Tempio Pausania, 22 apr. 2018-
Venerdì 20 aprile, in cartellone “La cena dei cretini”. Così si conclude la stagione CeDAC 2018 del Teatro del Carmine di Tempio Pausania.
La commedia, nota al grande pubblico per pièce e film omonimo datato 1998, è stata scritta dallo sceneggiatore francese Francis Veber e portata in scena, per l’occasione, da Paolo Triestino e Nicola Pistoia. Il duo, ormai consolidato negli anni, ha avuto l’onere di interpretare rispettivamente Pierre Brochant e François Pignon per la centesima volta.
Al di là di un incipit un tantino zoppicante, i due protagonisti riescono a guadagnarsi attenzione e applausi del pubblico, non senza calcare la mano. Battute comode, gestualità a tratti eccessiva e vocalità non sempre gestita bene non sono, infatti, mancate. Tuttavia, facendo leva su un personaggio comico e riuscito come quello dell’ingenuo “cretino” (François Pignon), trovare la complicità del pubblico non è stato poi difficile. La commedia scorre trattando temi quanto mai attuali se rapportati alla cronaca quotidiana. Una cena alla settimana, organizzata da un gruppo di ricchi parigini e pensata per prendere di mira dei sempliciotti poco brillanti, diviene così il McGuffin di Hitchcockiana memoria che permette di parlare di attualità. Così “La cena dei cretini” ci parla di bullismo, di infedeltà, ma anche di amore, amicizia e bontà d’animo, costringendoci a ridere a denti stretti. Costringendoci a riconoscerci tanto in François Pignon, quanto in Pierre Brochant. Nel bene e nel male, nel perseguitato e nel persecutore. Per obbligare ad un esame di coscienza, per ridere del povero cretino e per rivalutarlo. Tutti, indistintamente.
Così, passando da un personaggio all’altro, vestendo i panni dell’amico fraterno un tempo tradito, della moglie, dell’amante e dell’esattore delle tasse, si diviene parte integrante di un mondo fittizio che affonda le sue radici nella realtà dell’oggi. Realtà talvolta svilita da scelte registiche e scenografiche discutibili, come bottiglie e bicchieri vuoti in scena che dovrebbero simulare l’esatto contrario o nomi francesi indegnamente rapportati al contesto, come “Brunelle de Montalsen” o “route de Université de La Sapiensà”. Tra le note negative anche un presunto scivolone cromatico nell’allestimento: due pouf fluorescenti (uno verde e l’altro arancione) in un appartamento di un certo livello, in cui regna il rosso porpora e l’oro, dove si ammirano quadri di Amedeo Modigliani, chaise longue e busti di marmo. Nel complesso, nonostante tutto, “La cena dei cretini” per la regia di Pistoia e Triestino, resta una commedia leggera piacevole.
Eva Ferrari