Tempio Pausania, La Storia di Cristian, da 5 mesi dentro un caravan a Curadureddu.

Tempio Pausania,1 apr. 2016-

Non sapevo chi avessi dovuto incontrare, non potevo prevedere le sue reazioni, né sapere se avesse o meno accettato di farsi intervistare. Cristian ha 41 anni e un retroterra di disagi che si porta appresso come il peggiore dei fardelli, intrapresi non per scelta ma per necessità. 

Mi son trovato dinanzi ad una persona tranquilla, malinconica, che però tutto sembrava dirmi tranne: fatemi la carità! Cristian non chiede soldi, vuole solo un lavoro, magari a contatto con gli animali, a suo dire (e non solo) sempre migliori dei bipedi. Il mio rispetto mi ha indotto a non inquadrarlo, seppure tanti lo conoscano. Dal 26 ottobre dello scorso anno il suo caravan, avuto in eredità, sosta a Curadureddu, davanti a quella madonna che purtroppo, per chi non ha fede, è solo una statua, non in grado certo di ascoltare la sofferenza e il dolore che nel mondo sta mietendo ogni giorno milioni di vittime, vuoi per fame o per totale mancanza di un lavoro che alla fame sempre conduce.

Uomo fiero, Cristian parla con serenità (malcelata da disappunto in qualche passaggio) della sua storia. Una vita senza una famiglia originaria che lo ha visto, da subito, transitare tra Istituti e Case Famiglia. Una storia come tante, direte, di questi orribili tempi che stiamo “vivendo” (eufemismo) e che fa il paio con tutte le altre di un quotidiano che sta portando l’intera umanità allo sfacelo. Che umanità esiste se una storia come questa è uguale a tante altre? Come possiamo avere fiducia di questa continua vessazione che genera esclusivamente solitudine, abbandono o miseria?

Oggi Cristian chiede un lavoro, senza pretese dicevamo, sufficiente a dargli un tetto normale e quella dignità che dovrebbe essere un diritto ma che questa forzata mano del Potere ha fatto diventare un lusso per pochi eletti.

Un abbraccio ce lo siamo dati preceduto da una stretta di mano. In quella stretta di mano e nell’abbraccio son sicuro ci saranno tante altre mani e  braccia che simbolicamente erano con me e con lui. Forza Cristian!

Antonio Masoni

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