Tempio Pausania, 22 mar. 2016-
Accogliamo molto volentieri l’invito del medico calangianese Gian Martino Loddo di parlare dei farmaci generici, al centro in questi giorni dell’ennesima novità del Ministero della Salute. Una rivoluzione vera e propria che probabilmente viene fatta passare come una riduzione dei costi ma che, tradotta in parole attuali, sempre più devianti da ciò che dovrebbe essere l’interesse del malato, volge lo sguardo a qualche altro business farmaceutico inteso, sia ben chiaro, a vantaggio delle multinazionali. I rischi della prescrizione di questi farmaci, cosiddetti equivalenti, sta nella composizione degli stessi che spesso non riportano presenza di sostanze dannose in alcune patologie.
Gli esempi delle due tabelle inviateci dimostrano quanto stiamo dicendo. Segue la nota di Loddo che spiega quali rischi corrano i pazienti e quali enormi responsabilità andranno a ricadere proprio sui medici che questi stessi farmaci vanno a prescrivere. Galluranews ringrazia Dott. Loddo per queste precisazioni e si augura che vengano lette e diffuse tra i cittadini.


« La prima cosa che si evince dalla tabella che non tutti i generici elencati dicono se il farmaco abbia o meno lattosio e/o glutine. Questa cosa, che sfugge all’attenzione di chi acquista il farmaco, a meno che non si vada a leggere la composizione, è cosa gravissima per le note intolleranze ai due eccipienti.
E chi è allergico ? Per esempio uno prende il norvasc lo obbligano a prendere il generico su questo non è indicato il lattosio per esempio e va incontro ad uno shock anafilattico. Di chi è la colpa? Ovviamente di noi medici.
Un altro esempio è la biodisponibilita del farmaco che, in parole povere, è il quantitativo di farmaco che con quel confezionamento è reso disponibile una volta assorbito. Ebbene, per legge è tollerato un 20% in piu o in meno; tuttavia, faccio un esempio:
un farmaco x di un generico x e’ biodisponibile al 70%, lo stesso farmaco commercializzato da un altro gruppo sempre di generici è biodisponibile al 80% e cosi via fino al farmaco x in genere di una casa farmaceutica che lo ha sperimentato e immesso in commercio e con brevetto scaduto che può avere una biodisponibilita del 95 %!
Ebbene, la stortura sta nel fatto che il primo fuori dai parametri viene accreditato perché la sua biodisponibilità fa riferimento al generico che ha l’ 80% . Attenzione perche è pericoloso anche eccedere e questo lo si vede soprattutto nei farmaci psichiatrici, infatti, il rilascio prolungato di alcune categorie di farmaci serve proprio ad evitare alte concentrazioni di picco cosa che invece accade con i generici che, a parità di dosaggio, rilasciano in circolo un picco di farmaco anche se sono in regola perchè la loro biodisponibilità in questo caso non eccede il 20%
Per ultimo, si deve sapere che tra un farmaco di marca e un generico le asl non ci rimettono nulla perché il paziente in questo caso paga la differenza . E’ vero, invece, che spesso i farmaci di marca non sono immediatamente disponibili in farmacia e talvolta il paziente è invitato a ritornare il giorno successivo, e questo e’ dovuto a motivi di convenienza commerciale se non a effettive mancanze. Chiaramente il discorso si deve generalizzare perché la maggior parte dei farmacisti è gente onesta e seria.
Queste precisazioni sono dovute dopo l’articolo dove la asl si vantava di aver battuto il record per la prescriziome di generici, che equivale, più o meno, ad un comune, prendiamo come esempio quello di Tempio, che si inorgoglisce perché i suoi cittadini preferiscono comprare nei negozi dei cinesi. La differenza, nel caso dei farmaci, è che in questo caso ci si affida all ignoranza in materia dei consumatori.
Insomma, regole imposte come in questo caso da incompetenti e, a livello parlamentare, fortemente inquinate da interessi che, come al solito, niente hanno a che fare con la salute dei cittadini. C’erano altre strade da percorrere, ma chissà perchè non sono state prese in considerazione.
Grazie per l’attenzione,»
Gian Martino Loddo, medico di base.