Tempio Pausania, « L’Analisi Transazionale », L’Analisi Strutturale, di Rita Brundu.

Tempio Pausania, 7 feb. 2018-

Prosegue il viaggio sull’Analisi Transazionale, curato da Rita Brundu. Per un corretto approccio a questo fondamentale principio che governa il mondo delle relazioni umane, linko i 4 precedenti articoli a cui fare riferimento per ricostruire questo argomento così importante, una delle teorie psicologiche più conosciute, elaborata da Eric Berne negli anni 50, che è anche una teoria della personalità, una teoria della comunicazione, una teoria dello sviluppo infantile e una teoria della psicopatologia. I precedenti 4 articoli sono   –  – 3°- 

  L’ANALISI STRUTTURALE

L’analisi strutturale è l’analisi della singola personalità. E’ un metodo di analisi dei pensieri, sentimenti e comportamenti basato sul fenomeno degli “stati dell’io”. Con l’analisi strutturale possiamo capire meglio chi siamo e come esprimiamo la nostra personalità.

Ogni persona ha “tre stati dell’io” che sono fonti separate e diverse di comportamento: “stato dell’io Genitore”, “stato dell’io Adulto”, “stato dell’io Bambino”.

Lo “stato dell’io Genitore” contiene gli atteggiamenti e il comportamento incorporati da fonti esterne, principalmente dai genitori. Lo “stato dell’io Adulto” non ha alcun rapporto con l’età delle persone; è orientato alla realtà attuale e alla raccolta obiettiva di informazioni. Lo “stato dell’io Bambino” contiene tutti gli istinti che in un bambino sono naturali e, inoltre, le registrazioni delle prime esperienze di vita, delle reazioni e delle “posizioni” che il bambino ha assunto verso se stesso e verso gli altri. Si manifesta come vecchi (arcaici) comportamenti dell’infanzia. Quando si agisce, si pensa, si sente come si è visto fare dai propri genitori si è nel proprio stato dell’io Genitore. Quando si affronta la realtà attuale, si raccolgono i fatti e se ne dà una stima obiettiva, si è nel proprio stato dell’io Adulto. Quando si tenta di comportarsi come si faceva “da bambino”, si è nel proprio stato dell’io Bambino. Secondo l’analisi strutturale, ognuno di noi può rispondere a uno stimolo specifico in modi molto diversi partendo dai vari stati dell’io; alcune volte questi sono fra loro in armonia, altre volte in conflitto.

Vediamo i seguenti esempi di reazione:

DI FRONTE A UNA SCENA DI VIOLENZA IN STRADA

Genitore: così quella ragazza imparerà a rimanere fuori tardi la sera!

Adulto: farei meglio a chiamare la polizia.

Bambino: Guarda! Ma è proprio eccitante!

 

DI FRONTE A UN DOLCE QUANDO SI E’ A DIETA

Genitore: mangialo pure tesoro, ti dà energia.

Adulto: questa fetta di torta deve contenere almeno 400 calorie. Penso che lascerò perdere.

Bambino: che bel dolce! Potrei mangiarmelo tutto.

 

DI FRONTE AL RITARDO DELLA GIOVANE SEGRETARIA

Genitore: poverina, sembra che non abbia dormito.

Adulto: se non riesce ad organizzare i suoi orari, gli altri impiegati saranno scontenti.

Bambino: certo piacerebbe anche a me divertirmi.

E voi da quale stato del vostro io avreste risposto? Per distinguere l’Adulto dal Bambino o dal genitore chiedetevi:”Questo comportamento, pensiero o emozione erano adeguati a un modo adulto di affrontare ciò che stava succedendo intorno a me in quel momento?”. Se sì annotate quella risposta come una risposta da Adulto.

Io, ad esempio, conosco una signora di 80 anni che si comporta come una bambina. E’ facile, quindi, anche per voi dedurre che si esprime quasi esclusivamente attraverso lo stato “dell’io Bambino”. Il problema è che la sua personalità, per nulla equilibrata, crea enormi problemi all’interno della sua famiglia e della società in generale!

Infatti, per una personalità sana ed equilibrata noi abbiamo bisogno di tutti e tre i nostri stati dell’io. Abbiamo bisogno dell’Adulto per la soluzione dei problemi del qui-e-ora, che ci permette di affrontare la vita in modo competente ed efficace. Per adeguarci bene alla società abbiamo bisogno dell’ insieme di regole che portiamo in noi nel nostro Genitore. Nello stato dell’io Bambino, infine, abbiamo nuovamente accesso a quella spontaneità, a quella creatività e a quel potere intuitivo che avevamo nell’infanzia.

Talvolta, diceva Berne, una persona sigilla uno o più dei suoi stati dell’io. Berne chiamava questo fenomeno “esclusione”. Le persone che escludono il Genitore agiranno senza nessuna regola pronta per l’uso riguardo al mondo, ma a ogni occasione creeranno delle regole nuove. Queste persone sono spesso dei “volponi”. Possono essere dei politici di razza, dei manager di successo, dei capimafia.

Se io escludo l’adulto è come se disattivassi il mio potere di persona adulta di esaminare la realtà. Sentirò solo un dialogo interno tra Genitore e Bambino. Le azioni, le emozioni e i pensieri che ne risulteranno rispecchieranno questa costante lotta. Dato che non sto usando tutti i miei poteri di esame della realtà, i miei pensieri e le mie azioni possono anche divenire bizzarri, con la possibilità che io sia diagnosticato uno psicotico.

Una persona che esclude il Bambino escluderà i ricordi immagazzinati della propria infanzia. Pertanto sarà spesso considerata un “pezzo di ghiaccio” o un “cerebrale”.

Se sono esclusi due stati dell’Io su tre, l’unico stato dell’Io rimasto operativo è chiamato “costante”. Una persona con un “Genitore costante” affronterà il mondo unicamente attraverso un insieme di regole genitoriali.

Secondo Berne una persona con un “Adulto costante” non sa divertirsi con gli altri. Funzionerà “praticamente soltanto come programmatore, memorizzatore ed elaboratore di dati”.

Chiunque sia nel “Bambino costante” si comporterà, penserà e sentirà sempre come se fosse ancora nell’ infanzia. Di fronte a un problema la strategia di questa persona sarà di dar libero sfogo alle proprie emozioni. Queste persone escludono l’esame della realtà e gli insiemi della regole Genitoriali propri delle persone adulte. Questa persona con tutta probabilità sarà considerata dagli altri “immatura” o “isterica”.

L’esclusione non è mai totale, è piuttosto specifica a situazioni particolari. Se per esempio diciamo di qualcuno che “ha il Bambino escluso”, ciò che realmente intendiamo dire è che raramente, solo in alcune situazioni particolari, entra nello stato dell’Io Bambino.

P.S. Vi sarete sicuramente resi conto che, nella stesura dei miei testi, ho un rapporto conflittuale con il computer e l’informatica. Perdonatemi, ma fino all’altro ieri ero semplicemente un’amanuense con forti legami simbiotici, ma ormai anacronistici, con la mia vecchia Olivetti. Un grande grazie, quindi, all’ amico Antonio Masoni che, stoicamente, mi sopporta e cerca di correggere i miei errori di stampa!

Rita Brundu

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