Tempio Pausania, Incontro con l’autore. Presentato il libro di Pico di Trapani e Nino Vaccaro “Addiopizzo, La Rivoluzione dei consumi contro la mafia”. Le cose sono andate così. Un’associazione che ha contribuito al ridimensionamento della pratica estorsiva.

Tempio Pausania, 19 mar. 2015-

La storia di Addiopizzo: 

Nato a Palermo nel 2004, Addiopizzo ha segnato, per la città, il risveglio dalla lunga acquiescenza al racket delle estorsioni. Nella città infatti nessuno, da tempo, parlava più di pizzo, sebbene i dati della procura confermassero che l’80% dei commercianti lo pagasse.
Ha sede a Palermo, in via Lincoln n. 131, in un appartamento confiscato alla famiglia mafiosa degli Spataro e concesso al Comitato in base alla legge n. 109 del 7 marzo 1996, sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle organizzazioni criminali.
La mattina del 29 giugno 2004, il centro di Palermo si trova tappezzato di adesivi listati a lutto con la scritta: Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità. L’iniziativa suscita grande curiosità, oltre all’interessamento di mass media, forze dell’ordine, Procura della Repubblica.L’iniziativa è stata ideata da alcuni ragazzi, che a partire da ciò decidono di creare un’associazione contro il fenomeno del pizzo. Le prime attività del movimento Addiopizzo sono contraddistinte dall’anonimato dei promotori.

Il 29 agosto dello stesso anno, per l’anniversario dell’uccisione di Libero Grassi, appaiono sui cavalcavia della tangenziale di Palermo degli striscioni sui quali si legge Un intero popolo che si ribella al pizzo è libero.

Nel maggio 2005 il Comitato Addiopizzo, con la pubblicazione del manifesto e dei suoi primi 3500 sottoscrittori, realizza il primo passo della campagna Contro il pizzo, cambia i consumi.

La campagna si propone il duplice scopo di stimolare i cittadini a una responsabilizzazione, mostrando quale sia il potere dei singoli nel far valere il proprio diritto di spendere soldi presso esercizi “puliti” e liberi dalla mafia; al contempo, cerca di stimolare gli imprenditori a prendere le distanze da ambienti mafiosi.
Si tratta della prima esperienza di consumo critico legata all’estorsione: consumatori che orientano i propri consumi verso un’economia legale, premiando coloro che si oppongono al racket.

Il comitato conclude la sua “clandestinità” nel 2006, con la presentazione ufficiale della campagna Contro il pizzo, cambia i consumi.

Il Libro:

Pico di Trapani è uno di questi ragazzi che,  nell’assoluto anonimato, hanno tappezzato quella notte la città. Oggi era a Tempio a presentare questo libro, “Addiopizzo, La Rivoluzione dei consumi contro la mafia”. scritto con Nino Vaccaro a cui lo stesso Di Trapani attribuisce la gran parte del lavoro, che rappresenta la storia di questa associazione e della scossa forte che ha provocato nelle coscienze dei siciliani, risvegliandoli e recuperandone la dignità. Quei giovani ragazzi hanno osato ribellarsi ad una pratica vecchia e consueta, direi quasi abitudinaria, dentro il DNA dei siciliani; nel senso che i siciliani sanno che esiste e l’accettano, o meglio la accettavano.

L’azione di Addiopizzo è stata la prima a dare la stura a tutta una serie di associazioni di siciliani che, agendo a diversi livelli, dalle scuole alla società civile, hanno messo a nudo i problemi connessi all’attività mafiosa.

“Al punto – dice Di Trapani – che il fenomeno del pizzo è stato rallentato e sempre più commercianti ed imprenditori hanno aderito alla rete e hanno denunciato estorsori e l’intricata rete di misteri che è parte vitale del fenomeno mafioso”

La mafia ha solo rallentato questa attività criminosa spostando i suoi interessi sul gioco d’azzardo e sul traffico di droga, peraltro cose di cui si era sempre occupata.

“La politica – dice l’autore – viene sempre sollecitata quando i movimenti di massa si ribellano. Ecco perché non bisogna mai smettere di lottare e di ribellarsi alla mafia. Una poltica (aggiungerei uno stato) che si assenta ne diventa complice”

Un invito a non interrompere questa nuova coscienza che sta nascendo e non solo a Palermo. I beni della mafia confiscati hanno dato possibilità a gente senza nulla, senza più terra, senza più economia onesta. Il consumo possibile e critico dei prodotti legali, puliti; il flusso turistico cosciente che invita chi viene in Sicilia a conoscere non solo questa terra meravigliosa ma anche la sua storia vera (esiste l’Addiopizzo Travel che propone viaggi di questo tipo);  non più le icone plastiche dei magistrati uccisi in  efferati delitti ma gli aspetti positivi della ribellione alla mafia; non i luoghi dei massacri di Falcone e Borsellino ma le lenzuola della gente onesta appesi per dire No alla Mafia!

Roberto Cossu, Assessore al Turismo, Sport, Cultura e Spettacolo, ha accompagnato l’autore, un brillante Pico di Trapani, in questa nuova lettura della ribellione del popolo siciliano. Cossu lo ha fatto con competenza e dovizia di particolari storici come chi non si è limitato a leggere il libro ma anche a conoscere le vicende storiche e drammatiche di quella terra.

Una serata interessante, un invito a tutti a non abbassare la guardia e a far ognuno di noi, nel nostro quotidiano, ogni giorno un gesto per opporci al sistema mafia.

Ancora un’altra preziosa opera da leggere e divulgare.

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