Tempio Pausania, Millantar, nulla viene perso, tutto si trasforma.

Tempio Pausania, 18 ago. 2018-

C’era una volta un pianeta, nelle infinite galassie cosmiche che appaiono quotidianamente nei cieli dell’universo, dove il tempo si era fermato, le persone non morivano e la vecchiaia non arrivava mai. Si restava eternamente giovani, con le t-shirt a colletto alzato e “pantaloni bianchi da tirare fuori che è già estate” che si indossavano anche a 120 anni e 6 mesi millantariani, circa 3 secoli del pianeta degli umani. Nel pianeta dove il tempo si era fermato, noto nel cosmo come Millantar, tutto era avvolto da una magica nebbiolina fitta fitta che addormentava.  Ci si lasciava amabilmente cullare dalle note del vento tiepido delle colline vicine che ridondavano di verdure fresche e banani quantico-olistici, una nuova combinazione tra le colture cazzoponiche e l’energia quantica con doppia stringa a carburatore inverso.

Cosa mai poteva turbare la quiete olistica e magica che regnava sul pianeta? Quale oscura minaccia poteva mai ribaltare quella atmosfera che aveva bloccato l’avanzare degli anni, dove era facile incontrare un bambino di 95 anni e non sentirli o osservare sui palchi dei tanti show, vegliarde e arzille 200enni che dimostravano 20 anni? Una nuova e accattivante arzigogolata scatoletta vuota stava per aggiungersi a tutte le altre di questo pianeta che persino la Zio Mare, nota azienda di tonno in scatola, invidiava perché concorrenziale alla sua attività di scatolificio. Però, porcaccia di una cacchiarola fuffica, la Zio Mare ci metteva dentro il tonno, su Millantar ci si metteva amore, riservatezza, altruismo, eticamente comunicativo. Una bella differenza direi.

Era cosa nota che i millantariani adorassero i numeri e la scienza sublime che da un’antichissima leggenda ne era derivata. Le sequenze, la serie, le combinazioni, le date di nascita, compresi oroscopi e altre dottrine scientifiche, ossatura della formazione accademica persino del Re, rappresentavano per i millantariani una scienza che non può essere casuale. Ma come per tutte le scienze o pseudo scienze che siano, esiste una forte possibilità che i numeri facciano un po’ come quelli della casa delle libertà, ossia come cazzo vogliono loro e non come speriamo o vogliamo noi. Se “1” accanto ad un altro 1 fa 11, mica questo ha un significato epocalmente e amorevolmente olistico o omeopoatico. Però, su Millantar nulla veniva dato per casuale. Ad ogni causa corrisponde sempre un effetto. Sta frase su causa /effetto, suscitò dal principio delle contraddizioni. Tanti, ascoltandola nei sermoni del guru, capivano causa/affetto e ci davano dentro ad abbracciarsi, baciarsi e copulare come ricci ogni volta che sentivano parlare di numeri.

” Ad esempio – diceva il guru dei numeri, prof. Arch. Ing. Dott. Lucidalabbrase io vi dico “zero”, quale sarà l’effetto”. Il popolo praticava l’astinenza perché quale affetto ci dovrebbe essere se il numero è zero?. Vi lascio capire quali fossero gli effetti quando le sequenze comprendevano numeri interi, tipo 69, che tutti i millantariani praticavano di brutto una copula di contorsioni assurde, e spettacoli osceni che furono anche oggetto di una indagine del Ministero delle Oscenità Pubbliche di Fake City.

“Effetto – diceva Lucidalabbra – popolo, non affetto. Mi cadete sempre in tranello, ostrega, che siete dei birbantelli eh eh eh, che mi sembra che ci sguazziate nelle mie parole. Ogni occasione è buona, Zio Can, a copular come che non ci sia un domani”.

Frattanto, a palazzo, il Re assisteva ad una nuova ondata migratoria che gli storni ci fanno un baffetto. Andavano via tutti, persino le architravi traballavano, mentre mattoni e blocchetti si sfaldavano per le solite promesse che si erano sprecate in tutti questi lunghissimi anni. Il salottificio era ai minimi storici e la Clen Clen che aveva il 50% delle azioni si stava sciogliendo come burro sardo a ferragosto a Porto Cornuto, famosa nel mondo per essere il paradiso di tal Minimo Scaglioffetti, legato da amore fraterno al Messia.

La nuova emorragia stava suscitando le solite ire del Re che emanò l’ennesima ordinanza dal nome fantasioso ma efficacissimo: Ordinanza della Biscia 4.0,

” Nulla si perde, tutto si trasforma”. Il testo, riportato anch’esso nella Bubbola al capitolo ordinanze che passione, recitava:

“E’ fatto divieto, a partorir da oggi 18 settembre A.D., di copulare quando si pronunciano i numeri, di andar via senza prima aver inviato una mail all’indirizzo di palazzo, di aver scaricato, firmato e segnato col sangue la liberatoria fracassa palle che si tratta di dazioni libere, volontarie e semi obbligate. Da oggi il regime fiscale viene inasprito e ai detrax verrà comminata una sanzione di oltre 2 milioni di quidcoin dal tribunale di Fake City. Su Millantar nulla viene perduto, tutto evolve e dalla cacca genera energia, dai rifiuti (toh, ancora eccheccazzo) si libera aria pulita e risorse utili, che non siamo venuti al mondo per accarezzare pitoni gialloverdi o smarronarci le sacre palle. Fate questo in memoria di me. Amen! F.to Il Re”.

“Sconcerto di un mare senza te, che suona e ti riporta a me”, la famosa canzone degli scolaretti del sole, veniva cantata da tutti perché nessuno ci capiva più un beatissimo scroto di quanto stava accadendo. Andar via? Restar? Fuggir? Evader? Cagher? Detrar? Copular? Nel dubbio su cosa fare o non fare, a Millantar si copulava come zebre del Nebraska meridionale. Olè!

Il Re adottò una nuova strategia per non perdere tutto, nominò nuovi caporali ai vertici dell’azienda. Giusto un tocco qua e un ritocchetto di la, e tutto si sistema. Furono indetti anche i concorsi per caporale onorario rionale e condominiale, due nuove figure che avrebbero allungato il brodino.

Ruttor, il vulcano millenario di Millantar, assisteva ogni giorno a queste menate e lassù, dove la sua cima lambiva il tetto del cielo, persino le nuvole non erano più cirri gradevoli ma cirrotiche nuvolacce oscure e minacciose. Il popolo era stanco e arrabbiato e Detra, il pianeta antagonista dove il sole splendeva e il cielo era sempre buono, era diventata la California del pianeta. Tutti ci volevano andare perché, era ormai cosa certa, su Detra il mondo era migliore e ancora ci si poteva stringere la mano e guardarsi negli occhi senza avere l’impulso di sputacchiarsi a vicenda.

Queste e altre mirabolanti storie ci riserva ancora Millantar e la sua straordinaria storia, una vicenda infinita che appassiona e viene ancora diffusa a Rebibbia, Regina Coeli, Ucciardone, dove gli ospiti ridono sempre su quanti stupidi il mondo ha voluto mettere assieme convincendoli di qualcosa impossibile.

E se ne ridono loro, laddove il sorriso è scomparso da sempre, beh, è tutto dire. A presto.

Antonio Masoni

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