Tempio Pausania, 28 gen. 2016-
Penultima parte di questo bel viaggio nella vita di uno dei personaggi più noti della nostra città. Domani concluderemo la pubblicazione sulla vita di Jaime Misorro con l’ultima breve appendice di questo importante lavoro storico di Gennaro Landriscina Lay.
La tradizione popolare non ci dice chiaramente come don Jaime Misorro abbia trascorso il resto della sua vita anche se è noto che nel 1693 aveva ricoperto la carica di capitan della locale compañía de barracheles[i] costituita da veri e propri soldato de campaña, mentre nel Parlamento convocato a Cagliari in data 10 gennaio 1698 dal Virrej don Josè de Solis Valderrabano conte di Montellano aveva nominato come suo procurador il fratello don Gavino Misorro-Riccio[ii] che a sua volta si faceva rappresentare il 22 febbraio 1698 da don SebastianGarrucho, in forza di una procura del 18 gennaio 1698[iii]. Sappiamo anche che il Virrej don Louis Moscoso Ossorio Hurtado de Mendoça,conde d’Altamira , nel corso della così detta guerra dei nove anni poco prima di visitare Tempio per organizzare a seguito della sconfitta di Orbassano( 4-10-1693) le difese costiere nord orientali galluresi , aveva concesso, in data 20-2-1694 a don Gavino Misorro una carta ejecutoria de nobleza ( patenti di nobiltà) con in aggiunta l’appalto delle rendite del Partido di Gallura per i suoi meriti nella lotta contro los bandeados[iv];e che non sia stata una delle tanti operazioni repressive attuate in Gallura lo dimostrano le patenti di nobleza concesse anche don Matteo Guillermo Pes il 6-12-1693[v].e il fatto che 30 anni dopo re Vittorio Amedeo II di Savoia avesse sempre additato al vice re Alessandro Doria del Maro, il conde d’Altamira come esempio da seguire per essere riuscito a far arrestare in una sola notte ben trecento ladri o banditi , anche se lo stesso vice re non aveva mancato di rispondergli
<… che quando ciò fosse, come certamente non è, il Dominio Spagnuolo radicato da più secoli, benché destituito di soldati poteva facilmente produrre simili miracoli mediante il credito ed autorità sterminata che avevano quei vice re , ma di più indistintamente tutti li baroni del Regno, che in quel tempo non conoscevano che ci fosse al mondo altra potenza che quella di Spagna o per allettamento di ricompense o per timore di castigo andavano a gara di dar prove straordinarie del loro zelo e fedeltà, ma ciò che più influiva in quel tempo è che la Potestà ecclesiastica era altrettanto propizia, quanto in oggi avversa alla regia giurisdizione[vi]>
Don Jaime Misorro, dopo aver sposato ormai avanti negli anni una nobildonna del casato Riccio-Pes, partecipava con don Juan ValentinoGarrucho e don Francesco Pes-Valentino alla lunga guerra di successione spagnola, conseguita alla morte in data 1-11-1700 di re Carlo IId’Asburgo el Hechizado attivando con i Pes, i Riccio e i Garrucho un ampia rete di parentele che rendevano disponibili risorse famigliari , una consumata perizia all’uso delle armi nonché un controllo presso che totale dell’impervio territorio gallurese.
Morirà nel 1719 quando la Sardegna era governata dal virrej don Gonzales Chacon e il partido de Gallura retto dal regidor don Felice Nin y Manca , conte del Castillo.
Col suo testamento olografo lasciava ai suoi due figli maschi don Protho e don Pedro che abitavano a Tempio in via di Lu Runzatu molti capi di ganado e rebaños . Alla collegiata di san Pietro e alla Iglesia rupestre di Santiago Apostol un legato pio di dieci escudos mentre a quelladel Purgatorio [vii] una somma di denaro necessaria por l’eterno descanso de su alma.
Non va comunque confuso con don Jaime Misorro Serafino, sindaco di Tempio nel 1738-39 e deceduto<il 4 de junio 1748 con todos los sacramentos y fue acompagnado con acompanamento del Cabildo y comunidad de los observantes y de las cofradias hizò su testamento en poder de Juan Bautista Gabriel y dexo por su alma mil libras con los ligados seguente estos es diez escudos ala massa capitular otros diez a la fabrica de S. Pedro iglesia Parroquia otros diez a Santiago de Montana, tres a la confrarias de esta villa respe entendendose que los ditos legados estan comprendidos en das mil libs. Y fue sepultado su cadaver en esta Iglesia parroqal en la losa de sus majores. De Salvador Cossu Maxu Beneficiado[viii] >
[i] G. Doneddu, Una regione feudale nell’età moderna, Iniz. Culturali, Sassari, pag. 78, nota 77.
[ii]G. Mele, Da pastori a signori, Edes Clio, Sassari 1994Cit pag.222 e seg. Don Gavino Misorro morì in data 9-9-1706
[iii] Acta Curiarum Regni Sardiniae,Il Parlamento del vice re Giuseppe de Solis yValderrabano conte di MontellanoTomo I Capitoli di corte. Atti del parlamento ( 1698-1699) . Giuseppina Catani e Carla Ferrante
.[iv] G. Mele, Da pastori a signori, Edes Clio, Sassari 1994Cit pag.223 n. 1 F. Floris-S.Serra Feudi e feudatari in Sardegna Cagliari 1996. Pag.274Gavino Misorro tuvò el privilegio de cavallero y nobleza en 20 de febrero de año 1694
[v] Origen del cavallerato y de la nobleza del Reyno de Cerdena. Manoscritto inedito del secolo XVIII, in Archivio Storico Sardo, XXXI. Nel 1691, nel timore che la ripresa del conflitto con la Francia, provocasse una recrudescenza del banditismo “sociale” fu ordinata in Gallura ‘una retata’ di massa con la fattiva collaborazione del ceto magnatizio tempiese. Da qui forse la nobleza concessa a don Matteo Guillermo-Pes il l 6.12.1693 .
[vi]S. Pira La Gallura nel settecento: Una Repubblica montanara tra contrabbando e banditismo, in Studi in onore di Girolamo Sotgiu. Cuec CA 1994 Pag.94-95 nota 8-9.Cit
[vii]M. Careddu, Il vescovo inquisitore, in CM3, Gallura, n°5, 1987, anno III, pag.13.
[viii]N. Deriu, Tempio. La storia, le immagini, i vini. Stampa color. 1997. Pag.104-105 . D, Jaime Misorro-Serafino era probabilmente figlio di un fratello di don Gavino Misorro ed aveva sposato nel 1700 Costanza Valentino Pes,