Tempio Pausania, “L’inquisizione in Gallura: i casi Promptu-Carcassona (1560-1601) – 1^ parte”, di Gennaro Landriscina Lay.

Tempio Pausania, 17 feb. 2016-

Il viaggio di Gennaro Landriscina Lay in anni particolari della Gallura e della nostra città. L’occhio attento di un grande ricercatore storico che mostra un’incessante e straordinaria passione per la conoscenza di fatti e personaggi che hanno caratterizzato anni oscuri della nostra terra.

L’inquisizione in Gallura: I casi Promptu-Carcassona( 1560-1601)

Nella seconda metà del XVI mo secolo l’abigeato spesso conseguito ad una persistente   carestia alimentare raggiunse  una tale intensità nel nord Sardegna , da costringere nel 1573 il regidor del monte Acuto, don José Roca ad  informare don José Vallés,  amministratore generale dell’Estado valenzano di Oliva che comprendeva i feudi sardi di Osilo, Coghinas, Anglona, Marghine e Monteacuto, della sua intenzione di condannare alle galere che  operavano in Sicilia,  tutti i pastori tempiesi sorpresi a rubare. Infatti per ubbidire ad una precisa disposizione dello stesso llochtinent y capita general del regne don Juan Coloma conte di Elda che aveva sostituito  don Alvaro de Madrigal y Cervellon deceduto a Cagliari il 6 settembre 1569  non veniva più ritenuto  sufficiente il semplice taglio delle  orecchie proposto ( da cui il cognome Muzzu) dal vescovo  di Civita ed Ampurias mons. Ludovico de Cotes nel parlamento indetto nel gennaio 1554  dal vice re Lorezo d’ Heredia .Per non dire della guerriglia antigenovese che  Sampiero de Basteliga, aveva fomentato dopo il suo sbarco in Corsica nel giugno 1564 con una settantina di seguaci e ben presto propagatasi in Gallura o della presenza nelle coste galluresi negli anni ‘60 e nei  primi anni 70 delle compagnie di fanteria  mercenaria cremonesi ( Rivarolo Mantovano)poste al comando del colonnello Sigismondo Cautzi – Gonzaga-Boschetti[i] Come se ciò non bastasse  la Gallura, veniva sottoposta anche ad un attento controllo da parte del nuovo Inquisitore generale dell’isola don Diego Calvo[ii], un hombre collerico e mal sufrido affetto dalla psicosi dell’accerchiamento luterano e calvinista.

La sua nomina era stata caldeggiata al Supremo cardinale inquisitore di Spagna Hernando Valdès dallo stesso nuovo re Filippo II preoccupato di dotare la Sardegna, dopo la morte dell’arcivescovo di Oristano, don Andrés Sanna, di un inquisitore di polso, che fosse stato  in grado di collaborare col frate domenicano maiorchino Francisco Thomas de Taxaquet, diventato vescovo di Civita e Ampurias in data 13-3-1558.  Tra l’altro avrebbe dovuto  trasferire  il tribunale del Santo Ufficio  da Cagliari a Sassari[iii].Cosa che farà in data 24-12-1563, poco dopo il suo arrivo in Sardegna.

Purtroppo la sua ossessiva caccia agli eretici luterani lo aveva portato ad arruolare sopratutto in Gallura[iv] un  numero di commissarios (collaboratori ecclesiastici deputati alle indagini ) e di familiari ( collaboratori laici che eseguivano gli arresti), tanto da provocare ovunque  una lugubre atmosfera di sospetto e  terrore, destinata ad accentuarsi nel 1564 dopo la sacrilega  uccisione a Tempio  del canonico De Quensa[v].

 Aveva  persino condannato alle galere in Sicilia con l’accusa strumentale di non risiedere abitualmente nella sede del suo ufficio l’ arciprete  di Terranova, Miguel Angel Promptu[vi], che in data 5-6-1558 aveva sostituito  messer Matteo de Cervera[vii]. Infatti era  solo colpevole di essersi opposto  un po’troppo vivacemente al trasferimento dell’antica cattedrale  di San Simplicio a Castel Aragonese(attuale Castel Sardo )e  alla drastica soppressione del capitolo di Civita disposta dal vescovo de Taxaquet[viii]. Ridimensionamento per tanti versi avallato dalla bolla Quantum animarum[ix], emanata dal pontefice Pio V in data 1 ottobre1568. Si era persino messo a controllare i frati minori osservanti [x], da sempre considerati corsos e  poco fedeli alla corona[xi] , fino a segnalare nel maggio 1563 al tribunale  della Suprema, che ben 400 pastori galluresi[xii] di schiatta corsa[xiii]  si erano  dichiarati  pronti a sostenere in Gallura la ribellione di  Sampiero de Basteliga. Del resto sapeva benissimo che re Filippo II, non poteva permettere che  questo guerrigliero aficionado della Francia, facesse della Corsica una escala para los Turcos moros enemigos de nuestra santa fe catholica….con i troppi prigionieri massacrati, i villaggi bruciati, i raccolti devastati ,le razzie  barbaresche favorite  nelle coste nord-orientali dell’isola[xiv]e  i paventati sbarchi  di eretici luterani.

E fu forse per questo motivo che aveva disposto severe dimostrazioni nei confronti  degli abitanti di Posada colpevoli di essere persone molto supersticiose e fatuchiare[xv]

Ma ormai la guerra con la Francia volgeva  al termine mentre la flotta navale turca, non  era mai uscita mai in forze [xvi]se si eccettuano i 150 vascelli avvistati il 14 maggio 1563 nei mari di Terranova[xvii] e  l’intenzione di conquistare il 19 maggio 1565 l’isola di Malta per  cancellare per sempre i Cavalieri di San Giovanni, spina nel fianco dei traffici ottomani.

Non deve perciò destar meraviglia se il Supremo cardinale inquisitore di Spagna, don Diego de Espinosa[xviii],forse sollecitato dalla  baronessa viuda[xix] di Terranova, doña Francisca Hurtado de Mendoça[xx],decideva di inviare in Sardegna in data 25 marzo1567 don Martin Martinez de Villar,  per mettere sotto inchiesta don Diego Calvo, che infatti veniva condannato in data 15-7-1569 e rinchiuso in un convento di Toledo con l’immediata liberazione in data 9-7-1570 dell’arciprete Miguel Angel  Promptu[xxi].

Ma ormai  l’Archiprestasgo  di Terranova era stato definitivamente declassato mentre il rettore di Dorgali, don Antioco Matta, continuava a non corrispondergli la sua quota parte di  rendita dell’omonimo canonicato, nonostante  fosse stata confermata da Pio IV, fin dal 31-10-1564.

Purtroppo mons. Taxaquet  aveva  continuato imperterrito a denunciare la scarsa religiosità dei  galluresi[xxii], anche se ne addossava la colpa  ad un suo  ex mal vicario[xxiii].Da qui nell’estate 1570 la visita ispettiva a Tempio del nuovo Inquisitore generale  don Alonso de Lorca, para aplicar las disposiciones del concilio de Trento ed indurre gli. inadempienti a confessarsi con le buone maniere e con l’allontanamento dei chierici di non buoni costumi[xxiv]

Furono messi sotto inchiesta  Lazaro Seque[xxv] di Tempio e Sebastiano de Tori di Caragnana ,  con la pesante accusa   di essersi  convertiti alla religione islamica e con loro Caterina Curcas e Angela Calvia di Sedini[xxvi]  tanto da costringere  Johan Martin de Cannas di Agios a ritornare in Berberia piuttosto che affrontare i commissari dell’ Inquisizione [xxvii]; e che dire di Giovanni Tiana condannato nel 1576 per aver messo in dubbio l’autorità del pontefice Paolo V nel concedere le indulgenze[xxviii]o di Antonio Satta di Tempio che il 14 dicembre1578 aveva dovuto  discolparsi   dall’accusa di pratiche superstiziose per aver affermato  che, rubare non è peccato e che le cose sono state create in comune con tutti[xxix]Pochi anni dopo veniva condannato anche  Thomas Sanna di Nuchis, residente a Luras,  perché nel 1583 aveva definito le decime ecclesiastiche ni de drechs ni de precepto divino.

 Dottor Gennaro Landriscina

[i]Mantova. Archivio di Stato. Archivio Gonzaga. Domenica 17 maggio 1573 è giunto Sigismondo Gonzaga con tre navi cariche di soldati, ed è partito per la Sardegna. Giovedì 21 maggio si è fatta la processione del Corpo di Cristo con l’Arcivescovo di Genova e molti nobili. L’Ambasciatore Cattolico ha tenuto un grande banchettoDi questo uomo d’armi figlio diFrancesco Cautzi Gonzaga, conte di Calvisano e di Isabella Boschetto notoriamente favorita di Federico II Gonzaga, marchese di Mantova e al servizio di Filippo II di Spagna durante le guerre contro l’invasione dei Turchi nel Mediterraneo sono documentati diversi viaggi in Sardegna, compiuti tra il 1561 e il 1574. Emblematica a questo proposito La fanteria spagnola di Gonzalo de Bracamonte arrivata in Sardegna alla fine  di dicembre del 1565 o ai primi di gennaio del 1566 in sostituzione degli italiani di Sigismondo Gonzaga che si era trattenuto nell’ isola dal luglio a tutto ottobre 1565

 [ii] F. R. Porcu, Le maglie strette dell’Inquisizione l’arrivo in Sardegna di Diego Calvo , in Unione Sarda 23 novembre 1998.

[iii] G. Sorgia. Inquisizione in Sardegna. Cuec Ed. CA 1991. Cit .Il trasferimento del tribunale di Cagliari dal quartiere Villanova a Sassari fu reso necessario perchè le coste settentrionali dell’isola erano soggette a continui sbarchi di ‘eretici’ provenienti dalla vicina Corsica..

[iv] M. Pinna. Tracce dell’Inquisizione in Sardegna. Ca. 1893. I grossi allevatori di bestiame tempiesi, oltre a servire il casato Portugal come ufficiali feudali, erano anche  soliti  arruolarsi come familiari nel tribunale della Santa Inquisizione. Evitavano in tal modo  le angherie  regie e feudali, dato che l’ Inquisizione godeva  di un foro civile e criminale indipendente

[v]A.S.C. Fondo Aymerich 28-3-1564. Serie 09-1564 Codice 800. Lettera di don Pietro Aymerich a donna Maria Aymerich lamentando i disagi nel viaggio alla volta di Tempio, in cui avrebbe sostato alla conclusione del processo contro gli assassini del canonico de Quensa.

[vi]Decisio S. Rotae Romanae Coram R.P.D. Bichio in causa Ampuriensis, seu Civitatensis Archipresbyteratus, Roma 1708. O. P. Alberti. La Diocesi di Galtellì: dall’Unione a Cagliari alla fine del Secolo XVI. Ed. Mediterranea 1993. Vol. I. pag. 175. Miguel Angel Promptu (1530-1594), divenne canonico della diocesi di Galtellì, con la prebenda di Dorgali, in data 23-11-1548, cioè ben 7 anni prima di essere ordinato sacerdote , assieme a suo fratello Perotto . Erano figli del can. Giovanni Promptu, vicario generale dal 1545 della diocesi di Galtellì, deceduto il 16-11-1561

[vii] M. Careddu, Storia della Chiesa in Gallura, in La Frisaia. N° 86. Anno XVII. Miguel Angel Promptu a seguito della  morte Matteo de Cervera ebbe  la nomina ad  arciprete di Terranova mediante un breve del pontefice Paolo III,  datato 5-6-1558  .

[viii]M. Sanna. A. Soddu, Sede Vescovile di Ampurias, in Sardegna Antica. Culture Mediterranee. 29.Anno 2006, I sem.F. Nardini, Un dualismo che si deve superare, in CM3 Gallura. Anno V. N.2. 1989. Pag. 27. In seguito della bolla’Quantum animarum’ il  vescovo Francisco de Taxaquet  decise di trasferire le competenze della cattedrale di S. Simplicio all’ex Priorato benedettino di S. Antonio Abate, all’interno della piazzaforte di Castel Aragonese, declassando a semplice beneficio la prebenda canonicale di S. Giusta di Pratojano destinata all’arciprete di Terranova (odierna S. Giusta-Loiri-Vacileddi-Monte Petrosu) S. Giorgio di Sullay (odierna Sas Murtas-Limpiddu-Tamarispa- Budoni-San Teodoro) e di S. Nicola di Caresos( ubicata nell’immediata periferia di Terranova, detenuta nel 1569 dal can. Sebastiano Aquensa) che facevano tutte  capo al capitolo cattedrale di S. Simplicio. D’altra parte erano altrettanto fatiscenti il  canonicato con l’annessa Rettoria di Vinya Mayor (attuale Nostra Signora del Rimedio) e quello di San Giovanni Battista di Viddalba  Nel 1569  aveva anche trasferito a Castel Aragonese, le competenze della cattedrale  di Ampurias,  ubicata a Bulzi, nell’antica chiesa di San Pietro delle Immagini.

[ix]R.Turtas La Riforma Tridentina nelle diocesi di Ampurias e Civita, in AA.VV.Studi in onore di Pietro Meloni, Gallizzi, SS 1988  Pag.233-359. Bullarum Romanum-Bullarum-Diplomaticum-Privilegiorum Sanctorum Romanorum Pontificum. Editio Taurinensi, Torino 1862, Tomo VII. La bolla Piana ‘ Quantum animarum’   prevedeva la soppressione  delle dignità e di tutte le prebende unite ad altre chiese, al fine di riportare allo stato primitivo le chiese parrocchiali con designazioni di vicari perpetui..

[x] R. Turtas. La nascita dell’Università in Sardegna. CIS SS 1988  Filippo II si era sempre   preoccupato del ‘mal governo y escandalos de los frayles sardos y corsos’,  sollecitando, in data 30-9-1569, il pontefice Pio V di aggregare alla tutti i minori osservanti residenti in  Sardegna soggezione gerarchica spagnola.

[xi] A. Rundine, Inquisizione Spagnola. SS Stampa Color 1996 pag. 190. Nel 1576 i frati minori osservanti del Nord oltre ad opporsi  con ogni mezzo al passaggio del loro ordine sotto l’obbedienza spagnola arrivarono al punto di radunarsi nel convento  di San Pietro in Silki, per negare la loro obbedienza a fra’ Giuseppe Angles, inviato da re Filippo II per un’ispezione.

[xii] A.H.N, Madrid, Inquisicion, lib. 766, c. 257v, Cagliari, 29-5- 1563, Lettera di Diego Calvo alla Suprema.

[xiii] Accademia della Lingua Gallurese – Istituto di Filologia. R. de Martino, Il dialetto gallurese. Editrice Taphros. Olbia 2006. Vol. IV. Pag .29. In Gallura « il numero di immigrati dalla Corsica era divenuto ormai cospicuo al punto da competere con l’elemento locale o addirittura sopravanzarlo>

[xiv] F. Braduel, Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’età di Filippo II. Einaudi Ed. 2002 Vol. I Pag45.Vol. II. Pag. 936.Cit. Dal 1560 al 1570, tutto il mediterraneo occidentale fu infestato dai pirati barbareschi, soprattutto algerini ….

  [xv] R. Turtas. La nascita dell’Università in Sardegna. CIS SS 1988 Cit. pag. 113 n. 57. Il nord-est Sardegna e le sue coste nord orientali erano sempre state oggetto di un attento controllo, da parte del tribunale della Santa Inquisizione. Infatti, oltre ad essere molto vicine alla Corsica e alla Toscana, vi facevano spesso scalo i navigli francesi, che per ragioni commerciali veleggiavano dalla Provenza, verso il nord-Africa; ed i francesi, come è ben noto erano sempre visti con molto sospetto dagli Inquisitori  anche perché, dopo il Trattato di Chambord del 15-1-1552, il re di Francia, Enrico II, aveva deciso di sobillare in Corsica, una rivolta anti-genovese, per poi, dare un forte appoggio diplomatico ai principi protestanti, in guerra contro Carlo V, onde ottenere da loro, in cambio, aiuti militari e finanziari..

[xvi] F. Braduel, Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’età di Filippo II, Vol. II. Einaudi Ed. 2006. Cit. Pag105-6. A.S.C. 18-10- 1561. Fondo Aymerich. Serie 08-1561 Codice 734. Tempio. Alvaro de Riva de Neyra a don Salvatore Aymerich dà notizia della cattura di un moro, della notizia avuta da questi della presenza di 10 galere turche nel mare di La Maddalena e Santo Stefano e di altre 6 che sia apprestano ad attaccare a Sorso, o Sedini, oTerranova, o Orosei, e dei conseguenti provvedimenti assunti per la difesa.

[xvii] A.S.C. Fondo Aymerich. 14-5-1563. Serie 08-1563 Codice 791 . Cagliari .Don Salvatore Aymerich per ordine viceregio, intima agli ufficiali di  Villamar e di Sixi Siixi di provvedere all’invio di un determinato numero di uomini a cavallo apparteneti alla milizia di quella contrada essendo stati avvistati 150 vascelli dell’armata turca nei mari di Terranova

[xviii] A. Rundine. Gli inquisizitori del tribunale del santo ufficio di sardegna(1493-1718), in Arch. Stor. Sardo, vol. XXXIX. Studi storici in memoria di Giancarlo Sorgia. Cagliari 1998. Pag. 239. A. Rundine. Inquisizione Spagnola SS Stampa Color 1996.Il Cardinale Inquisitore generale di Spagna, Diego de Espinosa( 1513-1572), che dal 1566 al 1572 aveva sostituito don Hernando Valdès , aveva  aderito insieme ai casati de Silva, Mendoça, Portugal, alla fazione ebolista cosmopolita e liberal,  guidata a corte dal principe di Eboli, don Ruy Gomez de Silva, secretario de Felipe II, que compró la villa de Pastrana y obtuvo el título de duque de Pastrana, e se casó la bellissima ed intrigante, Príncesa de Mélito d.na Anna de Mendoça y de la Cerda(1540-1592) , hija de don Diego Hurtado de Mendoça oltre che amante dello stesso re Filippo II.

[xix] A.S.C. Fondo Aymerich. 5-6-1552. Serie 05-1552 Codice 453.Lettera di don Raimondo Ladron a don Salvatore Aymerich con la quale lo informa della necessità di denaro per il matrimonio di suo figlio Baldassarre con d.na Francisca Hurtado de Mendoça

 [xx] U. Oppus, Storia del Ducato di Mandas. La Neby Sanluri. Negli anni ‘60 del XVI secolo la Baronia di Terranova era detenuta da “ don Baltasar Maza de Lizana Ladrón de Vilanova, che aveva sposato nel 1552Francisca Hurtado de Mendoça, hija de Catalina de Mendoça y de don Luis Hurtado de Mendoça, 2° marqués de Mondéjar. Non deve, perciò, meravigliare se d.na Francisca rimasta vedova nel 1558, sia riuscita due anni dopo, ad ottenere dal cardinale De Espinosa, la liberazione dell’Arciprete Promptu, dalle galere in Sicilia. D’altra parte l’abuelo di suo padre, era don Inigo Lopez de Mendoça (1419-1479) l’Hermano del poderoso…Cardenal don Pedro Gonzalez de Mendoça’(1428-1495) che nella seconda metà del XV secolo aveva preso le parti di Isabella La Cattolica contro Juana La Beltraneja, hija de Enrico IV. Per non parlare della Princesa tuerta, Ana de Mendoza y la Cerda , bisnieta del Gran Cardenal.

 [xxi]O. P. Alberti. La Diocesi di Galtellì: dall’Unione a Cagliari alla fine del Secolo XVI. Ed. Mediterranea 1993. Vol. I. Pag. 125.Nos los Inquisidores … de este reyno de Sardegna.. asemos saber al muy ill. e R.mo senor Antonio Parragues de Castillejo….como por sententia que pronunciò el ill.mo cardinal Inquisidor(De Espinosa, ) …contra el licensiado Diego Calvo inquisidor que fue deste reyno en quinze de julio 1569…declaro avercido gravissimamente velpado el dixo licenziado Diego Calvo en la sentencia que pronunciò contra el R. do Miguel Angel Prompto fuesse librado de las galeras en quel fue condennado y fuesse restituydo en el exercizio del officio sacerdotal beneficio o, archiprestasgo que antes tenia y fuesse quitada….  

[xxii] S. Loi, Cultura popolare in Sardegna tra ‘500 e ‘600. AMD ED.CA 1998 pag.200 nota 123. In data 9-7- 1569, il vescovo Taxaquet, aveva denunciato alla Suprema Inquisizione la presenza in  Gallura di ben 600 persone che non si confessavano e che perciò vivevano, in  stato di scomunica. Si trattava di una grave accusa perché  questa  misera encontrada contava appena 2000 vassalli, di cui ben 458, nel solo villaggio di Tempio.

[xxiii]M. Careddu, Storia della Chiesa in Gallura, in La Frisaia. N°86 Anno XVII.  La carica di vicario generale della diocesi di Civita fu ricoperta fino al 1569 da messer Juan Battista Carcopino,   detentore della    prebenda canonicale di San  Giovanni Battista di Viddalba(La chiesa di San Giovanni Battista  era stata  edificata nel XII secolo nei pressi della foce del fiume Coghinas, quando questo fiume era ancora completamente navigabile) e deceduto nel 1576. Nel 1569 veniva sostituitoda messer Sebastiano Aquensa, detentore della  Prebenda di San Nicola di Caresos , da lui data in appalto nel 1574 a Giuseppe Pes ..

[xxiv]S. Loi, Cultura popolare in Sardegna tra ‘500 e ‘600. AMD ED.CA 1998 Cit.

[xxv] A. Rundine, Corsari barbareschi, schiavi e rinnegati nelle coste galluresi nel 500 e 600, pag.319  e 325  . Lazaro Seque era stato catturato e fatto schiavo dai barbareschi all’età di 14 anni.  

[xxvi]A. Rundine, Inquisizione Spagnola. SS Stampa Color 1996 . A. H. N. di Madrid. I. , lib782.

[xxvii] S. Loi, Cultura Popolare, cit. pag. 81 n.° 50, pag. 254 n.° 9.F. Braduel, Civiltà e imperi del mediterraneo nell’età di Filippo II. G. Einaudi Ed. 2002. Vol. II pag. 847<.. Dei rinnegati passano all’Islam dalla Corsica, dalla Sardegna…)

[xxviii]G. Sorgia. Inquisizione in Sardegna. Cuec Ed. CA 1991. Cit. pag. 82..

[xxix] A. Rundine, Inquisizione Spagnola .SS Stampa Color 1996, cit. pag. 176. La famiglia Satta deteneva, da molti lustri,a Terranova  con la famiglia De Sini, l’ ufficio di saliniere , con un salario annuo di £100. Questa carica era stata  ricoperta nel 1558 da Raimondo de Sini, nel 1590 da Agostino Satta, nel 1606 da Antonio Satta e nel 1636  da Juan Antonio Manuel ‘Manueddu’, vicario perpetuo della chiesa di S. Pietro apostolo di Tempio e procuratore di Juan Sisinnio Adceny, arrendatore delle saline reali di Cagliari e di Terranova. Ebbene Antonio Satta fu dichiarato cavaliere, in data 29-9-1599, mentre Juan Battista Satta ebbe nel 1605 il comando della torre di Vignola con il compito, di vigilare la tonnara dell’avv. Juan Maria Nater di Genova.

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