Tempio Pausania, 2 feb. 2016-
Tutto ebbe inizio quando nel 1590 i corsari barbareschi catturarono sia il frate cappuccino Francesco Serra che il giovane novizio Gavino Pinna entrambi dimoranti nel convento francescano di Santa Maria di Betlem di Sassari
- Francesco Ziranu, cugino materno di p. Francesco Serra, pensò immediatamente di liberarli rivolgendosi addirittura al vescovo di Civita e Ampurias, mons. Juan Sanna, ma i suoi tentativi erano sempre risultati sempre vani per la cifra elevata del loro riscatto ( 200 scudi), a parte le enormi spese per poter, sostenere il viaggio in nord Africa e i tanti molteplici imprevisti di una simile impresa .
Ma non dandosi mai per vinto e per di più sentendosi forte del suo nuovo incarico di economo e procuratore del convento turritano[i] decise nel gennaio 1598 di fare una questua in tutte le chiese e di casa in casa nei vari villaggi della Sardegna.
Ma dato che le questue per la redenzione degli schiavi erano riservate solo ai frati Mercedari di Bonaria [ii] inviava nei primi mesi di quello stesso anno una accorata supplica al pontefice Clemente VIII per ottenerne l’ autorizzazione che infatti gli arrivava in data 19-3-1599 con il breve pontificio Ortatorio,
Recenti e antiche cronache ce lo mostrano perciò tutto intento a percorrere le strade dell’isola e i tanti villaggi munito di questo semplice di lasciapassare pontificio :
Alla fine del triennio, dopo aver raggiunta la cifra necessaria , non potendo partire direttamente da Alghero per l’Africa, fu costretto nella primavera del 1602 a far tappa in Spagna, ove veniva contattato dai servizi segreti madrileni anche loro alle prese in quegli anni erano con il grave problema dei corsari barbareschi e della reggenza Algerina.Del resto non c’era tanto da meravigliarsene dato che un altro suo confratello cappuccino sassarese, p. Andrea Capuxeddu nominato nel 1602 ministro della provincia turritana [iii], era stato al segreto servizio di don Inigo Hurtado de Mendoça, quando nell’ultimo lustro del XVI mo secolo aveva ricoperto la carica di ambasciatore di Spagna a Venezia.
Da qui l’autorizzazione di re Filippo III a fare imbarcare p. Ziranu nella stessa galeota che nel mese di luglio avrebbe dovuto trasportare nel nord Africa [iv] il minore osservante p. Matteo de Aguirre, nuovo ambasciatore di Spagna nel Regno berbero del Cuco, situato nella Kabilia algerina nonchè latore di un progetto militare per la conquista di Algeri con l’aiuto appunto del suo re Sid Amar ben Amar che aveva ben conosciuto quando era stato suo schiavo nel 1595[v]. Tra l’altro avrebbe dovuto valutare le reali
<posibilidades que se le tiene de fiarse de este apoyo[vi]>
Perciò la missione umanitaria e redentrice di p. Zirano in Algeria andrebbe vista a mio parere solo come una ben orchestrata messa in scena dei servizi segreti madrileni al fine di garantire a p. Matteo de Aguirre, un fidato collaboratore e tramite lui anche un sicuro aggancio nella città di Algeri con i tanti schiavi sardi che vi soggiornavano da tempo .
Primo fra tutti il giovane tempiese Gavino Pinna [vii], che una volta giunto schiavo ad Algeri aveva non solo rinnegato la fede cristiana e buttato alle ortiche il suo saio francescano,ma aveva anche sposato una sua compaesana come lui schiava di nome Margarita Escano dalla quale aveva avuto un figlio di nome Pietro .
Per di più dopo aver riscattato la sua libertà era riuscito persino ad arruolarsi nel corpo dei giannizzeri, entrando nelle grazie di Soliman Pascià, un rinnegato di Catania che diventato Bey di Algeri lo aveva nominato per le sue indiscusse capacità organizzative e di comando capo del corpo di guardia del suo palazzo[viii].
Destino questo comune a tanti altri rinnegati sardi e corsi[ix], mi riferisco a Ramadan Pascià, sardo e Beylerbey di Algeri dal 1582 per conto del sultano di Costantinopoli Solimano il magnifico[x], ad Hassan Corso, a Morat Rais,ad Alì Sardo, ad rais Iskander il corso e ad Hassan Aga come ben ci rendiconta fra Diego de Haedo nel suo saggio Topographia e historia general de Argel, Ma a parte queste rare eccezioni una lettera collettiva dei redentori all’arciconfraternita scritta dal frate cappuccino Pietro da Piacenza e datata 25 febbraio 1585 ci rendiconta che tutti gli schiavi residenti ad Algeri
<.. stanno in grandissima afflitione,poiché gli è denegato il vitto necessario, angariati in diversi modi, et privi degli aiuti spirituali per l’anime loro, talmente che trovandosi quasi in disperazione molto facilmente rinnegano affatto, altre ritengono il semplice nome del cristiano ma del resto vivono come se la legge del cristiano ad essi non appartenesse, di modo che il riccattargli è opera non solo buona ma necessaria, poiché se si piantara questa opera della redenzione tutti pigliano conforto e speranza, per il che non rinnegaranno più così facilmente anzi molti renegati tornaranno si come alcuni me ne hanno parlato[xi]>
- Francesco Zirano e p. Matteo de Aguirre sbarcarono nel porto di Tamagus, in data 28-7-1602 dopo un viaggio abbastanza travagliato perché a seguito di un ammutinamento dell’equipaggio addetto ai remi e costituito da forzati , il capitano della galeota ne aveva condannarne due alla pena di morte per ahorcamiento(sospensione con una legatura per produrre morte) [xii].
La notizia del loro arrivo, il 3 agosto destò ad Algeri un grande alborroto e confusion fra i renegados[xiii] , se non altro per i loro passati tentativi della Spagna di allearsi con il re Sid Amar ben Amar[xiv]contro la dominazione turca.
Ne era conseguita l’ immediata sospensione di tutte le trattative in atto per i riscatti mentre tutti coloro che arrivavano dal Regno del Kouko venivano trattati come nemici o spie.
Il 19 agosto veniva addirittura proibito
< que ningún cristiano caminase de noche ni muy de mañana so pena de la vida[xv]>
Ma P. Francesco, del tutto incurante dei pericoli a cui andava incontro,decideva di recarsi comunque ad Algeri al dorso di una mula facendosi accompagnare da una guida e interprete(guía y trujimán) berbero fino a camuffarsi per non essere bloccato alla frontiera da
<mercader berbero che trasportava lienzos di lino [xvi]> .
Una volta giunto a destinazione in data 20 agosto 1602, approfittando della presenza della flotta imperiale alla fonda presso l’isola di Ibiza , trattava la liberazione di 4 schiavi che lavoravano fuori le mura della città per poi recarsi nei vicoli di Algeri ove riusciva a contattare suo cugino Francesco Serra e i coniugi Pinna -Escano, ai quali prospettava il piano di una rivolta armata. Piano da attuarsi con gli altri schiavi sardi e in concomitanza di un invasione da parte dei montanari berberi del regno del Kouko
Gennaro Landriscina Lay
[i]U. Zucca, P. Francesco Zirano “ devoto di Maria” secondo i documenti del convento S. Maria di Betlem in Sassari, in Bibl. Francescana Sarda, Anno I-n.1. Oristano 1987. Pag. 177-178, n. 5-180, n. 8 e seg. Francesco Ziranu nacque a Sassari nel 1564, entrò come novizio in convento all’età di 14 anni
[ii]A. Rubino, I Mercedari in Sardegna (1335-2000), Roma 200, p. 241
[iii] D. Ciccarelli,Libri francescani conventuali sardi della fine del secolo XVI, in Bibl. Franc. Sarda, Anno IV, Oristano 1990. Cit. pag. 58, n. 36.
[iv] Bibl. Franc. Sarda, Anno IX, Or. 2000, pag. 409-411. Lo Stato presente di tutti i paesi e popoli del mondo naturale politico e morale con nuove osservazioni e correzioni degli antichi e moderni viaggiatori. VE. Stamp.G.B. Albanesi MDCCLXVI . Pag. 422-425.Istoria degli stati di Algeri, Tunisi, Tripoli e Marocco, Londra MDCCLIV Libro I. Pag. 138 Cit….I regno del Cuco situata alle falde della montagna già in ogni canto seminata di poderi e di villaggi e mostrava tutta l’apparenza d’un paese felice. Aveva più di un porto, detto Tamagus, mercè del quale gli abitanti esercitavano un traffico considerevole di miele cera e cuoia co bastimenti che quivi vi approdavano da Marsiglia.
[v] F. Boyer Mantignac, Espagne e Kouko. Les negotiations de 1598 et 1610. Revue de l’occident mussulman de la mediterranee. Anno 1870 Vol. 8 Cit pag. 33-34 nota 14
[vi]Beatriz Alonso Acero Oran mazalquizir(1589/1639) una societad espanola en la frontera de Berberia Biblioteca de Historia. Madrid 2000. Pag. 444-447. Desde 1601-2 lo embajadores del rey del Cuco acuden a la Corte en repetidas occasiones para offrecer su ayuda de cara a una nueva expedicion cristiana contro Argel; por su parte Felipe III otorga plenos poderes al fraile franciscano Mateo de Aguire para de estudie las posibilidades que se le tiene de fiarse de este apoyo que se le ofrece. Mientras el turco conocedor de los intentos de acercamiento del Cuco e Espana rinfuerze sua ostilidad ontra dicho Reino. Les ataques y emboscadas desde Argel se succede y estaria punto de contar la comunication entre cristianos y Cuco
[vii] P Diego de Haedo, Topografia e Historia general de Argel e Epitome de los Reyes de Argel, Valladolid 1612. Cit
[viii]Istoria degli stati di Algeri, Tunisi, Tripoli e Marocco, trasportata fedelmente dalla lingua inglese all’italiana. Londra MDCCLIV Libro I. Cit. Pag. 150 Annali Universali di Statistica Economia pubblica e viaggi commercio. Vol. XXIV aprile maggio giugno 1830 Milano 1830 pag. 111 Il palazzo del Bey sostenuto da colonne di porfido e situato alla punta dell’angolo formato dalla città:
[ix] R. Russo, La politica agraria dell’ufficio di san Giorgio nella Corsica(1490-1553), in Riv. Stor. Ital. 1934 , pag. 426. F. Braduel, Civiltà ed imperi del Mediterraneo nell’età di FilippoII. Vol. I. Einaudi Ed.2002. Cit Pag. 156-157. I corsi oltre a colonizzare…la Sardegna, ove spesso fanno fortuna…. frequentano Roma, Livorno, Civitavecchia. Ad Algeri, gli emigrati corsi pullulano letteralmente, soprattutto i Capo corsini. Verso il 1568 un rapporto spagnuolo parla addirittura di 6.000 rinnegati corsi su 10.000, ad Algeri. La città rigurgita di intermediari corsi, efficaci agenti dei riscatti dei prigionieri. Francisco Gasparo Corso, domiciliato prima a Valenza e insediatosi ad Algeri nel 1569, … è accusato di dedicarsi al contrabbando e di essere un ‘agente doppio’
[x]L. Pinelli, Un corsaro sardo re di Algeri, SS, 1972. Hassan Aga Il Sardo ricoprì la prestigiosa carica di Beylerbey dal 1534 al 1543, mentre Ramadan Pascià, Il Sardo sarà Governatore di Tunisi e Tripoli e Ammiraglio della flotta turco–ottomana dal 1574 al 1577 e addirittura Beylerbey (Emiro degli emiri) di Algeri, per conto del Sultano Solimano Il Magnifico nel 1582.
[xi]S. Bono, La missione dei cappuccini ad Algeri per il riscatto degli schiavi cristiani nel 1585 in Collectanea Franciscana XXV 1955 pag 156 doc. 9 .Amministrazione Comunale di Santu Lussurgiu, SantuLussurgiu dalle origini alla grande guerra a cura di GianPaolo Mele Grafiche Solinas SAS Nuoro/Bolotana. Cit. pag. 189
[xii]Fernando Zanoguera(Vissorrey de Mallorca). a Felipe III. Maillorca 2 -3 de agosto 1602in Manuel Lomas Cortes, Justicia e gobierno en las galeras de Felipe III in Guerra e Pace in età moderna. Annali di Storia militare Europea Tra Marte e Astrea, Giustizia e giurisdizione miitare nell’Europa della prima età moderna( secolo XVI-XVIII) a cura di Davide Maffu Franco Angeli Milano 2012. Pag. 129 nota 112…en circustancias especialmente graves se podia imponer incluso la pena de muerte consistente par norma general en el ahorcamiento.Esto lo fue lo que ocurriò a dos forzados de la galeota que, en el verano del 1602, ilevò a fray Mateo de Aguirre hasta el rey del Cuco y de tras tratar de subievarse acabaron calcados del palo de lo imbarcacion[xiii]Archivio de la frontera Verdadera relación de todo lo que ha sucedido en Arjel (1603) del cautivo Juan Ramirez auctor teatral Gabriel Andrès Colleccion :Documentos Mediterraneo 9-3-2012 Pag 5… En el primer día del mes de agosto del año 1602 se publicó en Argel la venida del padre fray Mateo de Aguirre (de la orden de San Francisco) y de su compañero al Cuco, que causó grande alboroto en la tierra; y luego trataron de enviar campo contra él, aunque no se resolvieron a ello con recelo no viniese la armada y por aguardar la vuelta de Morato Arráez, que estaba en corso, aunque siempre haciendo grandes amenazas. A 3 (de agosto) se publicó la venida del sobredicho, aunque puso en confusión a todos los renegados. A 7 del dicho mes vino un moro de allá con cartas que allevar [sic] algunos cristianos; llevó respuesta y no pudo por justas causas llevar ningun.
[xiv]F. Boyer Mantignac, Espagne e Kouko. Les negotiations de 1598 et 1610. Revue de l’occident mussulman de la mediterranee. Anno 1870 Vol. 8 n. 8 pag. 30/33 Le circonstances continue Amar son favorable a un ataque…l’anarchia regne dans leur conseil…e le Renegats d’Alger, avec qui il entratien des rapports secrets. Del resto le Renegats e les abitans de la ville son deux fois plus nombreu que le turcs
[xv]Arch. de la front. Verdadera relación de todo lo que ha sucedido en Arjel (1603) del cautivo Juan Ramirez auctor teatral Gabriel Andrès Colleccion :Documentos Mediterraneo 9-3-2012 cit. Pag 6… En 19 (de agosto) echaron bandos de cadenas manillas y que ningún cristiano caminase de noche ni muy de mañana so pena de la vida.
[xvi]Ibidem Cit Pag 6 … A 18 (de agosto) partió del Cuco el padre fray Francisco sardo, compañero del sobredicho fray Mateo,para venir a escudriñar la tierra y llevarse algunos cristianos; y vino en una mula en traje de moro mercader que traía lienzos con otro moro por guía y trujimán, que quiere decir lengua.