Tempio Pausania, il Movimento Sardegna Zona Franca Integrale incontra la città. Ieri un convegno ha delineato l’attività e il progetto.

Tempio Pausania, 8 feb. 2015-

Si parla da sempre di Zona Franca in Sardegna ma da altrettanto tempo sembra solo un punto in agenda di programmi elettorali di alcuni partiti, forse col fine di avere consensi maggiori, visto che a proporla sono sempre dei politici. Da ciò che è emerso nella riunione di ieri all’Hotel Limbara, Curadureddu, ai piedi della montagna certamente più bella che ci sia in Sardegna, sembra che non solo la Sardegna ne avrebbe non solo diritto ma soprattutto un bisogno assoluto.

Poche persone, la maggior parte adepti del Movimento, ma sicuramente un approfondimento utile per meglio conoscere le finalità e le conseguenze che ne potrebbero derivare dalla applicazione della Zona Franca Integrale.

“La zona franca integrale è un progetto di sviluppo economico sociale, già attuato in circa 3000 punti nel mondo, capace di creare sviluppo. crescita e lavoro. Non è solo esenzione I.V.A., accise e dazi doganali. La stessa fiscalità del territorio diventa autonoma e quindi si avrebbe la possibilità di intervenire sulle imposte dirette e sui contributi sociali per creare incentivi agli investimenti e alla creazione di nuove attvità imprenditoriali, nuovi redditi e lavoro. E’ uno strumento potentissimo e noi – sostengono i zonafranchisti – ne abbiamo diritto per legge”

Questo il succo di un volantino consegnato ieri ai presenti alla riunione, circa 30 persone. L’incontro ha visto divesi interventi tra cui quello di Paolo Idda, esponente attivista locale del Movimento ed organizzatore dell’incontro che ha aperto i lavori e che forse si augurava una maggiore sensibilità dei tempiesi a questo progetto visto che, comunque, non è mancato il tam tam dell’evento sia in rete che sui social.

Zona Franca convegno 7 febbraio

A seguire la parola a Giuseppe Baffigo, arzachenese, già assessore provinciale al turismo nella giunta Sanciu, che da tempo sta spingendo su questa possibilità che la Sardegna diventi quell’isola felice che, a suo dire, la Zona Franca potrebbe garantire.

Il leader del Movimento Zona Franca Sardegna è Modesto Fenu, 47 anni, cagliaritano e consigliere regionale del gruppo misto denominato Movimento Zona Franca, che ha tracciato i vantaggi sociali di questa possibilità coinvolgendo nella discussione anche l’assessore alle attività produttive del Comune di Tempio Nicola Luciano, unico politico locale presente all’incontro. Nicola Luciano ha dato conferma che anche  Tempio, così come altri 340 comuni dell’isoia, hanno già aderito alla zona franca.

«In Sardegna – ha detto Fenu – cis sono circa 240.000 disoccupati, percentula di circa il 20% della popolazione, una cifra spaventosa e che, con l’attuale politica, è destinata ad aumentare e a trascinare con se anche tantissime altre aziende private che sono destinate alla chiusura non essendo competitive nel mercato proprio in ragione degli eccessivi costi dei trasporti e di tutte le tassazioni a cui la Sardegna è soggetta, così come il resto d’Italia. La fiscalità della zona franca non è a vantaggio di alcuni ma di tutti e dev’essere definita come compensativa e non utilitaristica per pochi»

Andreas Coni, segretario gallurese del Movimento, olbiese, ha spiegato con l’ausilio di slides, come nasce il Movimento Z.F. e la storia delle leggi mai applicate e che pure furono emanate negli anni.

«Le agevolazioni fiscali della Zona Franca sarebbero sui trasporti e avrebbero come motivazione fondamentale lo spopolamento continuo dei giovani sardi (una media di 30 al giorno) che vanno via dall’isola proprio per mancanza di opportunità occupazionali. Lo statuto sardo prevede la Zona Franca ma, a turno, chi ha gestito politicamente l’isola ha sempre glissato sull’argomento, magari rispondendo a dettami che piovevano dalle stanze oscure di Roma, o ubbidendo alle regole dei partiti, destra e sinistra non fa differenza.»

E’ vero che un problema si pone: “Ma se non si paga l’IVA, le accise,  chi paga i servizi, le scuole, la Sanità? La risposta, secondo l’idea dei zonafranchisti è che, nonostante ci siano minori entrate in Regione, i parametri economici aumenterebbero sensibilmente determinando compensazioni fiscali su altri tributi, grazie al maggior reddito disponibile di tutta l’economia. “Per questo motivo, ha concluso Coni, nessuno dei 3000 punti franchi nel mondo rinuncerebbe mai al proprio status”.

Coni ha anche ricordato che Olbia, città in cui vive, è già operativa la zona franca doganale che consentirà scambi senza pagamenti di accise e IVA tra estero e estero. La legge dice anche che la Zona Franca si applica ai porti industriali (a Cagliari è operativa) e alle zone industriali ad essi collegate. Ciò vuol dire che  la Zona Industriale di Olbia ha questa possibilità, essa come tutte le altre zone industriali che vi si interfacciano, quindi anche quella di Tempio. Luciano, sollecitato da questa notizia, ha dichiarato che si adopererà affinché possa essere informata al meglio la popolazione e che a questo incontro ne seguano magari altri sempre utili per saperne di più e valutare i vantaggi che ieri sera gli attivisti del Movimento hanno illustrato.

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