Delitala y Castelvì. Era partito all’età di quindici anni per la Spagna dove intraprendeva la carriera militare pervenendo ai gradi di colonnello. Decorato dell’ ordine militare di Calatrava veniva nominato nel 1677  governatore del Capo di Cagliari e Gallura ..La concessione della carica di Governatore del Capo di Cagliari e Gallura avvenne con carta reale del 31 agosto 1677, con la quale il Sovrano spagnolo distribuì le ricompense a favore di coloro che si erano distinti nei lavori del Parlamento, celebrato dal marchese de las Navas, Conte di Santo Stefano, conclusisi il 9 novembre 1677 e iniziati il primo aprile dello stesso anno.. Nonostante fosse per nascita  un membro del casato dei Castelví marchesi di Laconi , rivali dell’altra nobile e potente famiglia degli Alagon, marchesi di Villasor,  José Delitala fece una scelta di campo a favore di quest’ultimi (e a causa di questa don José Delitala dovette trascorrere un periodo a Madrid, sotto la protezione del Re).

[iv] G. Pillito, Memorie tratte dall’Archivio di Stato in Cagliari, riguardanti i Regi Rappresentanti che sotto diversi titoli governarono l’isola diSardegna dal 1610 al 1720, Cagliari, Tip. del Commercio, 1874. Cit. J. Mateu Ibars, Los virreyes de Cerdeña, Padova, 1962-68  La Grande Enciclopedia della Sardegna, volume III. 2007, Ed. la Nuova Sardegna Spa, a cura di F. Floris. Don José Delitala y Castelví  era il minore dei tre figli di Angelo Delitala fu di Girolamo e di Maria Amat y Castelvì della nobile famiglia dei marchesi di Laconi. Vice re ad interim del Regno di Sardegna  dal 8-4-1686 al 1687 proprio  nel periodo precedente il governo del duca di Monteleone e dopo la morte del conte di Fuensalida. Nonostante per nascita fosse un membro dei Castelví, rivali dell’altra nobile e potente famiglia degli Alagon,  José Delitala aveva fatto  una scelta di campo a favore di quest’ultimi e del vice re Tuttavilla. Tra l’altro era  grande amico del  marchese di Villasor, (nipote di mons. Pedro de Alagón, dal 1669 vescovo di Civita e Ampurias) oltre che intimo dei vari vice re che si stavano avvicendando  in quegl’anni nell’isola Non deve perciò meravigliare   la sua amicizia a Tempio con  i maggiori esponenti del casato Pes,  e la sua visita nel maggio  1683 del Santuario della Virgen de Lugar Santo Suo fratello don Emanuele reggeva la segreteria generale, mentre suo figlio Tommaso sarà governatore di capo Cagliari e Gallura.Durante la guerra di successione spagnola questo ramo della famiglia Delitala si trasferirà in Spagna sotto le insegne di Filippo V

[v]T. Paba, El canzoniere ispano sardo. Un caso di multiculturalismo ‘en la Cerdena del siglo XVII, in Rivista di Filologia Romanza. 2000, 17, 197-202. T. Paba, Canzoniere Ispano Sardo. Ca 1996.Cuec Ed. Don José Delitala y Castelví  in occasione di una sua visita nel santuario mariano di Luogosanto nel maggio  1683  ebbe   probabilmente modo di copiare  e  tradurre alcune  cansones ispaniche in sardo e in gallurese,  in un suo  manoscritto   cartaceo, ritrovato recentemente nella Biblioteca di Brera di Milano.   Se trasladaron estas cansiones en la Virgen de Lugarsanto por el mes de majo a’11 de 1683…..El año 1684 a’ 26de febrero me enbarcé de Cáller para Madrid……... Don José Delitala y Castelví  è considerato la figura più rilevante del panorama letterario ispano sardo del Seicento

[vi] Archivio Historico NacionalPleito de competencias entre el Tribunal de la Inquisición de Cerdeña y la jurisdicción ordinaria1681 Inquisicion1629,Exp.28Pleito de competencias entre el Tribunal de la Inquisición de Cerdeña y la jurisdicción ordinaria sobre la orden dada por José de Litala Castelvi, gobernador, para que Brancas Sotgia, vara del Santo Oficio en la villa de Calangianos, se presentara en la ciudad de Caller para un asunto indeterminato

[vii]Archivio Historico NacionalPleito de competencias entre el Tribunal de la Inquisición de Cerdeña y la jurisdicción ordinaria1687 Inquisicion1629,Exp.29Pleito de competencias entre el Tribunal de la Inquisición de Cerdeña y el regente de la Real Audiencia del Reino de Cerdeña sobre la orden dada por José de Litala Castelui, gobernador, para que Nicolosino Mossa, familiar del Santo Oficio y vecino de la villa de Calangianos, se presentara en la ciudad de Caller para un asunto indeterminado Pleito de competencias entre el Tribunal de la Inquisición de Cerdeña y la jurisdicción ordinaria1687 Inquisicion1629,Exp.35Pleito de competencias entre el Tribunal de la Inquisición de Cerdeña y la jurisdicción ordinaria sobre haber citado la Real Audiencia a los inquisidores al Braco Regio por inclumplimiento y usurpación de la jurisdicción real en diferentes causas y procesos, como los promovidos contra Agustín Abozi, familiar del Santo Oficio, por usar armas de fuego prohibidas, o contra Nicolasino Mossa, familiar del Santo Oficio

[viii]José Calvo Poyato, La vida y época de Carlos II el Hechizado, Barcellona, Editorial Planeta, 1998.

[ix] E.J. Hobsbawm, I banditi. Il banditismo sociale nell’età moderna. Torino 1971, pag.42

[x]P. Chacornac, Il conte di Saint Germain. Iniziato immortale. Storia e leggenda. Ed. Mediterranee. L. La Rocca. La cessione del Regno di Sardegna a Casa Savoia, in Miscellanea di Studi Sardi, Sardegna e Spagna. Li Causi Ed.. Dopo la pace di Nimega, stipulata nel 1679 tra Spagna e Francia, la rejna viuda Maria Ana d’Asburgo,  approfittando della morte di don Josè d’Austria,  rientrava   a Madrid con suo figlio Carlo II,   assumendo  come Valido, don Juan Josè de la Cerda(1637-1691), VIII duca di Medinaceli, sostituito nel 1688 dal conte  di Oropesa, che rimarrà in  questa carica fino al 1691.Carlo II  essendo  molto malato e senza eredi aveva nel frattempo  cominciato   a parteggiare    per suo nipote,  Carlo d’Asburgo-Neuburg, coadiuvato in questo da don Juan Thomas Enriquez de Cabrera, conte di Melgar, dal 1695 Cavalerizo Maior e amante della  sua 2°moglie   Marianna Neuburg-Wittelsbach. Il cardinale Louis Fernandez Portocarrero, era però riuscito dopo  la pace  di Chateau  de Ryswick, a mandare in esilio, in data 23-5-1699,  il conte di Melgar e il conte di Oropesa, parteggiando, dopo la   morte di don  Josè Fernando di Baviera-Neuburg , per Filippo d’Angiò, nipote di Luigi XIV . Avrebbe così garantito l’ integrità territoriale della Spagna e  posto  finalmente termine al secolare conflitto con la Francia. Tra l’altro il Portocarrero aveva   accusato il conte di Melgar di aver stregato re Carlo II, con la collaborazione dell’Inquisitore generale Thomas de Roccabertì . Ma il conte di Melgar dopo essere rimasto vedovo della prima moglie, sorella del duca di Medinaceli ed aver  sposato nel 1697, Anna Caterina de la Cerda, figlia dello stesso duca, dopo la morte della sua 2° moglie, avvenuta in data16-12-1698, diventava l’amante della giovane regina  riportando a corte come I° ministro, il conte di Oropesa, con l’obbiettivo di  contrastare con più efficacia il Portocarrero ed il partito filo francese.

[xi] M. Gazano, La Storia della Sardegna, Tomo I, Real Stamperia, Ca 1777, pag. 320.

[xii]Acta Curiarum Regni Sardiniae. Atti del Parlamento( 1698-1699), a cura di G. Catani e C. Ferrante.

[xiii] P. Tola, Codex Diplomaticus Sardiniae, . Tomo II, Doc. LIX, pag. 398 TO. 1861.

[xiv] Acta Curiarum Regni Saridiniae,Il Parlamento del vice re Giuseppe  de Solis Valderrabano conte di MontellanoTomo IICapitoli di corte Atti del parlamento ( 1698-1699)a cura di  Giuseppina Catani e Carla Ferrante Capitoli della villa di Tempio Doc. 268. Allegati al capitolo 1 della villa di Tempio Doc. 268. 269 270 271

 

[xv] G. Pillitto, Memorie tratte dall’Archivio di Stato di Cagliari dal 1710 al 1720, Cagliari 1874, Tip. Del Commercio. Doc.n°6. L.

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