Tempio Pausania, 22 lug. 2018-
Le note musicali della tradizione sarda e del centro Italia , con la musica folk, ma anche nuovi arrangiamenti di canzoni tradizionali, scaturiti dalla collaborazione col Coro Gabriel e i gruppi ospiti, unendo fra loro i diversi stili.
Migrazioni Sonore rappresenta un momento di incontro di musica popolare fra la Sardegna, le sue varie anime ed il mondo, con artisti di caratura nazionale ed internazionale. Inoltre si distingue per la sperimentazione e la nascita di nuove melodie, scaturite da questo confronto, che vengono presentate in anteprima nel festival, arrivato, ormai, alla terza edizione. La Gallura è una terra meravigliosa: i suoi centri storici, la sacralità dei luoghi, le sorprendenti strade panoramiche lungo la costa, il suo mare, i suoi graniti, la natura selvaggia dell’affascinante entroterra, i borghi millenari. Tutte qualità note, a testimonianza di una natura straordinariamente generosa e una spiritualità millenaria, ma sempre molto presente. Però, vi sono molti altri aspetti che rendono la Gallura una terra unica, motivo di orgoglio per la Sardegna e per tutto il Paese, prima ancora che di competitività come destinazione turistica: le sue particolarità culturali, che affondano le radici in un ricchissimo patrimonio di tradizioni originali e particolari. Fra queste la sua musica evolutasi fra le forme di canto più arcaiche, presenti nell’isola e le influenze delle popolazioni che nei secoli sono entrate in contatto con questo territorio: Spagnoli , Corsi, Toscani, non ultimo il clero. Questo ha prodotto una varietà di generi multiforme ed un evoluzione canora che non trova riscontro nelle altre zone, meno permeabili alle culture esterne.
In questa edizione, spiccano le estrose interpretazioni della musica sarda ed il poliedrico approccio strumentale dei notissimi Cordas et Cannas , ormai consolidato gruppo isolano; la freschezza e la raffinatezza della voce di Silvia Nardelli, coi Ritmi Briganti, che ci presentano il progetto « i racconti » di Arcangelo Di Micco e di cui spiccano alcuni strumenti tipici della tradizione, fra cui le fisarmoniche e i tamburi a cornice; ovviamente non può mancare il Coro Gabriel che interviene con dei brani della tradizione musicale gallurese, ciascuno dei quali è studiato in collaborazione con i musicisti ospiti, ed è interpretato, sul palco, da entrambi, alla luce del confronto dei due generi, così che i suoni degli strumenti e delle voci migrino, in maniera quasi spontanea fra i diversi stili.