Tempio Pausania, Il racconto di una giornata di paura di una operatrice del C.A.V. Centro Aiuto alla Vita. ” Il terrore a pochi minuti da noi.

A destra Adriana Brandano, a sin. Alessia Tamponi

 

Un’avventura fortunatamente conclusasi bene per le due ragazze sarde di 17 anni, vincitrici di un concorso del Centro Aiuto alla Vita di Tempio, premiate qualche mese fa e lunedì partite alla volta di Strasburgo in viaggio premio con circa 75 altri ragazzi italiani in visita al Parlamento Europeo. Le due ragazze, una di Luras e l’altra di Nuoro, sono state accompagnate da una operatrice volontaria del CAV di Tempio, Adriana Brandano, 50 anni. E’ il racconto di Adriana che oggi raccogliamo per narrare quella sera tremenda in cui sono stati uccisi da un francese, di origini siriane, alcuni passanti mentre altri sono rimasti feriti, un giornalista italiano molto gravemente.

Ogni anno c’è un concorso promosso dal centro Aiuto alla Vita per tutti i ragazzi d’Italia. Per la Sardegna, quest’anno sono risultate vincitrici due ragazze di 17 anni, Alessia Tamponi di Luras e Claudia Paddeu di Nuoro. Il mio ruolo è stato quello di accompagnatrice in quanto entrambe minorenni. Quest’anno sono stata scelta io a svolgere questo incarico. Lunedì mattina siamo partite per Milano in aereo da Olbia da dove abbiamo proseguito in autobus sino a Strasburgo. Era un viaggio premio per Alessia dopo che la stessa era state premiata  per il concorso qualche mese fa, nella sua scuola di Tempio, L’Istituto Don Gavino Pes dove studia da geometra”. 

“Quindi il tuo ruolo era quello di accompagnare Alessia per questo viaggio premio, ossia nella visita all’Europarlamento?”

“Esatto. Il viaggio consisteva in una visita al Parlamento Europeo di Strasburgo. Siamo state al Parlamento per una mezzora circa, hanno assistito ad una conferenza che c’era quel giorno. Anche la ragazza di Nuoro era sotto la mia tutela, lei ci ha raggiunto ad Olbia prima della partenza. Il gruppo era di circa 75 persone, provenienti da tutta Italia per la Sardegna erano solo le due ragazze che erano con me. In parlamento siamo state martedì, il giorno dopo il nostro arrivo. La mattina di martedì siamo state prima in giro a visitare la città che si appresta a vivere il Natale, tra palazzi antichi e monumenti e i mercati di Natale. Tutto molto affascinante e splendido. Siamo stati tutto il pomeriggio in giro per poi arrivare al ristorante verso le 19.00, insieme a tutto il resto del gruppo dei 75 tra ragazzi e ragazze arrivate dal resto del paese. Era già stato prenotato e ci si apprestava a cenare in un bel ristorante che aveva un locale in basso a delle scale”.

” Quand’è che avete sentito che stava succedendo qualcosa di strano di fuori? Avete sentito gli spari o vi siete accorte del trambusto dall’esterno?”

” In realtà dove stavamo noi non abbiamo sentito nulla. Sono stati due ragazzi che erano usciti fuori del locale a fumare che hanno assistito all’inseguimento e al finimondo nelle vie della città che era stata preventivamente blindata.”

“Perché era stata blindata?”

“Sicuramente avevano già ricevuto delle minacce di attentati in precedenza. Infatti, la polizia nelle strade era tantissima anche perché in Francia gli attentati e le sommosse sono frequenti. La presenza dei militari era massiccia anche dal giorno del nostro arrivo, così come nei pressi della sede del parlamento. Siamo stati tutti controllati, le borse e gli zaini che avevano i ragazzi e noi accompagnatori. Ogni pochi metri ti imbattevi in una coppia di militari col giubbotto anti proiettile e i mitra in mano. Ripeto, la città era tutta presidiata. Al momento che i due ragazzi che erano usciti sono rientrati dentro il locale, dopo gli spari, do ci hanno tenuti chiusi per circa 3 ore dentro il locale,  ovunque scene di panico collettivo, ragazze che piangevano, e altre vibranti sensazioni di paura. Il proprietario del locale non ha fatto uscire fuori nessuno”.

“Ma quanto era distante la scena dal locale dove vi trovavate voi?”

“L’inseguimento è passato proprio da quella strada, l’attentatore era stato ferito ma non ucciso (è stato ammazzato successivamente giovedì) e lo si braccava in macchina perché lui era salito su un taxi di un complice fiancheggiatore che stava tentando di sfuggire all’inseguimento. Tra noi e il luogo dell’attentato c’era una distanza di circa 300 metri”.

“Le tue sensazioni del momento e quelle delle ragazze che stavano con te, quali sono state Adriana?”

“Beh, molte ragazze hanno avuto panico, piangevano in diverse. Claudia è rimasta più fredda, Alessia era in preda alle lacrime, una ragazza di Palermo era in preda al panico. Brutto, davvero un brutto momento nel quale ho cercato di svolgere al meglio il mio compito e provare a rasserenare i ragazzi, così come hanno cercato di fare le altre accompagnatrici presenti. Un’altra scolaresca italiana aveva finito di cenare prima di noi e sono usciti dal locale mentre era in corso l’inseguimento. Di loro però non abbiamo saputo più nulla. Gli spari sono avvenuti proprio mentre avveniva l’inseguimento che ha ferito l’attentatore. I ragazzi dell’altra scolaresca si sono tutti sparsi per la strada, erano vittime del panico e della paura di restare coinvolti nella sparatoria”.

 

“Dopo quanto hanno sciolto l’asserragliamento nel locale e vi hanno fatto uscire?”

“Dopo circa 3 ore, siamo stati suddivisi per gruppi e anche il nostro gruppo è uscito. Mentre stavamo per uscire, da un ristorante vicino, un uomo è uscito fuori gridando all’impazzata e siamo subito rientrati dentro il locale forzando la porta che era stata chiusa prima di far uscire gli altri. Le luci erano rimaste spente su ordine del ministro dell’interno francese. Anche questo ha aumentato la paura nostra e dei ragazzi. Anche i turisti che stavano in strada sono stati fatti entrare nel locale dove stavamo noi altri. Siamo finalmente riusciti ad arrivare in sicurezza al pullman e siamo rientrate in albergo che distava una ventina di minuti dal locale”

“Quando ne avete parlato in albergo, avevate idea di quello che era successo? Che c’erano dei morti e che si era trattato di un attentato?”

“Certo, abbiamo sentito la TV italiana che stava dando la notizia in edizione straordinaria. Ovviamente, i genitori che hanno chiamato i figli. Il nostro ruolo, è stato quello di tranquillizzare i ragazzi e ancora adesso io non riesco a realizzare per bene quanto accaduto. Da ieri ho iniziato a prendere coscienza di quello che è successo. Rilevo uno stato generale nei francesi di concitazione perenne. Mi stupisco come l’attentatore non sia stato preso subito, è stato ferito ma non catturato. Come è possibile essere in una città che a più polizia che turisti e che vive blindata tutto il giorno che non siano riusciti a catturare questo qui?”

“Cosa sai di questo attentatore?”

Quel che si dice, cioè che le sue origini siano siriane o forse maghebine, religione musulmana ma nato e cresciuto in Francia. Pare ce il tassista sia anche lui musulmano ed è per questo che non lo abbia ucciso. Il tassista che pare sia stata minacciato, lo ha portato non so dove e da lì è riuscito a dileguarsi.”

“Ma pensi che l’attentatore abbia pianificato tutto e che avesse appoggi ?”

Si, sembra scontato. Sembra che l’attentatore lo abbia annunciato e infatti la polizia lo stava cercando ma sono arrivati tardi, dopo che l’attentato e la morte delle persone era avvenuta. Mi sembra inverosimile che non lo abbiano catturato prima. Sono persino arrivare le forze speciali, quelle che stanno sui tetti delle abitazioni, elicotteri”

” Com’è avvenuto il ritorno in Sardegna? Quali erano le sensazioni tue e di tutti gli altri? Delle due ragazze sarde dopo questa esperienza?”

“Stanchi, spaventati, non vedevamo l’ora di tornare a casa. Un miscuglio di emozioni che tutt’ora non riesco, almeno io, a comprendere. Ho nascosto mentre stavo lì alle ragazze lo stato d’animo mio perché dovevo essere forte e rasserenante”. Il mio ruolo era quello di responsabile delle ragazze sarde e quindi ero chiamata a nascondere la  paura. Ho chiamato i miei figli e per il resto ho pensato solo a svolgere il mio compito sino alla fine. Non è stato facile, anche perché certe cose non le puoi mettere in conto”.

Antonio Masoni

Il luogo dove della strage

Related Articles